La labiopalatoschisi (LPS) è una malformazione craniofacciali particolarmente frequente, presentandosi con una incidenza alla nascita di circa 1:1000. Si ritiene sia determinata dalla mancata fusione delle prominenze frontonasali e mascellari durante la settima settimana gestazionale, a cui può conseguire, come evento secondario nella settimana successiva, la mancata fusione dei piani palatini. Lo sviluppo della regione orale si realizza attraverso l’interazione coordinata di un ampio numero di processi biologici che comprendono proliferazione, migrazione e differenziamento cellulare, adesione intercellulare, apoptosi e che sono regolati da segnali autocrini, paracrini ed endocrini. Mutazioni in geni codificanti per componenti funzionali di questi processi o fattori ambientali teratogenici possono determinare alterazioni nel complesso schema di sviluppo orofacciale e causare malformazioni craniofacciali come la labiopalatoschisi. In circa il 14% dei casi la LPS si manifesta accompagnata da altre anomalie malformative, mentre nell’11% dei casi viene inquadrata all’interno di sindromi monogeniche. Le forme isolate presentano una forte predisposizione genetica, evidenziata dall’elevato tasso di concordanza tra gemelli monozigoti (36%) rispetto ai di zigoti (4.7%) e dall’elevato rischio di ricorrenza (circa 4%) in famiglie con un affetto, che sale al 9% se sono presenti due affetti (Mitchel e Risch, 1992). Il rischio relativo per fratelli (s) della LPS è di circa 30, un valore comparabile a quello di altre patologie genetiche complesse come il diabete di tipo I, la sclerosi multipla e l’autismo. I fattori genetici alla base della suscettibilità allo sviluppo di questa malformazione sono prevalentemente sconosciuti. Numerose evidenze concorrono ad indicare che anche fattori di natura ambientale che influenzano o interferiscono con lo sviluppo embrionale del labbro e del palato, quali l’uso di farmaci anti-epilettici, il fumo e carenze nel metabolismo dei folati nella madre, costituiscono importanti componenti dell’eziologia della LPS. Questi fattori esercitano il loro effetto teratogeno in congiunzione con particolari assetti genotipico riguardanti geni del metabolismo di micronutrienti e del catabolismo di farmaci e xenobiotici. Lo studio di questi geni si aggiunge a quello di altri candidati eziologici identificati sulla base del loro ruolo nello sviluppo embrionale delle strutture orofacciali. La LPS non sindromica viene inquadrata come patologia complessa ad eziologia multifattoriale, alla quale concorrono fattori genetici di suscettibilità e fattori di rischio ambientali. L’identificazione delle componenti di predisposizione allo sviluppo della LPS isolata è l’oggetto di linee di ricerca che comprendono studi di associazione tra patologia e alleli a geni candidati, analisi di linkage in famiglie con ricorrenza di LPS, studi sui casi associati ad alterazioni citogenetiche e sulle sindromi mendeliane, studi su modelli animali, analisi epidemiologica di fattori di rischio ambientale e studi di interazione gene-ambiente.

Ruolo dei folati nella prevenzione delle schisi facciali

RUBINI, Michele
2002

Abstract

La labiopalatoschisi (LPS) è una malformazione craniofacciali particolarmente frequente, presentandosi con una incidenza alla nascita di circa 1:1000. Si ritiene sia determinata dalla mancata fusione delle prominenze frontonasali e mascellari durante la settima settimana gestazionale, a cui può conseguire, come evento secondario nella settimana successiva, la mancata fusione dei piani palatini. Lo sviluppo della regione orale si realizza attraverso l’interazione coordinata di un ampio numero di processi biologici che comprendono proliferazione, migrazione e differenziamento cellulare, adesione intercellulare, apoptosi e che sono regolati da segnali autocrini, paracrini ed endocrini. Mutazioni in geni codificanti per componenti funzionali di questi processi o fattori ambientali teratogenici possono determinare alterazioni nel complesso schema di sviluppo orofacciale e causare malformazioni craniofacciali come la labiopalatoschisi. In circa il 14% dei casi la LPS si manifesta accompagnata da altre anomalie malformative, mentre nell’11% dei casi viene inquadrata all’interno di sindromi monogeniche. Le forme isolate presentano una forte predisposizione genetica, evidenziata dall’elevato tasso di concordanza tra gemelli monozigoti (36%) rispetto ai di zigoti (4.7%) e dall’elevato rischio di ricorrenza (circa 4%) in famiglie con un affetto, che sale al 9% se sono presenti due affetti (Mitchel e Risch, 1992). Il rischio relativo per fratelli (s) della LPS è di circa 30, un valore comparabile a quello di altre patologie genetiche complesse come il diabete di tipo I, la sclerosi multipla e l’autismo. I fattori genetici alla base della suscettibilità allo sviluppo di questa malformazione sono prevalentemente sconosciuti. Numerose evidenze concorrono ad indicare che anche fattori di natura ambientale che influenzano o interferiscono con lo sviluppo embrionale del labbro e del palato, quali l’uso di farmaci anti-epilettici, il fumo e carenze nel metabolismo dei folati nella madre, costituiscono importanti componenti dell’eziologia della LPS. Questi fattori esercitano il loro effetto teratogeno in congiunzione con particolari assetti genotipico riguardanti geni del metabolismo di micronutrienti e del catabolismo di farmaci e xenobiotici. Lo studio di questi geni si aggiunge a quello di altri candidati eziologici identificati sulla base del loro ruolo nello sviluppo embrionale delle strutture orofacciali. La LPS non sindromica viene inquadrata come patologia complessa ad eziologia multifattoriale, alla quale concorrono fattori genetici di suscettibilità e fattori di rischio ambientali. L’identificazione delle componenti di predisposizione allo sviluppo della LPS isolata è l’oggetto di linee di ricerca che comprendono studi di associazione tra patologia e alleli a geni candidati, analisi di linkage in famiglie con ricorrenza di LPS, studi sui casi associati ad alterazioni citogenetiche e sulle sindromi mendeliane, studi su modelli animali, analisi epidemiologica di fattori di rischio ambientale e studi di interazione gene-ambiente.
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