L’ossidazione anodica di sostanze organiche, anche di natura complessa, porta in genere alla formazione di metaboliti più semplici, prima della decomposizione completa ad anidride carbonica ed acqua, e tra essi l’acido ossalico (OA) è probabilmente l’intermedio più ricorrente. Nonostante abbia struttura semplice, la sua completa mineralizzazione risulta essere fortemente dipendente dalla natura del materiale elettrodico al quale il processo elettrochimico ha luogo. Sargisyan e Vasil’ev [Elektrokhimiya, 18 (1982) 845] furono i primi a sottolineare tale dipendenza, investigando il comportamento cinetico a diversi metalli (Rh, Pd, Os, Ir, Pt e Au), come pure su anodi dimensionalmente stabili (RuO2-TiO2) e su carbone vetroso. Dal loro lavoro risulta chiaramente il ruolo giocato dallo stadio di adsorbimento dell’anione organico, come pure la crescente difficoltà ad ottenere il processo ossidativo su materiali aventi un’elevata affinità per l’ossigeno. Più recentemente, tali conclusioni sono risultate confermate da dati da noi ottenuti sull’ossidazione di OA ad elevati potenziali anodici [Electrochimica Acta, 49 (2004) 4027]. Allo scopo di arricchire il quadro, il presente lavoro è stato basato su misure eseguite a diversi materiali elettrodici, comprendenti platino, ossidi misti, carbone vetroso e diamante conduttore, modificato in superficie dalla presenza di ossigeno e fluoro.

Ossidazione di acido ossalico a diversi materiali elettrodici

FERRO, Sergio;DONATONI, Martina;MARTINEZ, Carlos Alberto;DE BATTISTI, Achille
2007

Abstract

L’ossidazione anodica di sostanze organiche, anche di natura complessa, porta in genere alla formazione di metaboliti più semplici, prima della decomposizione completa ad anidride carbonica ed acqua, e tra essi l’acido ossalico (OA) è probabilmente l’intermedio più ricorrente. Nonostante abbia struttura semplice, la sua completa mineralizzazione risulta essere fortemente dipendente dalla natura del materiale elettrodico al quale il processo elettrochimico ha luogo. Sargisyan e Vasil’ev [Elektrokhimiya, 18 (1982) 845] furono i primi a sottolineare tale dipendenza, investigando il comportamento cinetico a diversi metalli (Rh, Pd, Os, Ir, Pt e Au), come pure su anodi dimensionalmente stabili (RuO2-TiO2) e su carbone vetroso. Dal loro lavoro risulta chiaramente il ruolo giocato dallo stadio di adsorbimento dell’anione organico, come pure la crescente difficoltà ad ottenere il processo ossidativo su materiali aventi un’elevata affinità per l’ossigeno. Più recentemente, tali conclusioni sono risultate confermate da dati da noi ottenuti sull’ossidazione di OA ad elevati potenziali anodici [Electrochimica Acta, 49 (2004) 4027]. Allo scopo di arricchire il quadro, il presente lavoro è stato basato su misure eseguite a diversi materiali elettrodici, comprendenti platino, ossidi misti, carbone vetroso e diamante conduttore, modificato in superficie dalla presenza di ossigeno e fluoro.
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