L’editoria di moda dalla carta al digitale

Questo capitolo offre una panoramica sui fashion magazine nel più ampio quadro dell’editoria di moda. Offriremo una definizione di fashion magazine e una breve ricognizione storica della sua evoluzione, con particolare enfasi sul ruolo ricoperto dalla fotografia e dalla pubblicità. Analizzeremo l’ambivalenza delle riviste di moda che, da un lato, sono prodotti culturali realizzati da professionisti (i giornalisti) che mirano all’autonomia editoriale e alla costruzione di un rapporto di fiducia con i lettori, dall’altro sono merci la cui sopravvivenza è assicurata dai brand di moda nella qualità di inserzionisti pubblicitari, elemento che mina l’indipendenza delle testate. Introdurremo due prodotti editoriali (i fashion blog e le riviste di nicchia) che, affiancandosi ai tradizionali fashion magazine, hanno riarticolato il panorama dell’editoria di moda nell’ultimo decennio. Argomenteremo che si tratta di articolazioni molto di- verse di un nuovo ecosistema editoriale originato dalla svolta digitale, ovvero dall’introduzione dei media digitali nel campo dell’editoria di moda a partire dall’inizio del XXI secolo; sosterremo che la svolta digitale cambia la struttura di comunicazione top-down tipica del sistema editoriale della moda, che i social media sfidano il ruolo dei media tradizionali come intermediari tra i produttori e i consumatori di moda, e che il sistema editoriale tradizionale ha dimostrato la sua capacità di reagire alla svolta digitale attraverso pratiche innovative, pur dovendo affrontare una forte crisi nel corso degli anni Dieci: conglomerati editoriali come Hearst e Condé Nast hanno abbandonato riviste di moda iconiche (per esempio “Details”, “Lucky”) o le loro edizioni cartacee (come “Self ”, “Teen Vogue”, “Glamour”) e hanno ridisegnato global- mente la loro strategia attraverso le piattaforme digitali e l’adozione di nuovi formati.