Introduzione: la meningite da S. agalactiae incide per il 0.3-4.3% di tutte le meningiti dell’adulto con una mortalità variabile dal 27 al 34%. Circa l’86% dei pazienti affetti è rappresentato da anziani, donne gravide o puerpere e comorbidi (es. diabete). Il 50% presenta un focus infettivo di partenza (endometrio, tessuti molli, endocardio o polmone). L’endocardite associata alla meningite è rara, ma la sua presenza può peggiorare l’outcome. Materiali e Metodi: descrizione di un caso clinico e revisione dei casi di meningite da S. agalactiae associati ad endocardite. Caso clinico: un uomo di 37 anni, immunocompetente, con anamnesi negativa, veniva ricoverato per stato confusionale, cefalea, vomito e iperpiressia. Alla TC encefalo eseguita in urgenza non si evidenziavano lesioni focali. La rachicentesi mostrava un liquor torbido con 2642 cellule/mmc, Pandy +, proteine 654 mg/dl, glucosio <10 mg/dl, cloruri 108 mEq/l. L’agglutinazione per antigeni batterici su liquor era negativa, mentre dall’esame colturale si isolava S. agalactiae (sierotipo in corso, che inserirò se la microbiologia darà la risposta in tempo) resistente alla tetraciclina, sensibile alle penicilline. Nella ricerca di un focus di partenza, il paziente eseguiva RX torace, ecografia addome e TC dei seni paranasali che risultavano negativi. Le emocolture erano negative; l’ecocardiografia trans-toracica evidenziava vegetazione endocarditica di 0.6 cm sulla valvola aortica. Non veniva posta indicazione all’intervento cardiochirurgico. Il paziente veniva trattato dapprima empiricamente con ceftriaxone (4g/die) e vancomicina (2g/die). Proseguiva poi con quest’ultima, per un totale di 28 giorni con completa risoluzione del quadro. Conclusioni e revisione della letteratura: il riscontro di una meningite da S. agalactiae in un soggetto adulto immunocompetente esente da fattori di rischio o comorbidità è estremamente rara. Il nostro paziente era giovane, HIV negativo, senza comorbidità, storia di trauma cranico, anomalie cardiologiche o malattia reumatica nell’infanzia. I casi descritti in letteratura riguardano prevalentemente pazienti di sesso maschile, con età avanzata e spesso comorbidi (specie diabete mellito). Metà di questi erano deceduti a causa dell’associazione delle due patologie (Tabella 1). In conclusione, anche se l’associazione meningite ed endocardite da S. agalactiae in un adulto immunocompetente è rara, quest’ultima andrebbe sempre ricercata in quanto in grado di modificare la durata della terapia e l’outcome.

MENINGITE ED ENDOCARDITE DA S. AGALACTIAE IN UN ADULTO IMMUNOCOMPETENTE: CASO CLINICO E REVISIONE DELLA LETTERATURA.

Di Nuzzo Mariachiara
;
Grilli Anastasio
Membro del Collaboration Group
;
Contini Carlo
Writing – Review & Editing
2017

Abstract

Introduzione: la meningite da S. agalactiae incide per il 0.3-4.3% di tutte le meningiti dell’adulto con una mortalità variabile dal 27 al 34%. Circa l’86% dei pazienti affetti è rappresentato da anziani, donne gravide o puerpere e comorbidi (es. diabete). Il 50% presenta un focus infettivo di partenza (endometrio, tessuti molli, endocardio o polmone). L’endocardite associata alla meningite è rara, ma la sua presenza può peggiorare l’outcome. Materiali e Metodi: descrizione di un caso clinico e revisione dei casi di meningite da S. agalactiae associati ad endocardite. Caso clinico: un uomo di 37 anni, immunocompetente, con anamnesi negativa, veniva ricoverato per stato confusionale, cefalea, vomito e iperpiressia. Alla TC encefalo eseguita in urgenza non si evidenziavano lesioni focali. La rachicentesi mostrava un liquor torbido con 2642 cellule/mmc, Pandy +, proteine 654 mg/dl, glucosio <10 mg/dl, cloruri 108 mEq/l. L’agglutinazione per antigeni batterici su liquor era negativa, mentre dall’esame colturale si isolava S. agalactiae (sierotipo in corso, che inserirò se la microbiologia darà la risposta in tempo) resistente alla tetraciclina, sensibile alle penicilline. Nella ricerca di un focus di partenza, il paziente eseguiva RX torace, ecografia addome e TC dei seni paranasali che risultavano negativi. Le emocolture erano negative; l’ecocardiografia trans-toracica evidenziava vegetazione endocarditica di 0.6 cm sulla valvola aortica. Non veniva posta indicazione all’intervento cardiochirurgico. Il paziente veniva trattato dapprima empiricamente con ceftriaxone (4g/die) e vancomicina (2g/die). Proseguiva poi con quest’ultima, per un totale di 28 giorni con completa risoluzione del quadro. Conclusioni e revisione della letteratura: il riscontro di una meningite da S. agalactiae in un soggetto adulto immunocompetente esente da fattori di rischio o comorbidità è estremamente rara. Il nostro paziente era giovane, HIV negativo, senza comorbidità, storia di trauma cranico, anomalie cardiologiche o malattia reumatica nell’infanzia. I casi descritti in letteratura riguardano prevalentemente pazienti di sesso maschile, con età avanzata e spesso comorbidi (specie diabete mellito). Metà di questi erano deceduti a causa dell’associazione delle due patologie (Tabella 1). In conclusione, anche se l’associazione meningite ed endocardite da S. agalactiae in un adulto immunocompetente è rara, quest’ultima andrebbe sempre ricercata in quanto in grado di modificare la durata della terapia e l’outcome.
2017
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