La malattia cancro si pone come evento ad alto impatto psicosociale, con conseguenze negative sul paziente e sulla famiglia. La conoscenza e la valutazione delle implicazioni psicologiche, interpersonali e spirituali della malattia e dei trattamenti rappresentano elementi centrali per un approccio globale ed una ottimizzazione del processo assistenziale alle persone durante tutte le fasi di malattia. Elevato è il livello di distress secondario al cancro e ai trattamenti e frequente (35-40%) è la comparsa di quadri psicopatologici, in particolare disturbi dell’adattamento, disturbi depressivi, disturbi d’ansia, e, specie nelle fasi avanzate di malattia, delirium. La necessità di strumenti clinici per la valutazione routinaria di tali aspetti è legata alle conseguenze della morbilità psicosociale in oncologia, quali riduzione dell’aderenza terapeutica, minor efficacia dei trattamenti, riduzione della qualità della vita. rischio di suicidio, aumento del rischio di disagio psichico nella famiglia. L’applicazione regolare di linee-guida per la gestione del disagio emozionale in oncologia rappresenta dunque elemento di garanzia per i pazienti e la famiglia. Questa ultima, sia nelle fasi iniziali della malattia del proprio congiunto, sia nella fasi avanzate e nella fase del lutto, deve poter essere al centro del percorso di cura al fine di ricevere adeguato supporto e trattamenti specialistici nel caso di comparsa di franchi quadri di sofferenza psichiatrica. Nell’ambito del lutto, in particolare, non infrequente (25%) è la comparsa di sintomi e segni indicativi di uno spostamento in senso patologico del processo del lutto (lutto complicato). Il carico di lavoro rispetto ala complessità della relazione e della gestione dei diversi quadri oncologici implica che anche lo staff debba essere “oggetto” di cura al fine di ridurre la comparsa di disagio dei singoli operatori e dell’équipe nel suo insieme (burn-out). Per affrontare questi aspetti, diversi interventi psico-oncololgici devono integrarsi nel percorso di cura. Gli sviluppi e la dimostrata efficacia degli interventi psicologici in oncologia (counselling, psicoterapie individuali e di gruppo) e degli interventi psicofarmacologici implicano la necessità di un loro uso corretto e appropriato in funzione delle circostanze cliniche. Parallelamente, lo sviluppo e l’applicazione di modelli formativi ed educazionali rivolti allo staff su tematiche psico-oncolgiche, così come la professionalizzazione degli psico-oncologi, rappresenta un ulteriore aspetto integrato per un approccio multidisciplinare e di qualità in oncologia.
Psiconcologia
GRASSI, Luigi
2006
Abstract
La malattia cancro si pone come evento ad alto impatto psicosociale, con conseguenze negative sul paziente e sulla famiglia. La conoscenza e la valutazione delle implicazioni psicologiche, interpersonali e spirituali della malattia e dei trattamenti rappresentano elementi centrali per un approccio globale ed una ottimizzazione del processo assistenziale alle persone durante tutte le fasi di malattia. Elevato è il livello di distress secondario al cancro e ai trattamenti e frequente (35-40%) è la comparsa di quadri psicopatologici, in particolare disturbi dell’adattamento, disturbi depressivi, disturbi d’ansia, e, specie nelle fasi avanzate di malattia, delirium. La necessità di strumenti clinici per la valutazione routinaria di tali aspetti è legata alle conseguenze della morbilità psicosociale in oncologia, quali riduzione dell’aderenza terapeutica, minor efficacia dei trattamenti, riduzione della qualità della vita. rischio di suicidio, aumento del rischio di disagio psichico nella famiglia. L’applicazione regolare di linee-guida per la gestione del disagio emozionale in oncologia rappresenta dunque elemento di garanzia per i pazienti e la famiglia. Questa ultima, sia nelle fasi iniziali della malattia del proprio congiunto, sia nella fasi avanzate e nella fase del lutto, deve poter essere al centro del percorso di cura al fine di ricevere adeguato supporto e trattamenti specialistici nel caso di comparsa di franchi quadri di sofferenza psichiatrica. Nell’ambito del lutto, in particolare, non infrequente (25%) è la comparsa di sintomi e segni indicativi di uno spostamento in senso patologico del processo del lutto (lutto complicato). Il carico di lavoro rispetto ala complessità della relazione e della gestione dei diversi quadri oncologici implica che anche lo staff debba essere “oggetto” di cura al fine di ridurre la comparsa di disagio dei singoli operatori e dell’équipe nel suo insieme (burn-out). Per affrontare questi aspetti, diversi interventi psico-oncololgici devono integrarsi nel percorso di cura. Gli sviluppi e la dimostrata efficacia degli interventi psicologici in oncologia (counselling, psicoterapie individuali e di gruppo) e degli interventi psicofarmacologici implicano la necessità di un loro uso corretto e appropriato in funzione delle circostanze cliniche. Parallelamente, lo sviluppo e l’applicazione di modelli formativi ed educazionali rivolti allo staff su tematiche psico-oncolgiche, così come la professionalizzazione degli psico-oncologi, rappresenta un ulteriore aspetto integrato per un approccio multidisciplinare e di qualità in oncologia.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.