Introduzione Da un’analisi della letteratura emerge che il neonato sano e a termine manifesta in modo completo e maturo, cioè attraverso un’intensa contrazione muscolare di tipo bilaterale, sia il sorriso di Duchenne (Messinger, Dondi, Nelson-Goens, Beghi, Fogel, & Simion, 2002), sia il distress (Izard, Hembree, Dougherty, & Spizzirri, 1983; Izard, Hembree, & Huebner, 1987), e che già nel neonato pretermine, a partire dalle 32/33 settimane di età post-concezionale, è possibile osservare episodicamente il sorriso (Dondi, Costabile, Rabissoni, Gianfranchi, Lombardi, & Corchia, 2004), e il distress (Grunau, Oberlander, Holstil, & Whitfield, 1998). L’obiettivo della ricerca è stato quello di spingerci ancora oltre, indagando la presenza di queste due importanti manifestazioni espressive in un gruppo di grandi pretermine (definiti dall’OMS very low birth weight infant, VLBWI), cioè bambini di peso inferiore ai 1500 grammi. Considerata l’immaturità dei soggetti, ci siamo chiesti non solo se a questa età così precoce fosse già possibile osservare il sorriso (in particolare il sorriso di Duchenne) e l’espressione facciale di distress, ma anche se le espressioni indagate si differenziassero tra loro sia qualitativamente che quantitativamente. La scelta di studiare queste espressioni facciali in neonati così immaturi è scaturita da due principali ragioni: in primo luogo dalla mancanza in letteratura di ricerche che testimoniano la presenza di sorriso e distress in fasi così precoci dello sviluppo; in secondo luogo dalla necessità di iniziare a descrivere in modo sistematico le traiettorie evolutive tipiche e atipiche che specificano queste due espressioni fondamentali. E’ stato infatti dimostrato che i pretermine manifestano dei ritardi e delle differenze rispetto ai nati a termine, sia nel corso del primo anno di vita (Van Beek, Hopkins, & Hoeksma, 1994; Segal & Oster, 1995), sia in età scolare (Fava Vizziello, Zorzi, & Bottos, 1992). Metodo Il comportamento facciale di 9 neonati sani e di peso appropriato per l’età gestazionale (Appropriate for Gestational Age, AGA; Lubchenco, 1976), videoripresi pochi giorni dopo il parto a circa 30 settimane di età post-concezionale, è stato analizzato mediante il Baby FACS di Oster (in corso di stampa) e il MAX di Izard (1979). Si tratta di metodologie costruite su base anatomica per la microanalisi del comportamento facciale, espressamente messe a punto per l’analisi del volto del bambino. Risultati I risultati ottenuti hanno messo in evidenza che sia il sorriso sia il distress vengono esibiti spontaneamente e in una forma matura già a 30 settimane di età post-concezionale da più della metà del campione. La frequenza di comparsa delle azioni facciali unilaterali è stata tuttavia maggiore nel caso del sorriso rispetto al distress, quasi totalmente bilaterale; il distress presentava inoltre una durata media significativamente maggiore rispetto al sorriso. Questi dati confermano la presenza delle due espressioni in fasi così precoci dello sviluppo, e suggeriscono l’ipotesi che esse seguano, fin dall’inizio, traiettorie evolutive indipendenti.

Analisi delle espressioni di sorriso e distress in un gruppo di grandi pretermine

VACCA, Tiziana;FRANCHIN, Laura;AGNOLI, Sergio;
2006

Abstract

Introduzione Da un’analisi della letteratura emerge che il neonato sano e a termine manifesta in modo completo e maturo, cioè attraverso un’intensa contrazione muscolare di tipo bilaterale, sia il sorriso di Duchenne (Messinger, Dondi, Nelson-Goens, Beghi, Fogel, & Simion, 2002), sia il distress (Izard, Hembree, Dougherty, & Spizzirri, 1983; Izard, Hembree, & Huebner, 1987), e che già nel neonato pretermine, a partire dalle 32/33 settimane di età post-concezionale, è possibile osservare episodicamente il sorriso (Dondi, Costabile, Rabissoni, Gianfranchi, Lombardi, & Corchia, 2004), e il distress (Grunau, Oberlander, Holstil, & Whitfield, 1998). L’obiettivo della ricerca è stato quello di spingerci ancora oltre, indagando la presenza di queste due importanti manifestazioni espressive in un gruppo di grandi pretermine (definiti dall’OMS very low birth weight infant, VLBWI), cioè bambini di peso inferiore ai 1500 grammi. Considerata l’immaturità dei soggetti, ci siamo chiesti non solo se a questa età così precoce fosse già possibile osservare il sorriso (in particolare il sorriso di Duchenne) e l’espressione facciale di distress, ma anche se le espressioni indagate si differenziassero tra loro sia qualitativamente che quantitativamente. La scelta di studiare queste espressioni facciali in neonati così immaturi è scaturita da due principali ragioni: in primo luogo dalla mancanza in letteratura di ricerche che testimoniano la presenza di sorriso e distress in fasi così precoci dello sviluppo; in secondo luogo dalla necessità di iniziare a descrivere in modo sistematico le traiettorie evolutive tipiche e atipiche che specificano queste due espressioni fondamentali. E’ stato infatti dimostrato che i pretermine manifestano dei ritardi e delle differenze rispetto ai nati a termine, sia nel corso del primo anno di vita (Van Beek, Hopkins, & Hoeksma, 1994; Segal & Oster, 1995), sia in età scolare (Fava Vizziello, Zorzi, & Bottos, 1992). Metodo Il comportamento facciale di 9 neonati sani e di peso appropriato per l’età gestazionale (Appropriate for Gestational Age, AGA; Lubchenco, 1976), videoripresi pochi giorni dopo il parto a circa 30 settimane di età post-concezionale, è stato analizzato mediante il Baby FACS di Oster (in corso di stampa) e il MAX di Izard (1979). Si tratta di metodologie costruite su base anatomica per la microanalisi del comportamento facciale, espressamente messe a punto per l’analisi del volto del bambino. Risultati I risultati ottenuti hanno messo in evidenza che sia il sorriso sia il distress vengono esibiti spontaneamente e in una forma matura già a 30 settimane di età post-concezionale da più della metà del campione. La frequenza di comparsa delle azioni facciali unilaterali è stata tuttavia maggiore nel caso del sorriso rispetto al distress, quasi totalmente bilaterale; il distress presentava inoltre una durata media significativamente maggiore rispetto al sorriso. Questi dati confermano la presenza delle due espressioni in fasi così precoci dello sviluppo, e suggeriscono l’ipotesi che esse seguano, fin dall’inizio, traiettorie evolutive indipendenti.
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