Probabilmente se non fosse scomparso a soli 55 anni a causa di una feroce malattia Affonso Eduardo Reidy sarebbe stato il più grande architetto brasiliano di tutti i tempi al pari del maestro Oscar Niemayer. Nato a Parigi nel 1909 da padre inglese e madre brasiliana (di discendenza italiana) Reidy ebbe una carriera prodigiosa: nel 1930 ottiene il diploma di architetto alla scuola nazionale di belle arti di Rio de Janeiro, dal 1931 è collaboratore di Gregori Warchavichik, pioniere del modernismo brasiliano, ed a soli 24 anni ottienne la cattedra di piccole composizioni nella stessa accademia di belle arti. Il successo e la notorietà arriva con il progetto del ministero dell’educazione e della salute a Rio de Janeiro, opera fortemente voluta dall’allora presidente brasiliano Getulio Vargas (dimostrando ancora una volta il forte legame tra l’architettura modernista brasiliana ed il potere politico come nel caso di Brasilia) il quale annulla l’esito del concorso giudicato troppo classicista ed invita Lucio Costa a nuove proposte. È proprio l’architetto che in seguito disegnerà la nuova capitale brasiliana a guidare un gruppo di progettazione formato da Oscar Niemayer, Jorge Moreira, Carlos Leão, Ernani Vasconcellos, Burle Marx e lo stesso Reidy; il gotha dell’architettura di un paese si riuniva per la prima volta sotto la guida di un abile progettista e con la collaborazione esterna di uno dei più grandi maestri mai esistiti: Le Corbusier. Dopo questa straordinaria esperienza compositiva Affonso Reidy diviene rapidamente uno degli architetti brasiliani più conosciuti del momento, progetta diversi edifici di grande successo lasciandoci veri capolavori come il museo di arte moderna (MAM) di Rio de Janeiro (1953) e il piano per il parco di Flamengo (1962) entrambi in collaborazione con Burle Marx per gli aspetti paesaggistici. Ma la vera aspirazione di Reidy era la lotta per un’architettura dall’alta valenza sociale ed economica, un’architettura sempre disegnata per la comunità con una forte consapevolezza del suo potere rivoluzionario. Per questo le opere realizzate come architetto capo del dipartimento delle abitazioni popolari assumono oggi un’importanza forse ancor maggiore degli interventi più conosciuti.
Residenze sociali a Rio de Janeiro. Il modernismo brasiliano a servizio della collettività nelle opere di Affonso Eduardo Reidy
ROSSATO, Luca
2008
Abstract
Probabilmente se non fosse scomparso a soli 55 anni a causa di una feroce malattia Affonso Eduardo Reidy sarebbe stato il più grande architetto brasiliano di tutti i tempi al pari del maestro Oscar Niemayer. Nato a Parigi nel 1909 da padre inglese e madre brasiliana (di discendenza italiana) Reidy ebbe una carriera prodigiosa: nel 1930 ottiene il diploma di architetto alla scuola nazionale di belle arti di Rio de Janeiro, dal 1931 è collaboratore di Gregori Warchavichik, pioniere del modernismo brasiliano, ed a soli 24 anni ottienne la cattedra di piccole composizioni nella stessa accademia di belle arti. Il successo e la notorietà arriva con il progetto del ministero dell’educazione e della salute a Rio de Janeiro, opera fortemente voluta dall’allora presidente brasiliano Getulio Vargas (dimostrando ancora una volta il forte legame tra l’architettura modernista brasiliana ed il potere politico come nel caso di Brasilia) il quale annulla l’esito del concorso giudicato troppo classicista ed invita Lucio Costa a nuove proposte. È proprio l’architetto che in seguito disegnerà la nuova capitale brasiliana a guidare un gruppo di progettazione formato da Oscar Niemayer, Jorge Moreira, Carlos Leão, Ernani Vasconcellos, Burle Marx e lo stesso Reidy; il gotha dell’architettura di un paese si riuniva per la prima volta sotto la guida di un abile progettista e con la collaborazione esterna di uno dei più grandi maestri mai esistiti: Le Corbusier. Dopo questa straordinaria esperienza compositiva Affonso Reidy diviene rapidamente uno degli architetti brasiliani più conosciuti del momento, progetta diversi edifici di grande successo lasciandoci veri capolavori come il museo di arte moderna (MAM) di Rio de Janeiro (1953) e il piano per il parco di Flamengo (1962) entrambi in collaborazione con Burle Marx per gli aspetti paesaggistici. Ma la vera aspirazione di Reidy era la lotta per un’architettura dall’alta valenza sociale ed economica, un’architettura sempre disegnata per la comunità con una forte consapevolezza del suo potere rivoluzionario. Per questo le opere realizzate come architetto capo del dipartimento delle abitazioni popolari assumono oggi un’importanza forse ancor maggiore degli interventi più conosciuti.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.