Uno degli esempi più significativi e spettacolari della preistoria filippina è sicuramente quello della grotta di Tabon (Tabon Cave). Situata sulla costa Ovest dell’isola di Palawan e scavata per la prima volta dal 1962 al 1966 dall’inglese Robert Fox (Fox, 1970), la grotta ha restituito le prime evidenze della presenza del genere Homo nelle Filippine durante il Pleistocene superiore (Shutler, 1965). Si tratta di una cavità carsica lunga circa 40 metri, larga 15 e alta 8 oggi situata a circa 35 metri sul livello del mare. Numerose occupazioni preistoriche e protostoriche si sono susseguite all’interno della grotta di cui la più recente è attestata dal ritrovamento di numerose giare funerarie datanti a 200-500 anni AC (Fox, 1970). I livelli più antichi, invece, hanno restituito una grande quantità di strumenti litici, sopratutto in diaspro e calcare silicizzato, più raramente in basalto e quarzo, associati a rari resti di vertebrati fossili e ancor più rari, ma di fondamentale importanza, resti di attribuibili a Homo sapiens. L’occupazione paleolitica è stata inizialmente datata a circa 23-30 mila anni fa tramite il metodo 14C. In seguito alle indagini condotte negli anni ’60, a partire dal 2005 il Museo di storia naturale di Parigi, in collaborazione con il National Museum di Manila e grazie alla collaborazione dell’Università di Ferrara ha ricominciato le attività di scavo e ricerca nella Grotta di Tabon, arrivando a tracciare un quadro più preciso delle occupazioni, delle modalità di sussistenza, della cronologia e delle caratteristiche anatomiche dei primi sapiens che hanno occupato l’arcipelago filippino e, più in particolare, l’isola di Palawan.
Arcipelago delle Filippine Homo sapiens a Tabon Cave
ARZARELLO, Marta;C. PERETTO
2008
Abstract
Uno degli esempi più significativi e spettacolari della preistoria filippina è sicuramente quello della grotta di Tabon (Tabon Cave). Situata sulla costa Ovest dell’isola di Palawan e scavata per la prima volta dal 1962 al 1966 dall’inglese Robert Fox (Fox, 1970), la grotta ha restituito le prime evidenze della presenza del genere Homo nelle Filippine durante il Pleistocene superiore (Shutler, 1965). Si tratta di una cavità carsica lunga circa 40 metri, larga 15 e alta 8 oggi situata a circa 35 metri sul livello del mare. Numerose occupazioni preistoriche e protostoriche si sono susseguite all’interno della grotta di cui la più recente è attestata dal ritrovamento di numerose giare funerarie datanti a 200-500 anni AC (Fox, 1970). I livelli più antichi, invece, hanno restituito una grande quantità di strumenti litici, sopratutto in diaspro e calcare silicizzato, più raramente in basalto e quarzo, associati a rari resti di vertebrati fossili e ancor più rari, ma di fondamentale importanza, resti di attribuibili a Homo sapiens. L’occupazione paleolitica è stata inizialmente datata a circa 23-30 mila anni fa tramite il metodo 14C. In seguito alle indagini condotte negli anni ’60, a partire dal 2005 il Museo di storia naturale di Parigi, in collaborazione con il National Museum di Manila e grazie alla collaborazione dell’Università di Ferrara ha ricominciato le attività di scavo e ricerca nella Grotta di Tabon, arrivando a tracciare un quadro più preciso delle occupazioni, delle modalità di sussistenza, della cronologia e delle caratteristiche anatomiche dei primi sapiens che hanno occupato l’arcipelago filippino e, più in particolare, l’isola di Palawan.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.