Per comprendere un genere, o meglio un fenomeno, così stratificato come l’utopia non si può prescindere da una prospettiva d’indagine diacronica. Tuttavia, l’avere scelto di scrivere una ‘storia’ non deve indurre a pensare ad un’opera monolitica, che esclude, o addirittura elude, quesiti controversi. Al contrario: al di là della lucida e precisa articolazione dell’Histoire transnationale de l’utopie littéraire et de l’utopisme, i lettori si troveranno a muoversi fra percorsi variegati, che sottendono modalità ermeneutiche diverse e stimolano a individuare nessi e operare confronti. Proprio nell’eterogeneità, si estrinseca la forza di un’opera che si avvale del contributo di studiosi che posseggono competenze diverse. A partire dal Rinascimento si sono individuati i testi più rilevanti dal punto di vista della circolazione e della ricezione europea e trans-europea, partendo dal presupposto che da tali testi fondanti si genera un “grappolo” di influenze che è possibile rintracciare sia a livello temporale che spaziale, in un discorso combinato, per l’appunto crono-topico. L’esportabilità dell’opera è stata dunque adottata come parametro fondamentale per la scelta dei testi nelle sezioni intitolate LES ŒUVRES-PHARES, con le quali inizia ogni partizione cronologica. La scelta esaminare autori ‘minori’, che istituiscono un dialogo con gli utopisti canonici, presuppone di per sé un metodo di comparazione. Utopia di Thomas More è esemplificativa: pubblicata nel 1516 in latino, l’opera dell’umanista si diffonde nei circoli europei degli eruditi che conoscevano la lingua e trova terreno fertile soprattutto nei paesi in cui essa era ancora diffusa. Le date diverse di pubblicazione delle traduzioni di Utopia sono una chiara testimonianza del fatto che la ricezione dell’opera si ramifica nelle singole storie nazionali con tempi diversi. La seconda sezione, dedicata a L’UTOPISME ET L’HISTOIRE DES IDÉES è improntata ad un’indagine transdisciplinare che oltrepassa le utopies littéraires per allargarsi alla storia delle idee in una prospettiva diacronica. L’individuazione di temi specifici, che hanno caratterizzato la Weltanschauung di un dato periodo storico e che hanno generato speculazioni negli utopisti, ha spinto gli studiosi a riattraversare la loro disciplina nella prospettiva dell’utopismo e a utilizzare specifiche competenze per mettere a fuoco questioni legate alla matrice culturale e all’identità nazionale. Poiché l’identificazione di opere faro comportava il rischio di dare rilievo eccessivo a singole opere e ai grandi utopisti, e dunque di compiere generalizzazioni e semplificazioni, si è voluto adottare uno sguardo d’insieme: nella terza sezione, LE PAYSAGE UTOPIQUE : LES AIRES DOMINANTES, si dà conto dello sviluppo del genere letterario nelle aree culturali in cui l’utopia, in epoche storiche diverse, ha avuto un rilievo preponderante. Parlare di paesaggio utopico ha significato non solo tracciare la morfologia utopica facendo emergere gli epicentri di sviluppo, ma anche evidenziare i mutamenti morfologici nel tempo. La SYNTHÈSE, con la quale si conclude ogni sezione, offre al lettore uno strumento per mettere a confronto i risultati della prospettiva analitica, adottata in LES ŒUVRES-PHARES, con quella diacronica, utilizzata in LE PAYSAGE UTOPIQUE, presentando un quadro d’insieme da cui emergono l’impatto e l’evoluzione dell’utopia in specifici periodi e nei singoli paesi. La scelta metodologica, volta a tracciare una storia delle utopie e dell’utopismo, in cui emergesse distintamente la storia delle idee, ha evidenziato quanto le rigide e canoniche distinzioni cronologiche siano labili, perché le permanenze e le mutazioni dell’episteme vanno al di là di schematiche cronologie. I titoli delle partizioni cronologiche sono significativi: AUX ORIGINES, LE TEMPS DES HUMANISTES, DE LA FIN DE LA RENAISSANCE A LA FIN DES LUMIERES, DE LA REVOLUTION FRANÇAISE A LA « FIN DE SIECLE », L’ERE DE TOUS LES POSSIBLES.
Histoire transnationale de l'utopie littéraire et de l'utopisme
SPINOZZI, Paola;
2008
Abstract
Per comprendere un genere, o meglio un fenomeno, così stratificato come l’utopia non si può prescindere da una prospettiva d’indagine diacronica. Tuttavia, l’avere scelto di scrivere una ‘storia’ non deve indurre a pensare ad un’opera monolitica, che esclude, o addirittura elude, quesiti controversi. Al contrario: al di là della lucida e precisa articolazione dell’Histoire transnationale de l’utopie littéraire et de l’utopisme, i lettori si troveranno a muoversi fra percorsi variegati, che sottendono modalità ermeneutiche diverse e stimolano a individuare nessi e operare confronti. Proprio nell’eterogeneità, si estrinseca la forza di un’opera che si avvale del contributo di studiosi che posseggono competenze diverse. A partire dal Rinascimento si sono individuati i testi più rilevanti dal punto di vista della circolazione e della ricezione europea e trans-europea, partendo dal presupposto che da tali testi fondanti si genera un “grappolo” di influenze che è possibile rintracciare sia a livello temporale che spaziale, in un discorso combinato, per l’appunto crono-topico. L’esportabilità dell’opera è stata dunque adottata come parametro fondamentale per la scelta dei testi nelle sezioni intitolate LES ŒUVRES-PHARES, con le quali inizia ogni partizione cronologica. La scelta esaminare autori ‘minori’, che istituiscono un dialogo con gli utopisti canonici, presuppone di per sé un metodo di comparazione. Utopia di Thomas More è esemplificativa: pubblicata nel 1516 in latino, l’opera dell’umanista si diffonde nei circoli europei degli eruditi che conoscevano la lingua e trova terreno fertile soprattutto nei paesi in cui essa era ancora diffusa. Le date diverse di pubblicazione delle traduzioni di Utopia sono una chiara testimonianza del fatto che la ricezione dell’opera si ramifica nelle singole storie nazionali con tempi diversi. La seconda sezione, dedicata a L’UTOPISME ET L’HISTOIRE DES IDÉES è improntata ad un’indagine transdisciplinare che oltrepassa le utopies littéraires per allargarsi alla storia delle idee in una prospettiva diacronica. L’individuazione di temi specifici, che hanno caratterizzato la Weltanschauung di un dato periodo storico e che hanno generato speculazioni negli utopisti, ha spinto gli studiosi a riattraversare la loro disciplina nella prospettiva dell’utopismo e a utilizzare specifiche competenze per mettere a fuoco questioni legate alla matrice culturale e all’identità nazionale. Poiché l’identificazione di opere faro comportava il rischio di dare rilievo eccessivo a singole opere e ai grandi utopisti, e dunque di compiere generalizzazioni e semplificazioni, si è voluto adottare uno sguardo d’insieme: nella terza sezione, LE PAYSAGE UTOPIQUE : LES AIRES DOMINANTES, si dà conto dello sviluppo del genere letterario nelle aree culturali in cui l’utopia, in epoche storiche diverse, ha avuto un rilievo preponderante. Parlare di paesaggio utopico ha significato non solo tracciare la morfologia utopica facendo emergere gli epicentri di sviluppo, ma anche evidenziare i mutamenti morfologici nel tempo. La SYNTHÈSE, con la quale si conclude ogni sezione, offre al lettore uno strumento per mettere a confronto i risultati della prospettiva analitica, adottata in LES ŒUVRES-PHARES, con quella diacronica, utilizzata in LE PAYSAGE UTOPIQUE, presentando un quadro d’insieme da cui emergono l’impatto e l’evoluzione dell’utopia in specifici periodi e nei singoli paesi. La scelta metodologica, volta a tracciare una storia delle utopie e dell’utopismo, in cui emergesse distintamente la storia delle idee, ha evidenziato quanto le rigide e canoniche distinzioni cronologiche siano labili, perché le permanenze e le mutazioni dell’episteme vanno al di là di schematiche cronologie. I titoli delle partizioni cronologiche sono significativi: AUX ORIGINES, LE TEMPS DES HUMANISTES, DE LA FIN DE LA RENAISSANCE A LA FIN DES LUMIERES, DE LA REVOLUTION FRANÇAISE A LA « FIN DE SIECLE », L’ERE DE TOUS LES POSSIBLES.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.