L'articolo riproduce l'intervento conclusivo alla Tavola Rotonda che ha chiuso il Convegno "Memoriam habeto". Si discutono i nuovi dati emersi in tale sede e anche al di fuori del Convegno, dopo la pubblicazione nel 2006 del volume collettaneo "Mors inmatura", dedicato a illustrare l'importante rinvenimento del sepolcreto dei Fadieni in località Gambulaga nel Comune di Portomaggiore (Fe). In particolare risulta significativo il rinvenimento, successivo al 2006, nel "materiale di setacciatura" della Tomba 11, di un asse non anteriore a Marco Aurelio che ovviamente determina lo spostamento della fine dell'utilizzazione della struttura sepolcrale dagli ultimi anni del principato adrianeo, come in precedenza ipotizzato, alla fine del II secolo d.C. Si può ora ritenere che il fondo, collegato alla necropoli prediale, sia stato abitato e lavorato almeno fino all'età di Marco Aurelio se non anche oltre. Il nuovo ritrovamento sembra ancora di più sottolineare l'importanza delle tombe senza stele, rimaste purtroppo, nel Convegno, abbastanza neglette, e invece non meno importanti per indurre a considerare il sepolcreto di Gambulaga, nel suo insieme, un piccolo ma significativo segmento di storia agraria romana "circa Padum".
Storie di uomini e terre in un sepolcreto prediale
SCARANO USSANI, Vincenzo
2010
Abstract
L'articolo riproduce l'intervento conclusivo alla Tavola Rotonda che ha chiuso il Convegno "Memoriam habeto". Si discutono i nuovi dati emersi in tale sede e anche al di fuori del Convegno, dopo la pubblicazione nel 2006 del volume collettaneo "Mors inmatura", dedicato a illustrare l'importante rinvenimento del sepolcreto dei Fadieni in località Gambulaga nel Comune di Portomaggiore (Fe). In particolare risulta significativo il rinvenimento, successivo al 2006, nel "materiale di setacciatura" della Tomba 11, di un asse non anteriore a Marco Aurelio che ovviamente determina lo spostamento della fine dell'utilizzazione della struttura sepolcrale dagli ultimi anni del principato adrianeo, come in precedenza ipotizzato, alla fine del II secolo d.C. Si può ora ritenere che il fondo, collegato alla necropoli prediale, sia stato abitato e lavorato almeno fino all'età di Marco Aurelio se non anche oltre. Il nuovo ritrovamento sembra ancora di più sottolineare l'importanza delle tombe senza stele, rimaste purtroppo, nel Convegno, abbastanza neglette, e invece non meno importanti per indurre a considerare il sepolcreto di Gambulaga, nel suo insieme, un piccolo ma significativo segmento di storia agraria romana "circa Padum".I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.