I ritoccatori in materie dure animali sono oggetto di studio sempre più approfondito e si rivelano molto diffusi, sia geograficamente che cronologicamente. In Nord Italia sono abbondanti in siti e livelli del Musteriano finale ma presenti e utilizzati anche nell’Uluzziano. Al fine di rilevare le eventuali differenze culturali nell’utilizzare tali manufatti, questo lavoro si basa principalmente su un confronto stratigrafico qualitativo interno alla sequenza stratigrafica della Grotta di Fumane (VR), dalla quale sono stati identificati più di 150 pezzi lasciati al suolo da due diversi tecno-complessi. I ritoccatori presentano un’importante omogeneità, sia per ciò che riguarda lo spettro faunistico delle specie da essi determinate (cervo) che per i segmenti anatomici (femori e tibie) utilizzati. Quattro tipi di stigmate sono stati identificati: impronte puntiformi, lineari, strie e tacche. Queste sono solitamente inscrivibili in superfici abbastanza ristrette con anche tre zone d’utilizzo per singola diafisi. Questo contributo rileva tra i due tecno-complessi sia grandi similitudini e sovrapposizioni tecniche che alcune differenze legate principalmente a intensità e modo di utilizzazione.
Ritoccatori in materie dure animali, confronto tra Musteriano finale (44ky cal. BP) e Uluzziano (42ky cal. BP) in Nord Italia, il caso di Grotta di Fumane (VR).
ROMANDINI, Matteo;PERESANI, Marco
2012
Abstract
I ritoccatori in materie dure animali sono oggetto di studio sempre più approfondito e si rivelano molto diffusi, sia geograficamente che cronologicamente. In Nord Italia sono abbondanti in siti e livelli del Musteriano finale ma presenti e utilizzati anche nell’Uluzziano. Al fine di rilevare le eventuali differenze culturali nell’utilizzare tali manufatti, questo lavoro si basa principalmente su un confronto stratigrafico qualitativo interno alla sequenza stratigrafica della Grotta di Fumane (VR), dalla quale sono stati identificati più di 150 pezzi lasciati al suolo da due diversi tecno-complessi. I ritoccatori presentano un’importante omogeneità, sia per ciò che riguarda lo spettro faunistico delle specie da essi determinate (cervo) che per i segmenti anatomici (femori e tibie) utilizzati. Quattro tipi di stigmate sono stati identificati: impronte puntiformi, lineari, strie e tacche. Queste sono solitamente inscrivibili in superfici abbastanza ristrette con anche tre zone d’utilizzo per singola diafisi. Questo contributo rileva tra i due tecno-complessi sia grandi similitudini e sovrapposizioni tecniche che alcune differenze legate principalmente a intensità e modo di utilizzazione.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.