Il presente studio vuole illustrare l'importanza salutistica di una risorsa amazzonica scarsamente investigata e d'uso prevalentemente popolare, un miele da api senza pungiglione (Melipona spp.), descrivendo la sintesi culturale operata a livello internazionale tra competenze etnobotaniche ed etnomediche, fitochimiche, farmacognostiche e biologico farmaceutiche. La ricerca rispecchia attività che da diversi anni sono coordinate al fine della valorizzazione funzionale di fonti naturali amazzoniche nel rispetto della biodiversità, contribuendo al miglioramento e alla creazione di filiere di produzione che prevedano ricadute sulle culture indigene. Il miele da Melipona spp. in oggetto proviene dall'area amazzonica dell'oriente ecuadoriano, ove viene popolarmente utilizzato come risorsa alimentare, come dolcificante e come rimedio a disturbi da raffreddamento. Il miele è stato raccolto e sottoposto ad analisi chimico-fisiche e biologiche anche con il supporto del Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (CRA-Unità di ricerca di apicoltura e bachicoltura, Bologna). In parallelo all'indagine comparativa di due mieli commerciali da A. mellifera, si è proceduto ad una separazione della frazione zuccherina e ad una analisi HPTLC di flavonoidi e cumarine: sono state identificate fraxina e bergamotina (0,065±0,009; 0,035±0,005μg/g), luteolina (0,045±0,006μg/g), quercitrina (0,02±0,003μg/g), isoramnetina (0,015±0,002μg/g). Mediante HPLC è stata effettuata un'analisi degli zuccheri: saccarosio (3,72±0,49g/100g miele), glucosio (25,52±3,41g/100g miele), fruttosio (25,2±3,37g/100g miele). L'analisi HPLC è stata estesa alla rilevazione della vitamina E tra i cui isomeri è stato identificato il solo β-tocoferolo (1,12±0,15μg/g). A questa preliminare indagine fitochimica sono state associate valutazioni di attività biologica sulle proprietà antiossidanti in vitro (DPPH; β-carotene bleaching test) in cui si sono riscontrate capacità scavenger molto interessanti sia per confronto con i mieli commerciali da A. mellifera sia con il controllo positivo (BHA): 88,08±11,1% di inibizione sul radicale DPPH; 70,76±8,9% di inibizione sull'ossidazione del β-carotene. Utilizzando il ceppo Saccharomyces cerevisiae D7 [2] abbiamo poi valutato la capacità mutageno-protettiva della frazione metanolica del miele di Melipona rispetto all'insorgere di conversione genica e mutazione puntiforme in seguito ad esposizione ad EMS (etilmetansulfonato). I risultati ottenuti con il ceppo D7, in parte confrontati con test di Ames svolto in parallelo, hanno manifestato una riduzione dell'insorgenza delle colonie mutate per conversione genica pari a 51,9%, e dell'83% per mutazione puntiforme già alla dose più bassa (0,15g/ml). Gli effetti protettivi presentavano un incremento dose-dipendente. In via del tutto preliminare, si è valutata l'attività antibatterica vs. quattro ceppi mettendo in evidenza un'attività superiore a quella riscontrabile in con i mieli commerciali da A. mellifera. In conclusione, questa prima indagine sul miele di Melipona spp. proveniente dall'amazzonia orientale ecuadoriana ha messo in luce potenzialità funzionali interessanti che possono preludere ad un impiego su più ampia scala di questo originale prodotto salutistico con interessanti ricadute sulla realtà indigena.
Il miele amazzonico da api senza pungiglione (Melipona spp.): un profilo composizionale e funzionale
SACCHETTI, Gianni;GUERRINI, Alessandra;MUZZOLI, Mariavittoria;ROSSI, Damiano;MAIETTI, Silvia;PAGANETTO, Guglielmo;POLI, Ferruccio
2008
Abstract
Il presente studio vuole illustrare l'importanza salutistica di una risorsa amazzonica scarsamente investigata e d'uso prevalentemente popolare, un miele da api senza pungiglione (Melipona spp.), descrivendo la sintesi culturale operata a livello internazionale tra competenze etnobotaniche ed etnomediche, fitochimiche, farmacognostiche e biologico farmaceutiche. La ricerca rispecchia attività che da diversi anni sono coordinate al fine della valorizzazione funzionale di fonti naturali amazzoniche nel rispetto della biodiversità, contribuendo al miglioramento e alla creazione di filiere di produzione che prevedano ricadute sulle culture indigene. Il miele da Melipona spp. in oggetto proviene dall'area amazzonica dell'oriente ecuadoriano, ove viene popolarmente utilizzato come risorsa alimentare, come dolcificante e come rimedio a disturbi da raffreddamento. Il miele è stato raccolto e sottoposto ad analisi chimico-fisiche e biologiche anche con il supporto del Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (CRA-Unità di ricerca di apicoltura e bachicoltura, Bologna). In parallelo all'indagine comparativa di due mieli commerciali da A. mellifera, si è proceduto ad una separazione della frazione zuccherina e ad una analisi HPTLC di flavonoidi e cumarine: sono state identificate fraxina e bergamotina (0,065±0,009; 0,035±0,005μg/g), luteolina (0,045±0,006μg/g), quercitrina (0,02±0,003μg/g), isoramnetina (0,015±0,002μg/g). Mediante HPLC è stata effettuata un'analisi degli zuccheri: saccarosio (3,72±0,49g/100g miele), glucosio (25,52±3,41g/100g miele), fruttosio (25,2±3,37g/100g miele). L'analisi HPLC è stata estesa alla rilevazione della vitamina E tra i cui isomeri è stato identificato il solo β-tocoferolo (1,12±0,15μg/g). A questa preliminare indagine fitochimica sono state associate valutazioni di attività biologica sulle proprietà antiossidanti in vitro (DPPH; β-carotene bleaching test) in cui si sono riscontrate capacità scavenger molto interessanti sia per confronto con i mieli commerciali da A. mellifera sia con il controllo positivo (BHA): 88,08±11,1% di inibizione sul radicale DPPH; 70,76±8,9% di inibizione sull'ossidazione del β-carotene. Utilizzando il ceppo Saccharomyces cerevisiae D7 [2] abbiamo poi valutato la capacità mutageno-protettiva della frazione metanolica del miele di Melipona rispetto all'insorgere di conversione genica e mutazione puntiforme in seguito ad esposizione ad EMS (etilmetansulfonato). I risultati ottenuti con il ceppo D7, in parte confrontati con test di Ames svolto in parallelo, hanno manifestato una riduzione dell'insorgenza delle colonie mutate per conversione genica pari a 51,9%, e dell'83% per mutazione puntiforme già alla dose più bassa (0,15g/ml). Gli effetti protettivi presentavano un incremento dose-dipendente. In via del tutto preliminare, si è valutata l'attività antibatterica vs. quattro ceppi mettendo in evidenza un'attività superiore a quella riscontrabile in con i mieli commerciali da A. mellifera. In conclusione, questa prima indagine sul miele di Melipona spp. proveniente dall'amazzonia orientale ecuadoriana ha messo in luce potenzialità funzionali interessanti che possono preludere ad un impiego su più ampia scala di questo originale prodotto salutistico con interessanti ricadute sulla realtà indigena.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.