L'articolo mette a confronto i metodi indiretti di tariffazione dell'acqua irrigua con quelli diretti. I metodi indiretti si basano su una stima dei consumi fondata su variabili che sono correlate con l’utilizzo dell’acqua e per questo non consentono di determinare con elevata precisione i consumi reali. Essi sono i più diffusi nel mondo, in quanto si rivelano i più semplici sul piano operativo rispetto ai diretti. Da un punto di vista teorico, i singoli utilizzatori, per esempio gli agricoltori, non pagando in maniera corrispondente ai volumi effettivi, dovrebbero tendere a utilizzare in eccesso la risorsa, rispetto ai metodi diretti. Ciò determinerebbe una riduzione di efficienza dell’utilizzo dell’acqua, ovvero del valore di produzione agricola ottenibile per unità di volume di risorsa idrica. La stima della perdita di efficienza dell’acqua dovuta all’applicazione di metodi indiretti rispetto a quelli diretti è un tema poco affrontato in letteratura. A questo proposito, si presentano i risultati di un caso di studio del bacino della Capitanata, in provincia di Foggia, in cui sono state poste a confronto le misure dell’efficienza di utilizzo dell’acqua in agricoltura. Da questa analisi le differenze con i metodi indiretti in termini di efficienza di utilizzo appaiono poco significative. Inoltre, dal momento che i metodi diretti mostrano difficoltà di funzionamento su alcune fonti di approvvigionamento - come per esempio le acque sotterranee - emerge l’opportunità di riconsiderare anche i metodi indiretti.

Politiche di tariffazione idrica per un utilizzo efficiente dell’acqua in agricoltura

ZANNI, Giacomo
2008

Abstract

L'articolo mette a confronto i metodi indiretti di tariffazione dell'acqua irrigua con quelli diretti. I metodi indiretti si basano su una stima dei consumi fondata su variabili che sono correlate con l’utilizzo dell’acqua e per questo non consentono di determinare con elevata precisione i consumi reali. Essi sono i più diffusi nel mondo, in quanto si rivelano i più semplici sul piano operativo rispetto ai diretti. Da un punto di vista teorico, i singoli utilizzatori, per esempio gli agricoltori, non pagando in maniera corrispondente ai volumi effettivi, dovrebbero tendere a utilizzare in eccesso la risorsa, rispetto ai metodi diretti. Ciò determinerebbe una riduzione di efficienza dell’utilizzo dell’acqua, ovvero del valore di produzione agricola ottenibile per unità di volume di risorsa idrica. La stima della perdita di efficienza dell’acqua dovuta all’applicazione di metodi indiretti rispetto a quelli diretti è un tema poco affrontato in letteratura. A questo proposito, si presentano i risultati di un caso di studio del bacino della Capitanata, in provincia di Foggia, in cui sono state poste a confronto le misure dell’efficienza di utilizzo dell’acqua in agricoltura. Da questa analisi le differenze con i metodi indiretti in termini di efficienza di utilizzo appaiono poco significative. Inoltre, dal momento che i metodi diretti mostrano difficoltà di funzionamento su alcune fonti di approvvigionamento - come per esempio le acque sotterranee - emerge l’opportunità di riconsiderare anche i metodi indiretti.
2008
Giannoccaro, G.; Prosperi, M.; Zanni, Giacomo
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