Azadirachta indica A. Juss (Meliaceae) è un albero sempreverde, a crescita rapida che può raggiungere un'altezza di 15-20 metri, nativo del subcontinente indiano e del sud est asiatico. Ogni parte di A. indica, conosciuto comunemente come albero del Neem, ha un uso consolidato nella medicina tradizionale ayurvedica come rimedio nei confronti di varie tipologie di disturbi [1]. Nel presente lavoro di ricerca è stata indagata sotto il profilo biologico farmaceutico, mediante tecniche di indagine cromatografiche e spettroscopiche (GC-MS, HPLC-DAD, NMR, spettrofotometria UV-VIS) accoppiate ad evidenze di bioattività, una preparazione erboristica di uso tradizionale, il decotto di corteccia di Azadirachta indica, preparato secondo il protocollo tipico della medicina Ayurvedica [2] e mai sino ad ora indagato. A partire da questo fitocomplesso sono state isolate 3 frazioni: a) estratto MeOH/H2O; b) OPF (frazione arricchita in proantocianidine oligomeriche) e c) PPF (frazione arricchita in proantocianidine polimeriche) con lo scopo di risalire ai maggiori componenti responsabili di eventuali profili di bioattività. I componenti principali del decotto sono risultati essere polifenoli pari al 38,60±1,92%; in questa categoria di composti, l’acido gallico rappresentava il 2,60±0,13%, le proantocianidine il 3,90±0,22% mentre gli antrachinoni, mai descritti in letteratura come classe chimica caratterizzante la specie, il 2,60±0,09%. Un'elevata componente zuccherina risultava poi evidente nel fingerprinting NMR. Per quanto riguarda gli estratti, l’OPF ha evidenziato un contenuto più elevato di polifenoli totali (53,60±3,75%), di acido gallico (8,90±0,16%), antrachinoni (16,80± 0,95%), proantocianidine (3,60±0,21%) in particolare di natura oligomerica, la presenza di catechina (2,80±0,05%) e di gallocatechina in quantità paragonabile, acidi ferulico e caffeico e protocatecuico come componenti minoritari. Uno studio più approfondito degli antrachinoni mediante HPLC-DAD e analisi strutturali con GC-MS e NMR ha consentito di evidenziare la struttura dei più abbondanti: emodin-1-O--glucoside, crisofanolo-1-O--glucoside, crisofanolo-8-O--glucoside e physcion-glicosilato. I saggi biologici per la valutazione dell’attività antiossidante (DPPH, -carotene bleaching test) hanno evidenziato importanti potenzialità antiradicaliche (espresse come IC50) in tutti i campioni analizzati e, tra questi, l’OPF è risultato il più attivo. Non è stata invece evidenziata alcuna attività “scavenger” nei confronti del radicale superossido. Il saggio del DPPH effettuato su HPTLC ha permesso di evidenziare l’acido protocatecuico, le proantocianidine oligomeriche, l’acido gallico e catechina come le categorie maggiormente responsabili dell’attività. La valutazione delle proprietà antibatteriche con la metodica TLC-bioautoghraphic assay ha confermato come l'estratto OPF sia anche in questo caso il più attivo nei confronti di due batteri Gram positivi (Staphylococcus aureus ed Enterococcus foecalis); mentre nessuna attività significativa era riscontrata verso batteri Gram negativi. In ogni caso, le molecole potenzialmente responsabili di tale bioattività potrebbero essere l’acido gallico, protocatecuico, physcion-glicosilato, crisofanolo-1-O--glucoside, crisofanolo-8-O--glucoside in quanto componenti maggioritari delle frazioni isolate da TLC e analizzate mediante HPLC-DAD, GC-MS. Per evidenziare aspetti di sicurezza in termini di citotossicità e mutagenicità è stato condotto un saggio in vitro con un ceppo di Saccharomyces cerevisiae (D7), sul solo fitocomplesso decotto che ha dimostrato mancanza di citotossicità e genotossicità nel range di concentrazione testato (0,05 ÷ 25,00 mg/ml), ponendo per contro in evidenza in termini di efficacia significative proprietà mutageno-protettive già a concentrazioni di 1,00 mg/ml.

Azadirachta indica: caratterizzazione biologico farmaceutica di una preparazione erboristica ayurvedica

SACCHETTI, Gianni;ROSSI, Damiano;MAIETTI, Silvia;GRANDINI, Alessandro;SARO, Katia;USELI, Chiara;SCALVENZI, Laura;MARESCA, Immacolata;GUERRINI, Alessandra;MUZZOLI, Mariavittoria
2010

Abstract

Azadirachta indica A. Juss (Meliaceae) è un albero sempreverde, a crescita rapida che può raggiungere un'altezza di 15-20 metri, nativo del subcontinente indiano e del sud est asiatico. Ogni parte di A. indica, conosciuto comunemente come albero del Neem, ha un uso consolidato nella medicina tradizionale ayurvedica come rimedio nei confronti di varie tipologie di disturbi [1]. Nel presente lavoro di ricerca è stata indagata sotto il profilo biologico farmaceutico, mediante tecniche di indagine cromatografiche e spettroscopiche (GC-MS, HPLC-DAD, NMR, spettrofotometria UV-VIS) accoppiate ad evidenze di bioattività, una preparazione erboristica di uso tradizionale, il decotto di corteccia di Azadirachta indica, preparato secondo il protocollo tipico della medicina Ayurvedica [2] e mai sino ad ora indagato. A partire da questo fitocomplesso sono state isolate 3 frazioni: a) estratto MeOH/H2O; b) OPF (frazione arricchita in proantocianidine oligomeriche) e c) PPF (frazione arricchita in proantocianidine polimeriche) con lo scopo di risalire ai maggiori componenti responsabili di eventuali profili di bioattività. I componenti principali del decotto sono risultati essere polifenoli pari al 38,60±1,92%; in questa categoria di composti, l’acido gallico rappresentava il 2,60±0,13%, le proantocianidine il 3,90±0,22% mentre gli antrachinoni, mai descritti in letteratura come classe chimica caratterizzante la specie, il 2,60±0,09%. Un'elevata componente zuccherina risultava poi evidente nel fingerprinting NMR. Per quanto riguarda gli estratti, l’OPF ha evidenziato un contenuto più elevato di polifenoli totali (53,60±3,75%), di acido gallico (8,90±0,16%), antrachinoni (16,80± 0,95%), proantocianidine (3,60±0,21%) in particolare di natura oligomerica, la presenza di catechina (2,80±0,05%) e di gallocatechina in quantità paragonabile, acidi ferulico e caffeico e protocatecuico come componenti minoritari. Uno studio più approfondito degli antrachinoni mediante HPLC-DAD e analisi strutturali con GC-MS e NMR ha consentito di evidenziare la struttura dei più abbondanti: emodin-1-O--glucoside, crisofanolo-1-O--glucoside, crisofanolo-8-O--glucoside e physcion-glicosilato. I saggi biologici per la valutazione dell’attività antiossidante (DPPH, -carotene bleaching test) hanno evidenziato importanti potenzialità antiradicaliche (espresse come IC50) in tutti i campioni analizzati e, tra questi, l’OPF è risultato il più attivo. Non è stata invece evidenziata alcuna attività “scavenger” nei confronti del radicale superossido. Il saggio del DPPH effettuato su HPTLC ha permesso di evidenziare l’acido protocatecuico, le proantocianidine oligomeriche, l’acido gallico e catechina come le categorie maggiormente responsabili dell’attività. La valutazione delle proprietà antibatteriche con la metodica TLC-bioautoghraphic assay ha confermato come l'estratto OPF sia anche in questo caso il più attivo nei confronti di due batteri Gram positivi (Staphylococcus aureus ed Enterococcus foecalis); mentre nessuna attività significativa era riscontrata verso batteri Gram negativi. In ogni caso, le molecole potenzialmente responsabili di tale bioattività potrebbero essere l’acido gallico, protocatecuico, physcion-glicosilato, crisofanolo-1-O--glucoside, crisofanolo-8-O--glucoside in quanto componenti maggioritari delle frazioni isolate da TLC e analizzate mediante HPLC-DAD, GC-MS. Per evidenziare aspetti di sicurezza in termini di citotossicità e mutagenicità è stato condotto un saggio in vitro con un ceppo di Saccharomyces cerevisiae (D7), sul solo fitocomplesso decotto che ha dimostrato mancanza di citotossicità e genotossicità nel range di concentrazione testato (0,05 ÷ 25,00 mg/ml), ponendo per contro in evidenza in termini di efficacia significative proprietà mutageno-protettive già a concentrazioni di 1,00 mg/ml.
2010
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