Il progetto consiste nella simulazione di un intervento di energy retrofit con l’obiettivo di valutare l’applicazione di sistemi ad alto contenuto tecnologico. Il caso studio su cui è stata svolta l’operazione di recupero è un complesso direzionale sito nell’area periurbana di Ferrara, completato a metà degli anni ’80 e immediatamente sequestrato causa l’emergere di illeciti finanziari negli investimenti. Da allora il complesso non è mai stato utilizzato, diventando luogo di occupazione abusiva di senzatetto e tossicodipendenti. La dimensione del complesso (circa 45.000 m²) ha richiesto un’attenta analisi urbana, prima poter elaborare un progetto orientato ad implementare le carenti prestazioni energetiche dei suoi edifici. Dopo un’ulteriore analisi di fattibilità economica (è stata simulata un’operazione di STU - Società di Trasformazione Urbana), è stato preso in esame il fabbricato più significativo del complesso, un edificio a tipologia in linea a corpo triplo di cinque piani fuori terra. L’approfondimento ha permesso di raggiungere un elevato grado di dettaglio nella progettazione del sistema edificio-impianto: la necessità energetica ed estetica di dare una nuova facies all’edificio è stata tradotta nell’installazione di una facciata “a doppia pelle” semitrasparente con funzione attiva (fotovoltaico integrato) e passiva (ottimizzazione dei guadagni solari dovuti a irraggiamento). Il funzionamento della doppia pelle fotovoltaica è abbinato ad un impianto di geotermia superficiale, che permette un’azione combinata variabile a seconda del carico termico stagionale (quindi delle necessità di climatizzazione interna): in inverno il guadagno termico riduce il lavoro del sistema geotermico, mentre il basso angolo di incidenza solare permette un’elevata produzione elettrica; in estate l’aria calda viene raffreddata per effetto geotermico e fatta passare attraverso l’intercapedine della doppia pelle, raffreddandola e riducendo il guadagno solare termico degli ambienti mentre l’aria stessa perde umidità e può quindi essere ridiretta all’interno dei locali per raffrescarli. In conclusione, è stato valutato che l’upgrade tecnologico ha permesso all’edificio di migliorare la sua prestazione energetica da Classe G a Classe C del sistema di certificazione Ecoabita (protocollo locale di Reggio Emilia, preso come riferimento data la vicinanza a Ferrara). Lo risultato si è quantificato in una riduzione del FEP (Fabbisogno di Energia Primaria) da 110 a 41 kWh/m² anno.

Progetto di energy retrofit Il Palazzo degli Specchi a Ferrara

BELPOLITI, Vittorino
2008

Abstract

Il progetto consiste nella simulazione di un intervento di energy retrofit con l’obiettivo di valutare l’applicazione di sistemi ad alto contenuto tecnologico. Il caso studio su cui è stata svolta l’operazione di recupero è un complesso direzionale sito nell’area periurbana di Ferrara, completato a metà degli anni ’80 e immediatamente sequestrato causa l’emergere di illeciti finanziari negli investimenti. Da allora il complesso non è mai stato utilizzato, diventando luogo di occupazione abusiva di senzatetto e tossicodipendenti. La dimensione del complesso (circa 45.000 m²) ha richiesto un’attenta analisi urbana, prima poter elaborare un progetto orientato ad implementare le carenti prestazioni energetiche dei suoi edifici. Dopo un’ulteriore analisi di fattibilità economica (è stata simulata un’operazione di STU - Società di Trasformazione Urbana), è stato preso in esame il fabbricato più significativo del complesso, un edificio a tipologia in linea a corpo triplo di cinque piani fuori terra. L’approfondimento ha permesso di raggiungere un elevato grado di dettaglio nella progettazione del sistema edificio-impianto: la necessità energetica ed estetica di dare una nuova facies all’edificio è stata tradotta nell’installazione di una facciata “a doppia pelle” semitrasparente con funzione attiva (fotovoltaico integrato) e passiva (ottimizzazione dei guadagni solari dovuti a irraggiamento). Il funzionamento della doppia pelle fotovoltaica è abbinato ad un impianto di geotermia superficiale, che permette un’azione combinata variabile a seconda del carico termico stagionale (quindi delle necessità di climatizzazione interna): in inverno il guadagno termico riduce il lavoro del sistema geotermico, mentre il basso angolo di incidenza solare permette un’elevata produzione elettrica; in estate l’aria calda viene raffreddata per effetto geotermico e fatta passare attraverso l’intercapedine della doppia pelle, raffreddandola e riducendo il guadagno solare termico degli ambienti mentre l’aria stessa perde umidità e può quindi essere ridiretta all’interno dei locali per raffrescarli. In conclusione, è stato valutato che l’upgrade tecnologico ha permesso all’edificio di migliorare la sua prestazione energetica da Classe G a Classe C del sistema di certificazione Ecoabita (protocollo locale di Reggio Emilia, preso come riferimento data la vicinanza a Ferrara). Lo risultato si è quantificato in una riduzione del FEP (Fabbisogno di Energia Primaria) da 110 a 41 kWh/m² anno.
2008
Belpoliti, Vittorino
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