In scia con l'orientamento per il quale nell'azione di impugnazione del riconoscimento non veridico non può non tenersi conto della corrispondenza all'interesse del figlio della demolizione dello stato di filiazione, la Corte costituzionale attribuisce un ruolo di sempre maggior rilievo e responsabilità al giudice, cui è affidato il delicato compito di valutare quali siano gli elementi di fatto alla luce dei quali porre la regola sullo stato di filiazione. Il che non solo è arduo, e ancor più in considerazione della prefigurata incertezza del sistema di riferimento, ma forse stridente con lo "stato unico di filiazione".

La legittimazione all’azione ex art. 263 c.c. dell’autore del riconoscimento in mala fede non è incostituzionale

bugetti
2020

Abstract

In scia con l'orientamento per il quale nell'azione di impugnazione del riconoscimento non veridico non può non tenersi conto della corrispondenza all'interesse del figlio della demolizione dello stato di filiazione, la Corte costituzionale attribuisce un ruolo di sempre maggior rilievo e responsabilità al giudice, cui è affidato il delicato compito di valutare quali siano gli elementi di fatto alla luce dei quali porre la regola sullo stato di filiazione. Il che non solo è arduo, e ancor più in considerazione della prefigurata incertezza del sistema di riferimento, ma forse stridente con lo "stato unico di filiazione".
2020
Bugetti, Maria Novella
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11392/2496255
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