Dopo le reinvenzioni del mito nel periodo umanistico e rinascimentale il personaggio di Orfeo resta sostanzialmente silenzioso, nel teatro e nella letteratura in genere, fino all’avvento del Simbolismo. Non a caso, dopo Nietzsche, Orfeo assume una pluralità di significati fino a diventare, nell’unione/opposizione con Narciso, simbolo di realtà e immagine emblemaitca di Eros/Thanatos. L’avvento e il contributo della psicanalisi aggiungono ulteriori contributi all’indagine sui confini tra vita e morte. Fra le tante è fondamentale leggere l’interpretazione moderna di J. Cocteau (1926) nel cui lavoro teatrale, collocato nel cuore delle avanguardie artistiche del periodo, le allegorie costruite attorno al mito di Orfeo appaiono ampiamente riferibili all’inconscio, così come sono evidenti possibili collegamenti con la psicanalisi junghiana. Non casualmente il copione di Cocteau attira l’attenzione del giovane Jerzy Grotowski, che lo mette in scena all’inizio della sua sperimentazione presso il Teatro delle 13 file a Opole, nel 1959, con una visione anti esistenzialista ma anche come primo atto di un teatro dell’attore, libero da sovrastrutture letterarie.
La danza di Orfeo. Cocteau, Grotowski e altre storie
SERAGNOLI, Daniele
2009
Abstract
Dopo le reinvenzioni del mito nel periodo umanistico e rinascimentale il personaggio di Orfeo resta sostanzialmente silenzioso, nel teatro e nella letteratura in genere, fino all’avvento del Simbolismo. Non a caso, dopo Nietzsche, Orfeo assume una pluralità di significati fino a diventare, nell’unione/opposizione con Narciso, simbolo di realtà e immagine emblemaitca di Eros/Thanatos. L’avvento e il contributo della psicanalisi aggiungono ulteriori contributi all’indagine sui confini tra vita e morte. Fra le tante è fondamentale leggere l’interpretazione moderna di J. Cocteau (1926) nel cui lavoro teatrale, collocato nel cuore delle avanguardie artistiche del periodo, le allegorie costruite attorno al mito di Orfeo appaiono ampiamente riferibili all’inconscio, così come sono evidenti possibili collegamenti con la psicanalisi junghiana. Non casualmente il copione di Cocteau attira l’attenzione del giovane Jerzy Grotowski, che lo mette in scena all’inizio della sua sperimentazione presso il Teatro delle 13 file a Opole, nel 1959, con una visione anti esistenzialista ma anche come primo atto di un teatro dell’attore, libero da sovrastrutture letterarie.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.