E’ indubbio che negli ultimi anni proprio Londra sia stata un fervido laboratorio per sperimentazioni residenziali a “super-densità” verso un housing più sostenibile sotto molteplici aspetti. Il continuo sviluppo urbano della metropoli inglese (la città europea che cresce al ritmo più alto) produce un’allarmante richiesta di abitazioni per le diverse fasce sociali di popolazione e tale domanda di spazi deve essere soddisfatta contenendo lo sprawl urbano che sta portando quotidianamente pendolari da più di 300 km di diametro facendola diventare la più vasta regione urbana europea. Recenti studi sono giunti alla conclusione che nel prossimo decennio l’incremento di popolazione di Londra sarà pari a quasi un milione di persone e questo dato tradotto in domanda abitativa si trasforma nella necessità di costruire più di trentamila residenze all’anno con relativa enorme richiesta di terreni edificabili. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale nelle zone centrali della capitale inglese una densità di 75 residenze per ettaro era considerata ottimale per una corretta vivibilità e fruizione da parte di tutti i residenti degli spazi comuni, mentre il limite per un ambiente vivibile era comunemente accettato attorno alle 150 unità per ettaro. La necessità di compattare il tessuto urbano della capitale e la speculazione fondiaria che mira a trarre il massimo utile dalla edificabilità di un sito hanno ultimamente portato alla realizzazione di interventi a densità due o tre volte superiori questo limite. Tuttavia basta pensare al ricercatissimo quartiere residenziale londinese di Kensington, che ha una densità media di 250 residenze per ettaro ed un valore immobiliare a metro quadro pari a 5 volte quello medio del Regno Unito per capire che il concetto di alta densità non è mai stato in se stesso il vero problema, quanto piuttosto la capacità di creare ambienti piacevoli e di facile gestione in questi complicati contesti
Densità sostenibile. L’alta densità abitativa come possibile via per un housing a minore impatto ambientale: l’esperienza inglese
ROSSATO, Luca
2008
Abstract
E’ indubbio che negli ultimi anni proprio Londra sia stata un fervido laboratorio per sperimentazioni residenziali a “super-densità” verso un housing più sostenibile sotto molteplici aspetti. Il continuo sviluppo urbano della metropoli inglese (la città europea che cresce al ritmo più alto) produce un’allarmante richiesta di abitazioni per le diverse fasce sociali di popolazione e tale domanda di spazi deve essere soddisfatta contenendo lo sprawl urbano che sta portando quotidianamente pendolari da più di 300 km di diametro facendola diventare la più vasta regione urbana europea. Recenti studi sono giunti alla conclusione che nel prossimo decennio l’incremento di popolazione di Londra sarà pari a quasi un milione di persone e questo dato tradotto in domanda abitativa si trasforma nella necessità di costruire più di trentamila residenze all’anno con relativa enorme richiesta di terreni edificabili. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale nelle zone centrali della capitale inglese una densità di 75 residenze per ettaro era considerata ottimale per una corretta vivibilità e fruizione da parte di tutti i residenti degli spazi comuni, mentre il limite per un ambiente vivibile era comunemente accettato attorno alle 150 unità per ettaro. La necessità di compattare il tessuto urbano della capitale e la speculazione fondiaria che mira a trarre il massimo utile dalla edificabilità di un sito hanno ultimamente portato alla realizzazione di interventi a densità due o tre volte superiori questo limite. Tuttavia basta pensare al ricercatissimo quartiere residenziale londinese di Kensington, che ha una densità media di 250 residenze per ettaro ed un valore immobiliare a metro quadro pari a 5 volte quello medio del Regno Unito per capire che il concetto di alta densità non è mai stato in se stesso il vero problema, quanto piuttosto la capacità di creare ambienti piacevoli e di facile gestione in questi complicati contestiI documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.