Introduzione e Background L’introduzione nella pratica clinica dei nuovi DAA, che assicurano un tasso di guarigione di oltre il 90% in real life, ha rappresentato una svolta epocale nel trattamento dei pazienti con epatite cronica HCV correlata anche se la pressante problematica legata ai costi farmacologici ha inciso pesantemente sulla scelta della popolazione di pazienti da sottoporre a tali farmaci. Cionondimeno non è stato imposto da AIFA alcun limite di età per i pazienti candidabili al trattamento. Metodi e Pazienti Vengono riportati 2 casi clinici di pazienti over 70 sottoposti a terapia con i nuovi DAA presso la nostra Clinica: 1. Uomo, 76 anni, epatite cronica HCV correlata genotipo 1b nota da circa 25 anni, cirrosi epatica ed HCC recidivante e non responder a precedenti trattamenti multipli con PEG-IfN+RIBA. Veniva quindi intrapresa terapia con SOF+SIM+RIBA che consentiva la negativizzazione di HCV-RNA dopo 4 settimane di terapia, per poi recidivare dopo la sospensione. Al termine della terapia comparivano NSTEMI, TIA recidivanti, endocardite batterica, sepsi nosocomiale. Il paziente è deceduto tre mesi dopo la fine del trattamento. 2. Donna, 77 anni, epatite cronica HCV correlata genotipo 1b nota da più di 20 anni, con grave vasculite crioglobulinemica e fibrosi F2, candidata a terapia antivirale con SOF+LED per il criterio 3. La paziente, considerata l’intolleranza alla terapia con nausea, vomito e spossatezza autosospendeva il trattamento dopo 2 settimane. In corso di terapia comparivano inoltre ematuria e recrudescenza della vasculite crioglobulinemica, imputabile forse a fenomeni da immunoattivazione. Risultati: Il profilo di efficacia e sicurezza delle terapie IFN-free per il trattamento dell’epatite cronica HCV ha aperto prospettive terapeutiche inaspettate. La possibilità di trattare pazienti con cirrosi scompensata nonché quelli con controindicazioni assolute ai precedenti regimi terapeutici disponibili ha consentito l’accesso terapeutico a categorie di pazienti non contemplate precedentemente, compresi gli anziani affetti da multi-comorbidità. Segnalazioni di relapse [3], cominciano comunque ad emergere nonostante i report positivi della letteratura [4], più frequenti soprattutto nella fascia di età degli over 60; inoltre, l’impiego della terapia con DAA anche in assenza di Ribavirina, può essere mal tollerata dai pazienti più anziani che rischiano di sperimentare solo i lati negativi in termini di effetti collaterali ed interazione con i propri farmaci. Conclusioni: L’analisi dei due casi clinici analizzati, ci induce ad ipotizzare che: a. l’abbattimento della carica virale nei pazienti con cirrosi scompensata, non abbia un reale impatto sulla mortalità a lungo termine; b. nel paziente più fragile e con manifestazioni immunomediate HCV correlate, vi possa essere un meccanismo di immunoattivazione imputabile al brusco abbattimento della carica virale. Tale problematica è ancora aperta e sarà oggetto di nostri futuri studi.

TRATTAMENTO DELL’EPATITE CRONICA HCV CORRELATA CON I NUOVI DAA: ABBIAMO SCELTO BENE I PAZIENTI DA TRATTARE?

Grilli, Anastasio;Di Nuzzo, Mariachiara
Conceptualization
;
Libanore, Marco
Membro del Collaboration Group
;
Contini, Carlo
Writing – Review & Editing
2016

Abstract

Introduzione e Background L’introduzione nella pratica clinica dei nuovi DAA, che assicurano un tasso di guarigione di oltre il 90% in real life, ha rappresentato una svolta epocale nel trattamento dei pazienti con epatite cronica HCV correlata anche se la pressante problematica legata ai costi farmacologici ha inciso pesantemente sulla scelta della popolazione di pazienti da sottoporre a tali farmaci. Cionondimeno non è stato imposto da AIFA alcun limite di età per i pazienti candidabili al trattamento. Metodi e Pazienti Vengono riportati 2 casi clinici di pazienti over 70 sottoposti a terapia con i nuovi DAA presso la nostra Clinica: 1. Uomo, 76 anni, epatite cronica HCV correlata genotipo 1b nota da circa 25 anni, cirrosi epatica ed HCC recidivante e non responder a precedenti trattamenti multipli con PEG-IfN+RIBA. Veniva quindi intrapresa terapia con SOF+SIM+RIBA che consentiva la negativizzazione di HCV-RNA dopo 4 settimane di terapia, per poi recidivare dopo la sospensione. Al termine della terapia comparivano NSTEMI, TIA recidivanti, endocardite batterica, sepsi nosocomiale. Il paziente è deceduto tre mesi dopo la fine del trattamento. 2. Donna, 77 anni, epatite cronica HCV correlata genotipo 1b nota da più di 20 anni, con grave vasculite crioglobulinemica e fibrosi F2, candidata a terapia antivirale con SOF+LED per il criterio 3. La paziente, considerata l’intolleranza alla terapia con nausea, vomito e spossatezza autosospendeva il trattamento dopo 2 settimane. In corso di terapia comparivano inoltre ematuria e recrudescenza della vasculite crioglobulinemica, imputabile forse a fenomeni da immunoattivazione. Risultati: Il profilo di efficacia e sicurezza delle terapie IFN-free per il trattamento dell’epatite cronica HCV ha aperto prospettive terapeutiche inaspettate. La possibilità di trattare pazienti con cirrosi scompensata nonché quelli con controindicazioni assolute ai precedenti regimi terapeutici disponibili ha consentito l’accesso terapeutico a categorie di pazienti non contemplate precedentemente, compresi gli anziani affetti da multi-comorbidità. Segnalazioni di relapse [3], cominciano comunque ad emergere nonostante i report positivi della letteratura [4], più frequenti soprattutto nella fascia di età degli over 60; inoltre, l’impiego della terapia con DAA anche in assenza di Ribavirina, può essere mal tollerata dai pazienti più anziani che rischiano di sperimentare solo i lati negativi in termini di effetti collaterali ed interazione con i propri farmaci. Conclusioni: L’analisi dei due casi clinici analizzati, ci induce ad ipotizzare che: a. l’abbattimento della carica virale nei pazienti con cirrosi scompensata, non abbia un reale impatto sulla mortalità a lungo termine; b. nel paziente più fragile e con manifestazioni immunomediate HCV correlate, vi possa essere un meccanismo di immunoattivazione imputabile al brusco abbattimento della carica virale. Tale problematica è ancora aperta e sarà oggetto di nostri futuri studi.
2016
HCV, DAA, Ribavirina, terapie IFN-free, Sofosbuvir
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11392/2378866
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