L’arte figurativa aurignaziana è nota soltanto attraverso un piccolo numero di ritrovamenti, anche se la si considera in rapporto alla produzione artistica paleolitica di età più recente. Tali ritrovamenti sono concentrati soprattutto in due aree: nel Giura svevo e in Dordogna. Le sculture animali e antropomorfe trovate nei depositi aurignaziani di sette grotte dell’Alta Valle del Danubio, nel Giura svevo, costituiscono un insieme omogeneo. Esso si caratterizza per natura dei supporti (avorio) varietà degli animali rappresentati (tra i quali hanno un ruolo preminente felini e mammut), realismo nelle raffigurazioni di particolari anatomici, ampio uso di motivi costituiti da bande di punti, di tratti o di croci sulle figure animali o umane, senza rapporto con la loro anatomia (forse con intenzione unicamente decorativa), colorazione delle statuette. Un particolare interesse, in relazione all’antropomorfo di Fumane, rivestono i quattro antropomorfi, diversi l’uno dall’altro per il modo di rappresentare la figura umana (raffigurazione sommaria a Vogelherd, schematica a Geissenklösterle, molto complessa a Hohlenstein-Stadel) e i per contenuti (raffigurazione di esseri ibridi o di uomini mascherati) (Hahn, 1971, 1982). Va ricordato un altro ritrovamento isolato nordalpino, proveniente dalla media Valle del Danubio: la figura femminile ritagliata in una lastra di scisto del sito aurignaziano all’aperto di Galgenberg (Neugebauer Maresch, 1989). Un secondo centro, anch’esso omogeneo, è rappresentato dalla produzione venuta in luce nei depositi aurignaziani di alcuni ripari della Dordogna: grandi blocchi dipinti o più frequentemente incisi con tratti grossolani ottenuti mediante picchettature seguite da raschiatura. Le incisioni rappresentano figure di vulve o di animali disegnati molto sommariamente (Peyrony, 1934). In questo quadro, la produzione pittorica di Fumane può rappresentare un terzo centro, caratterizzato dall’utilizzo dell’ocra rossa per rappresentare le figure animali e umane con un linguaggio pittorico molto “primitivo”.

Pitture aurignaziane nella Grotta di Fumane

BROGLIO, Alberto;DE STEFANI, Mirco;GURIOLI, Fabio
2004

Abstract

L’arte figurativa aurignaziana è nota soltanto attraverso un piccolo numero di ritrovamenti, anche se la si considera in rapporto alla produzione artistica paleolitica di età più recente. Tali ritrovamenti sono concentrati soprattutto in due aree: nel Giura svevo e in Dordogna. Le sculture animali e antropomorfe trovate nei depositi aurignaziani di sette grotte dell’Alta Valle del Danubio, nel Giura svevo, costituiscono un insieme omogeneo. Esso si caratterizza per natura dei supporti (avorio) varietà degli animali rappresentati (tra i quali hanno un ruolo preminente felini e mammut), realismo nelle raffigurazioni di particolari anatomici, ampio uso di motivi costituiti da bande di punti, di tratti o di croci sulle figure animali o umane, senza rapporto con la loro anatomia (forse con intenzione unicamente decorativa), colorazione delle statuette. Un particolare interesse, in relazione all’antropomorfo di Fumane, rivestono i quattro antropomorfi, diversi l’uno dall’altro per il modo di rappresentare la figura umana (raffigurazione sommaria a Vogelherd, schematica a Geissenklösterle, molto complessa a Hohlenstein-Stadel) e i per contenuti (raffigurazione di esseri ibridi o di uomini mascherati) (Hahn, 1971, 1982). Va ricordato un altro ritrovamento isolato nordalpino, proveniente dalla media Valle del Danubio: la figura femminile ritagliata in una lastra di scisto del sito aurignaziano all’aperto di Galgenberg (Neugebauer Maresch, 1989). Un secondo centro, anch’esso omogeneo, è rappresentato dalla produzione venuta in luce nei depositi aurignaziani di alcuni ripari della Dordogna: grandi blocchi dipinti o più frequentemente incisi con tratti grossolani ottenuti mediante picchettature seguite da raschiatura. Le incisioni rappresentano figure di vulve o di animali disegnati molto sommariamente (Peyrony, 1934). In questo quadro, la produzione pittorica di Fumane può rappresentare un terzo centro, caratterizzato dall’utilizzo dell’ocra rossa per rappresentare le figure animali e umane con un linguaggio pittorico molto “primitivo”.
2004
Paleolitico; Pitture; Veneto; Aurignaziano
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