La cultura dell'innovazione disegnata dai grandi potentati finanziari e dalle sigle ricorrenti dei loro fedeli (WTO, FMI, Banca mondiale, ecc.) non ha alcuna simpatia per il sapere complesso, né per i suoi approcci epistemologici ed ermeneutici. La complessità non piace all'ottimismo melenso e semplicistico dei mezzi d'informazione di massa, ben poco inclini ad informare o a confrontarsi con la "crisi" delle certezze, scientifiche innanzitutto, che ha caratterizzato questo modello di pensiero, fin dal suo affacciarsi nella seconda metà del Novecento. L'innovazione così reclamizzata sembra voler trascendere il nodo plurimo delle emergenze che attanagliano l'umanità (fame, povertà, guerre, disastri ambientali, siccità, ingiustizie, genocidi), quasi che la loro soluzione richieda solo un intervento tecnocratico, non appena l'economia globale ci renderà partecipi dei suoi prodigi. Così la questione formativa diviene oggi un fondamentale banco di prova per valutare, ad esempio, le modalità di trasmissione del sapere scientifico, così come le implicazioni etiche che dovrebbero accompagnare un'autentica ricerca innovativa. Il testo, destinato a ricercatori, docenti, ed operatori sociali, ridisegna il mito contemporaneo dell'innovazione, per svelarne sia le trappole retoriche, che le amare conseguenze. Ma apre anche la riflessione ai semi fecondi di un approccio scientifico ed educativo che progetta un'innovazione differente.

Le scienze dell'innovazione. Nuove frontiere dell'educazione

GRAMIGNA, Anita;RIGHETTI, Marco;RAVAGLIA, Agnese
2006

Abstract

La cultura dell'innovazione disegnata dai grandi potentati finanziari e dalle sigle ricorrenti dei loro fedeli (WTO, FMI, Banca mondiale, ecc.) non ha alcuna simpatia per il sapere complesso, né per i suoi approcci epistemologici ed ermeneutici. La complessità non piace all'ottimismo melenso e semplicistico dei mezzi d'informazione di massa, ben poco inclini ad informare o a confrontarsi con la "crisi" delle certezze, scientifiche innanzitutto, che ha caratterizzato questo modello di pensiero, fin dal suo affacciarsi nella seconda metà del Novecento. L'innovazione così reclamizzata sembra voler trascendere il nodo plurimo delle emergenze che attanagliano l'umanità (fame, povertà, guerre, disastri ambientali, siccità, ingiustizie, genocidi), quasi che la loro soluzione richieda solo un intervento tecnocratico, non appena l'economia globale ci renderà partecipi dei suoi prodigi. Così la questione formativa diviene oggi un fondamentale banco di prova per valutare, ad esempio, le modalità di trasmissione del sapere scientifico, così come le implicazioni etiche che dovrebbero accompagnare un'autentica ricerca innovativa. Il testo, destinato a ricercatori, docenti, ed operatori sociali, ridisegna il mito contemporaneo dell'innovazione, per svelarne sia le trappole retoriche, che le amare conseguenze. Ma apre anche la riflessione ai semi fecondi di un approccio scientifico ed educativo che progetta un'innovazione differente.
2006
8846478770
innovazione; epistemologia; differenza; formazione
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