«Più volte me sun doluto a Vostra Signoria del ribaldo e maledeto mio fiolo». Contrasti economici e conflitti gerarchici nelle lettere di Rinaldo Maria d’Este

Presso l’Archivio di Stato di Modena è conservato un corposo dossier di lettere inviate da Rinaldo Maria d’Este, uno dei tanti figli illegittimi del marchese di Ferrara Nicolò III, ai suoi potenti fratelli, alle nuore o ai nipoti (il fratellastro Borso, marchese; il fratellastro Ercole, duca; la nuora Eleonora d’Aragona; il nipote Ippolito, cardinale). le lettere di Rinaldo Maria riguardano spesso le "prodezze" del figlio Nicolò (Rinaldo, infatti, si spretò e prese in moglie, nei primi anni settanta, una figlia del marchese del Monferrato, illegittima ma legittimata, e vedova: Lucrezia). Sfaticato e dedito alla bella vita, il giovane frequenta cattive compagnie, seguendo altri “figli di papà” nelle loro scorribande fuorilegge, e circondandosi di servitori altrettanto discutibili.