Questa ricerca interuniversitaria si propone di indagare le relazioni fra la produttività carbonatica in ambienti di margine di piattaforma e la dinamica deposizionale delle adiacenti scarpate, attraverso lo studio delle geometrie deposizionali, delle facies sedimentarie e delle associazioni paleontologiche, in alcuni casi esemplari selezionati nel Meso-Cenozoico italiano. Particolare enfasi sarà posta all'interpretazione paleoecologica delle comunità di biocostruttori all'interno degli ambienti di margine. Ci si propone inoltre di procedere alla simulazione numerica di profili sismici sintetici, in una o più aree di affioramento. L'analisi di corpi sedimentari accumulatisi in ambienti omologhi, ma in tempi e contesti paleoambientali e biologico-evolutivi diversi, sarà finalizzata alla sintesi di modelli concettuali generalizzati. Questa ricerca potrebbe si propone di ragiungere ricadute positive per la cartografia geologica ufficiale e per la ricerca di corpi acquiferi e di serbatoi di idrocarburi. Questo progetto in particolare si propone di analizzare margini fortemente cementati ad "evinospongie" nel Triassico Medio delle Dolomiti; a serpulidi e microbialiti nel Triassico Superiore dell'Appennino meridionale, ad Ellipsactiniae nel Malm e Cretaceo Inferiore del Gargano, a coralli e macroforaminiferi nell'Eocene e nell'Oligocene della Maiella, Gargano ed Isole Tremiti, ad alghe calcaree, vermetidi e microbialiti del Miocene superiore pre-evaporitico del Salento. Tutte queste aree sono già state oggetto di ricerche pluriennali da parte dei componenti delle varie unità operative, per cui si è potuto fin da ora individuare gli affioramenti su cui concentrare le indagini. Le quattro unità si propongono di operare in stretto coordinamento reciproco. L'unità di Ferrara si prefigge in particolare di studiare le geometrie deposizionali e le associazioni di facies nel Triassico Medio delle Dolomiti e nel Cretaceo e Terziario del margine orientale della Piattaforma Apula; l'unità di Roma di analizzare le associazioni a foraminiferi bentonici e ad alghe calcaree di questo margine, quella di Modena i coralli e altri organismi biocostruttori mesozoici e terziari, l'unità di Napoli si prefigge infine lo studio di terreno e di laboratorio del Triassico Superiore e Liassico dell'Appennino meridionale. L'integrazione interdisciplinare dei dati paleontologici, stratigrafici, sedimentologici, diagenetici e petrofisici verrà curata anche attraverso l'organizzazione di riunioni periodiche di discussione e coordinamento.
Paleoecologia, produttività carbonatica, geometrie deposizionali e simulazione sismostratigrafica di corpi di margine e scarpata in piattaforme carbonatiche italiane di età meso-cenozoica
BOSELLINI, Alfonso
2000
Abstract
Questa ricerca interuniversitaria si propone di indagare le relazioni fra la produttività carbonatica in ambienti di margine di piattaforma e la dinamica deposizionale delle adiacenti scarpate, attraverso lo studio delle geometrie deposizionali, delle facies sedimentarie e delle associazioni paleontologiche, in alcuni casi esemplari selezionati nel Meso-Cenozoico italiano. Particolare enfasi sarà posta all'interpretazione paleoecologica delle comunità di biocostruttori all'interno degli ambienti di margine. Ci si propone inoltre di procedere alla simulazione numerica di profili sismici sintetici, in una o più aree di affioramento. L'analisi di corpi sedimentari accumulatisi in ambienti omologhi, ma in tempi e contesti paleoambientali e biologico-evolutivi diversi, sarà finalizzata alla sintesi di modelli concettuali generalizzati. Questa ricerca potrebbe si propone di ragiungere ricadute positive per la cartografia geologica ufficiale e per la ricerca di corpi acquiferi e di serbatoi di idrocarburi. Questo progetto in particolare si propone di analizzare margini fortemente cementati ad "evinospongie" nel Triassico Medio delle Dolomiti; a serpulidi e microbialiti nel Triassico Superiore dell'Appennino meridionale, ad Ellipsactiniae nel Malm e Cretaceo Inferiore del Gargano, a coralli e macroforaminiferi nell'Eocene e nell'Oligocene della Maiella, Gargano ed Isole Tremiti, ad alghe calcaree, vermetidi e microbialiti del Miocene superiore pre-evaporitico del Salento. Tutte queste aree sono già state oggetto di ricerche pluriennali da parte dei componenti delle varie unità operative, per cui si è potuto fin da ora individuare gli affioramenti su cui concentrare le indagini. Le quattro unità si propongono di operare in stretto coordinamento reciproco. L'unità di Ferrara si prefigge in particolare di studiare le geometrie deposizionali e le associazioni di facies nel Triassico Medio delle Dolomiti e nel Cretaceo e Terziario del margine orientale della Piattaforma Apula; l'unità di Roma di analizzare le associazioni a foraminiferi bentonici e ad alghe calcaree di questo margine, quella di Modena i coralli e altri organismi biocostruttori mesozoici e terziari, l'unità di Napoli si prefigge infine lo studio di terreno e di laboratorio del Triassico Superiore e Liassico dell'Appennino meridionale. L'integrazione interdisciplinare dei dati paleontologici, stratigrafici, sedimentologici, diagenetici e petrofisici verrà curata anche attraverso l'organizzazione di riunioni periodiche di discussione e coordinamento.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.