Ubicati a 185 m s.l.m. sulla destra idrografica del fiume Esino nella Gola della Rossa (Comune di Fabriano), i siti di Cava Romita furono irrimediabilmente danneggiati dai lavori connessi alla realizzazione delle gallerie lungo la S.S. 76 e all’attività estrattiva della limitrofa cava. Pochi lembi di depositi archeologici risparmiati dagli sbancamenti visibili nelle nicchie e lungo la parete rocciosa, attestavano l’entità e l’estensione dell’originaria area insediativa epigravettiana, la cui presunta complessità e stratificazione divennero oggetto di indagine nel 1978 e 1979 da parte della Soprintendenza Archeologica delle Marche in collaborazione con l’Istituto di Geologia dell’Università di Ferrara. Il deposito più consistente per numero di unità antropiche, abbondanza e varietà di reperti è quello del sito 1, preservato in una nicchia originata lungo una diaclasi. La successione stratigrafica comprende sabbie alluvionali (unità E) che definiscono la posizione di un terrazzo dell’Esino, un accumulo di brecce spesso oltre 1 m (unità D-C-B), una mega-breccia di crollo (unità A) che oblitera la nicchia. I livelli antropici insistono sul terrazzo (E2-E1) e si inseriscono nelle brecce intermedie (D2-D1; C8-C7) registrando nella sequenza C6-C1 e nell’unità B, una rarefazione delle evidenze conseguente al probabile posizionamento più esterno dell’area insediativa. Gli scavi hanno portato al recupero di manufatti in selce e in materia dura animale, macro e micromammiferi, molluschi terrestri, strumenti su ciottolo (De Stefani e Peresani in questo volume), conchiglie marine forate e abbondanti minerali ferriferi. I carboni sono estremamente scarsi e di piccole dimensioni. L’insieme D1-2 è stato datato a 1035060 anni B.P. (UtC-11552), lo strato C6 a 10020±65 anni B.P. (LTL-201A). Entrambe le date 14C sono state ottenute su collagene.
Stratigrafia, Paleontologia ed evidenze culturali del sito epigravettiano di Cava Romita (Appennino Marchigiano). Studio dei materiali provenienti dagli scavi di recupero 1978-79
DE STEFANI, Mirco;GURIOLI, Fabio;MURATORI, Simona;PERESANI, Marco;VERONESE, Carolina
2006
Abstract
Ubicati a 185 m s.l.m. sulla destra idrografica del fiume Esino nella Gola della Rossa (Comune di Fabriano), i siti di Cava Romita furono irrimediabilmente danneggiati dai lavori connessi alla realizzazione delle gallerie lungo la S.S. 76 e all’attività estrattiva della limitrofa cava. Pochi lembi di depositi archeologici risparmiati dagli sbancamenti visibili nelle nicchie e lungo la parete rocciosa, attestavano l’entità e l’estensione dell’originaria area insediativa epigravettiana, la cui presunta complessità e stratificazione divennero oggetto di indagine nel 1978 e 1979 da parte della Soprintendenza Archeologica delle Marche in collaborazione con l’Istituto di Geologia dell’Università di Ferrara. Il deposito più consistente per numero di unità antropiche, abbondanza e varietà di reperti è quello del sito 1, preservato in una nicchia originata lungo una diaclasi. La successione stratigrafica comprende sabbie alluvionali (unità E) che definiscono la posizione di un terrazzo dell’Esino, un accumulo di brecce spesso oltre 1 m (unità D-C-B), una mega-breccia di crollo (unità A) che oblitera la nicchia. I livelli antropici insistono sul terrazzo (E2-E1) e si inseriscono nelle brecce intermedie (D2-D1; C8-C7) registrando nella sequenza C6-C1 e nell’unità B, una rarefazione delle evidenze conseguente al probabile posizionamento più esterno dell’area insediativa. Gli scavi hanno portato al recupero di manufatti in selce e in materia dura animale, macro e micromammiferi, molluschi terrestri, strumenti su ciottolo (De Stefani e Peresani in questo volume), conchiglie marine forate e abbondanti minerali ferriferi. I carboni sono estremamente scarsi e di piccole dimensioni. L’insieme D1-2 è stato datato a 1035060 anni B.P. (UtC-11552), lo strato C6 a 10020±65 anni B.P. (LTL-201A). Entrambe le date 14C sono state ottenute su collagene.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.