gruppo di ricerca di Ferrara, composto da Paola Zanardi, Sandro Cardinali, Marco Bertozzi e Marco Bresadola, si è proposto di studiare la natura e lo sviluppo del panteismo nella cultura britannica e irlandese del XVIII secolo. Il panteismo debutta ufficialmente in Bretagna nel periodo a cavallo tra '600 e '700: il termine “pantheist” viene introdotto in inglese da John Toland nel suo Socinianism truly stated (1705). Favorito dalla diffusione della filosofia di Spinoza, il panteismo si sviluppa grazie all'opera di Charles Blount e dello stesso John Toland, e alla rinnovata presenza (spesso clandestina) delle dottrine cosmologiche rinascimentali, in particolare di Giordano Bruno. Gli influssi esterni vanno a sommarsi alle spinte culturali interne, quali quelle implicite nelle dottrine dei cosiddetti platonici di Cambridge, in particolare Ralph Cudworth. La circolazione delle nuove idee, limitata inizialmente a circoli filosofici e religiosi ristretti, lambisce via via circoli più ampi, grazie alla diffusione degli scritti del Terzo Conte di Shaftesbury. Con l’avanzare del secolo, il panteismo guadagna altro terreno, investendo pienamente anche gli ambienti artistici e letterari, e giungendo a costituire uno dei credi distintivi, peraltro quasi mai professato apertamente, della poesia romantica inglese. Nella seconda metà del secolo a favorire l’affermazione panteismo contribuiscono l’influsso della filosofia tedesca e, all’interno della cultura britannica e irlandese, il dibattito scientifico da una parte e le suggestioni della religione unitaria dall’altra.

Il panteismo e la critica alla eligione nella Gran Bretagna del XVIII secolo

ZANARDI, Paola
2005

Abstract

gruppo di ricerca di Ferrara, composto da Paola Zanardi, Sandro Cardinali, Marco Bertozzi e Marco Bresadola, si è proposto di studiare la natura e lo sviluppo del panteismo nella cultura britannica e irlandese del XVIII secolo. Il panteismo debutta ufficialmente in Bretagna nel periodo a cavallo tra '600 e '700: il termine “pantheist” viene introdotto in inglese da John Toland nel suo Socinianism truly stated (1705). Favorito dalla diffusione della filosofia di Spinoza, il panteismo si sviluppa grazie all'opera di Charles Blount e dello stesso John Toland, e alla rinnovata presenza (spesso clandestina) delle dottrine cosmologiche rinascimentali, in particolare di Giordano Bruno. Gli influssi esterni vanno a sommarsi alle spinte culturali interne, quali quelle implicite nelle dottrine dei cosiddetti platonici di Cambridge, in particolare Ralph Cudworth. La circolazione delle nuove idee, limitata inizialmente a circoli filosofici e religiosi ristretti, lambisce via via circoli più ampi, grazie alla diffusione degli scritti del Terzo Conte di Shaftesbury. Con l’avanzare del secolo, il panteismo guadagna altro terreno, investendo pienamente anche gli ambienti artistici e letterari, e giungendo a costituire uno dei credi distintivi, peraltro quasi mai professato apertamente, della poesia romantica inglese. Nella seconda metà del secolo a favorire l’affermazione panteismo contribuiscono l’influsso della filosofia tedesca e, all’interno della cultura britannica e irlandese, il dibattito scientifico da una parte e le suggestioni della religione unitaria dall’altra.
2005
Zanardi, Paola
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