Architettura sostenibile, bio-architettura, architettura solare, architettura ecologica, architettura bioclimatica, architettura ad alta efficienza energetica sono termini che utilizziamo sempre più spesso, e, come accade ogni volta che una qualche parola è adottata ripetutamente, anche in modo improprio. Li utilizziamo per definire edifici o luoghi urbani progettati e costruiti secondo principi che spaziano dall’attenzione alla qualità di vita dell’uomo, alle risorse disponibili o all’ambiente che ci circonda. Sono termini dall’ampio significato: ognuno li interpreta come vuole e assegna a loro il senso che ritiene più opportuno. Questo conduce a risultati spesso eterogenei tra loro, talvolta interessanti e meritevoli di attenzione, talvolta insignificanti e privi di contenuti. Ciò che li accomuna è il sostantivo “architettura”: prima di ogni altra caratterizzazione si deve trattare in ogni caso di architettura nelle sue declinazioni artistiche o tecniche. Un’architettura libera dai condizionamenti di mode e complicate riviste patinate ricche di slogan. Un’architettura lontana dalle derive di elaborate e spesso incomprensibili teorie progettuali, lontana dagli estremismi ingegneristici di complicati calcoli o formule fisiche, lontana da approcci monotematici sociali o tecnologici che siano. Un’architettura pensata per il benessere e l’identità delle persone, per i messaggi che comunica, per l’ambiente, per le risorse disponibili. Un’architettura priva di eccessi, costruita con tecnologie semplici e con limitato consumo di risorse naturali, low. Perché alla base dell’architettura c’è sempre e solo un principio: l’uomo. Pensare che l’efficienza energetica degli edifici non riguardi la cultura del progetto e della costruzione dell’architettura, ma sia una pura questione ingegneristica, nasca da un file di calcolo, o peggio ancora possa essere regolata da una normativa, significa ignorare completamente obiettivo, metodo e risultato di un processo ormai irreversibile. Non riuscire a comprendere questo processo significa affrontare in modo superficiale il progetto e la costruzione dell’architettura e del nostro futuro Abitare con maggior benessere non è un lusso, ma un progresso per la civiltà. Risparmiare energia non è una scelta, ma una necessità per la vita.
Scheda prodotto non validato
Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo
Data di pubblicazione: | 2009 | |
Titolo: | Low House | |
Autori: | Rinaldi A. | |
Rivista: | PAESAGGIO URBANO | |
Parole Chiave: | abitare sostenibile | |
Abstract: | Architettura sostenibile, bio-architettura, architettura solare, architettura ecologica, architettura bioclimatica, architettura ad alta efficienza energetica sono termini che utilizziamo sempre più spesso, e, come accade ogni volta che una qualche parola è adottata ripetutamente, anche in modo improprio. Li utilizziamo per definire edifici o luoghi urbani progettati e costruiti secondo principi che spaziano dall’attenzione alla qualità di vita dell’uomo, alle risorse disponibili o all’ambiente che ci circonda. Sono termini dall’ampio significato: ognuno li interpreta come vuole e assegna a loro il senso che ritiene più opportuno. Questo conduce a risultati spesso eterogenei tra loro, talvolta interessanti e meritevoli di attenzione, talvolta insignificanti e privi di contenuti. Ciò che li accomuna è il sostantivo “architettura”: prima di ogni altra caratterizzazione si deve trattare in ogni caso di architettura nelle sue declinazioni artistiche o tecniche. Un’architettura libera dai condizionamenti di mode e complicate riviste patinate ricche di slogan. Un’architettura lontana dalle derive di elaborate e spesso incomprensibili teorie progettuali, lontana dagli estremismi ingegneristici di complicati calcoli o formule fisiche, lontana da approcci monotematici sociali o tecnologici che siano. Un’architettura pensata per il benessere e l’identità delle persone, per i messaggi che comunica, per l’ambiente, per le risorse disponibili. Un’architettura priva di eccessi, costruita con tecnologie semplici e con limitato consumo di risorse naturali, low. Perché alla base dell’architettura c’è sempre e solo un principio: l’uomo. Pensare che l’efficienza energetica degli edifici non riguardi la cultura del progetto e della costruzione dell’architettura, ma sia una pura questione ingegneristica, nasca da un file di calcolo, o peggio ancora possa essere regolata da una normativa, significa ignorare completamente obiettivo, metodo e risultato di un processo ormai irreversibile. Non riuscire a comprendere questo processo significa affrontare in modo superficiale il progetto e la costruzione dell’architettura e del nostro futuro Abitare con maggior benessere non è un lusso, ma un progresso per la civiltà. Risparmiare energia non è una scelta, ma una necessità per la vita. | |
Handle: | http://hdl.handle.net/11392/533892 | |
Appare nelle tipologie: | 03.1 Articolo su rivista |