Nel 2022 si celebrano i 100 anni dalla scoperta della prima tomba delle necropoli di Spina, emporio greco-etrusco che per secoli ha rappresentato un accesso privilegiato per il mondo greco e, in particolar modo, per l’Atene di età classica all’Europa centrale. Di questo sito però, da sempre noto grazie alle notizie presenti nelle fonti letterarie antiche, nulla si conosceva fino alla sua fortuita scoperta nell’aprile del 1922, avvenuta durante i lavori delle opere di bonifica delle valli di Comacchio. Nell’ambito di queste celebrazioni, il volume raccoglie gli atti del convegno organizzato dalla Sezione di “Storia e Scienze dell’Antichità” dell’Università di Ferrara, con l’obiettivo di riflettere sul ruolo avuto dal mito di Spina, sia prima della che in seguito al suo rinvenimento, in termini di costruzione identitaria del territorio, tenendo conto dell’uso politico del passato classico in Italia. Dalla corte estense al fascismo, fino all’età repubblicana: la lettura e la rilettura in chiave politica di Spina e del passato classico hanno sempre funzionato sia quale leva di legittimazione, sia in funzione della possibilità di organizzare un ramificato sistema di istituzioni, poteri e interessi. Attraverso l’analisi dei processi costruttivi di nuove narrazioni e identità culturali, indagando il ruolo dell’archeologia rispetto al tema dell’uso pubblico-politico della storia e all’organizzazione delle istituzioni culturali preposte alla ricerca, alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio archeologico, nonché al rapporto con le comunità che abitano tra Ferrara e Comacchio, il volume mette il luce la forza del legame speciale creatosi tra il sito archeologico di Spina, la sua storia e il territorio in cui si trova, in bilico tra l’uso politico del passato e nuove strategie di sviluppo culturale.
SPINA 22 L’eredità del mondo classico, tra politica e sviluppo del territorio
Dubbini
Co-primo
;Baravelli, Andrea
Co-primo
2024
Abstract
Nel 2022 si celebrano i 100 anni dalla scoperta della prima tomba delle necropoli di Spina, emporio greco-etrusco che per secoli ha rappresentato un accesso privilegiato per il mondo greco e, in particolar modo, per l’Atene di età classica all’Europa centrale. Di questo sito però, da sempre noto grazie alle notizie presenti nelle fonti letterarie antiche, nulla si conosceva fino alla sua fortuita scoperta nell’aprile del 1922, avvenuta durante i lavori delle opere di bonifica delle valli di Comacchio. Nell’ambito di queste celebrazioni, il volume raccoglie gli atti del convegno organizzato dalla Sezione di “Storia e Scienze dell’Antichità” dell’Università di Ferrara, con l’obiettivo di riflettere sul ruolo avuto dal mito di Spina, sia prima della che in seguito al suo rinvenimento, in termini di costruzione identitaria del territorio, tenendo conto dell’uso politico del passato classico in Italia. Dalla corte estense al fascismo, fino all’età repubblicana: la lettura e la rilettura in chiave politica di Spina e del passato classico hanno sempre funzionato sia quale leva di legittimazione, sia in funzione della possibilità di organizzare un ramificato sistema di istituzioni, poteri e interessi. Attraverso l’analisi dei processi costruttivi di nuove narrazioni e identità culturali, indagando il ruolo dell’archeologia rispetto al tema dell’uso pubblico-politico della storia e all’organizzazione delle istituzioni culturali preposte alla ricerca, alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio archeologico, nonché al rapporto con le comunità che abitano tra Ferrara e Comacchio, il volume mette il luce la forza del legame speciale creatosi tra il sito archeologico di Spina, la sua storia e il territorio in cui si trova, in bilico tra l’uso politico del passato e nuove strategie di sviluppo culturale.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.