Introduzione Il contributo che lo studio della risposta di startle sembra in grado di offrire alle Scienze dello Sviluppo appare di grande rilevanza in particolar modo nell’indagine dell’ontogenesi delle emozioni. Secondo la Motivational Priming Hypothesis formulata da Lang (1995) l’attivazione di uno dei due sistemi motivazionali di base, aversivo o appetitivo, modificherebbe l’intensità e la velocità della risposta, potenziandola nel caso in cui un individuo si trovi in uno stato a tono edonico negativo (paura, rabbia, tristezza, etc.) ed inibendola nel caso si trovi in uno stato a tono edonico positivo (gioia, felicità, etc.), fenomeno noto in letteratura come modulazione affettiva dello startle (Agnoli, Dondi, Mendini, & Franchin, in corso di stampa; Balaban, 1996; Costa & Ricci Bitti, 1998; Lang, Simons, & Balaban, 1997). All’interno di questo approccio teorico, Balaban (1995) ha dimostrato come già a 5 mesi gli infanti siano in grado di comprendere il significato di alcune espressioni facciali di emozione, inibendo la risposta durante la visione di volti sorridenti (a causa dell’attivazione del sistema modulatorio appetitivo) e potenziandola durante la visione di volti arrabbiati (a causa dell’attivazione del sistema modulatorio aversivo). Obiettivo della presente ricerca è stato indagare l’influenza modulatoria esercitata dallo stato emozionale di bambini di 3 e 5 mesi sulla risposta di startle, analizzando le risposte dei soggetti che hanno presentato, nel corso dell’esperimento, una netta prevalenza delle espressioni facciali di sorriso (stato emozionale positivo) ed una netta prevalenza delle espressioni facciali di distress (stato emozionale negativo). Metodo Un ampio campione di infanti sani e nati a termine (N = 70) di 3 e 5 mesi di vita è stato sottoposto ad un nuovo protocollo sperimentale per l’indagine della modulazione affettiva dello startle. Mentre i bambini sedevano su di un seggiolino opportunamente attrezzato, uno strumento computerizzato e non invasivo per la registrazione dello startle (INFANT-SEATLE; Scatturin & Dondi, in prep.), ed interagivano liberamente con un genitore, venivano somministrati 12 stimoli acustici in grado di elicitare la risposta. Tale apparato è in grado di rilevare, grazie alla registrazione effettuata da alcuni sensori estensimetrici, le caratteristiche fisiche (latenza ed ampiezza) della risposta motoria di startle esibita dal bambino posto sul seggiolino. In seguito, mediante il sistema di codifica AFFEX (Izard, Dougherty, & Hembree, 1983), una metodologia in grado di consentire la descrizione su base anatomica del comportamento espressivo facciale nelle prime fasi dello sviluppo, due codificatori esperti rilevavano le espressioni facciali di sorriso e di distress esibite nel corso della prova sperimentale dai bambini. Secondo questo sistema di codifica il sorriso coincide con uno stato affettivo a tono edonico positivo, mentre l’espressione facciale di distress con uno stato affettivo a tono edonico negativo. Grazie a questa codifica è stato individuato il campione sperimentale, composto da 10 infanti di circa 20 settimane d’età e 10 infanti di circa 12 settimane. In entrambi i gruppi d’età, in particolare, sono stati selezionati i bambini che avevano mostrato, nel corso dell’interazione, una netta prevalenza di sorrisi (emozionalità positiva) e una netta prevalenza di azioni facciali di distress (emozionalità negativa). Risultati Una prima serie di analisi ha messo in evidenza come già a 3 mesi sia presente una modulazione affettiva della risposta di startle, sebbene l’andamento sia diverso rispetto a quanto indicato in letteratura relativamente a soggetti umani adulti e a bambini al di sopra dei 5 mesi (Balaban, 1995; Filion, Dawson, & Schell, 1998; Ornitz, 1999; Schmidt & Fox, 1998). Si è riscontrato, infatti, un potenziamento delle riposte nei soggetti caratterizzati da uno stato emozionale positivo rispetto alle risposte dei soggetti caratterizzati da uno stato emozionale negativo. Questi dati confermano una serie di risultati ottenuti recentemente indagando, secondo un diverso protocollo, un gruppo di infanti di 3 mesi di vita (Dondi, Agnoli, Vacca, Franchin, & Scatturin, 2005). Sono attualmente in corso le analisi statistiche relative ai soggetti di 5 mesi, dove ci aspettiamo di confermare l’andamento modulatorio già trovato in soggetti di quest’età e nell’adulto (Balaban, 1995; Dondi et al., 2005; Lang, 1995).

La modulazione affettiva della risposta di startle: un indice dello stato emozionale positivo e negativo nei primi mesi di vita

AGNOLI, Sergio
2006

Abstract

Introduzione Il contributo che lo studio della risposta di startle sembra in grado di offrire alle Scienze dello Sviluppo appare di grande rilevanza in particolar modo nell’indagine dell’ontogenesi delle emozioni. Secondo la Motivational Priming Hypothesis formulata da Lang (1995) l’attivazione di uno dei due sistemi motivazionali di base, aversivo o appetitivo, modificherebbe l’intensità e la velocità della risposta, potenziandola nel caso in cui un individuo si trovi in uno stato a tono edonico negativo (paura, rabbia, tristezza, etc.) ed inibendola nel caso si trovi in uno stato a tono edonico positivo (gioia, felicità, etc.), fenomeno noto in letteratura come modulazione affettiva dello startle (Agnoli, Dondi, Mendini, & Franchin, in corso di stampa; Balaban, 1996; Costa & Ricci Bitti, 1998; Lang, Simons, & Balaban, 1997). All’interno di questo approccio teorico, Balaban (1995) ha dimostrato come già a 5 mesi gli infanti siano in grado di comprendere il significato di alcune espressioni facciali di emozione, inibendo la risposta durante la visione di volti sorridenti (a causa dell’attivazione del sistema modulatorio appetitivo) e potenziandola durante la visione di volti arrabbiati (a causa dell’attivazione del sistema modulatorio aversivo). Obiettivo della presente ricerca è stato indagare l’influenza modulatoria esercitata dallo stato emozionale di bambini di 3 e 5 mesi sulla risposta di startle, analizzando le risposte dei soggetti che hanno presentato, nel corso dell’esperimento, una netta prevalenza delle espressioni facciali di sorriso (stato emozionale positivo) ed una netta prevalenza delle espressioni facciali di distress (stato emozionale negativo). Metodo Un ampio campione di infanti sani e nati a termine (N = 70) di 3 e 5 mesi di vita è stato sottoposto ad un nuovo protocollo sperimentale per l’indagine della modulazione affettiva dello startle. Mentre i bambini sedevano su di un seggiolino opportunamente attrezzato, uno strumento computerizzato e non invasivo per la registrazione dello startle (INFANT-SEATLE; Scatturin & Dondi, in prep.), ed interagivano liberamente con un genitore, venivano somministrati 12 stimoli acustici in grado di elicitare la risposta. Tale apparato è in grado di rilevare, grazie alla registrazione effettuata da alcuni sensori estensimetrici, le caratteristiche fisiche (latenza ed ampiezza) della risposta motoria di startle esibita dal bambino posto sul seggiolino. In seguito, mediante il sistema di codifica AFFEX (Izard, Dougherty, & Hembree, 1983), una metodologia in grado di consentire la descrizione su base anatomica del comportamento espressivo facciale nelle prime fasi dello sviluppo, due codificatori esperti rilevavano le espressioni facciali di sorriso e di distress esibite nel corso della prova sperimentale dai bambini. Secondo questo sistema di codifica il sorriso coincide con uno stato affettivo a tono edonico positivo, mentre l’espressione facciale di distress con uno stato affettivo a tono edonico negativo. Grazie a questa codifica è stato individuato il campione sperimentale, composto da 10 infanti di circa 20 settimane d’età e 10 infanti di circa 12 settimane. In entrambi i gruppi d’età, in particolare, sono stati selezionati i bambini che avevano mostrato, nel corso dell’interazione, una netta prevalenza di sorrisi (emozionalità positiva) e una netta prevalenza di azioni facciali di distress (emozionalità negativa). Risultati Una prima serie di analisi ha messo in evidenza come già a 3 mesi sia presente una modulazione affettiva della risposta di startle, sebbene l’andamento sia diverso rispetto a quanto indicato in letteratura relativamente a soggetti umani adulti e a bambini al di sopra dei 5 mesi (Balaban, 1995; Filion, Dawson, & Schell, 1998; Ornitz, 1999; Schmidt & Fox, 1998). Si è riscontrato, infatti, un potenziamento delle riposte nei soggetti caratterizzati da uno stato emozionale positivo rispetto alle risposte dei soggetti caratterizzati da uno stato emozionale negativo. Questi dati confermano una serie di risultati ottenuti recentemente indagando, secondo un diverso protocollo, un gruppo di infanti di 3 mesi di vita (Dondi, Agnoli, Vacca, Franchin, & Scatturin, 2005). Sono attualmente in corso le analisi statistiche relative ai soggetti di 5 mesi, dove ci aspettiamo di confermare l’andamento modulatorio già trovato in soggetti di quest’età e nell’adulto (Balaban, 1995; Dondi et al., 2005; Lang, 1995).
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