Le piccole imprese rappresentano una delle modalità di manifestazione aziendale più diffuse a livello nazionale ed internazionale. In Europa, la piccola impresa costituisce circa il 98% del totale delle imprese e contribuisce al 60-70% dell’occupazione complessiva. Un carattere delle piccole imprese è la presenza di un forte ruolo della famiglia che affianca nella proprietà e nella gestione l’imprenditore. Considerando l’assetto proprietario delle imprese italiane, infatti, si evidenzia come il 78,8% delle imprese, con meno di 50 addetti, abbia una forma proprietaria assoluta o familiare [Esetra2, 2003]. La letteratura evidenzia come solo il 30% delle imprese familiari sopravvive nel passaggio tra la prima e la seconda generazionale, mentre solo il 15% sopravvive nel passaggio alla terza [Kets de Vries, 1993]. Il tasso si sopravvivenza si riduce sostanzialmente nel caso in cui l’impresa familiare sia di piccole dimensioni [Perricone et al., 2001]. La centralità dell’imprenditore è considerata una delle maggiori cause di cessazione e fallimento dei passaggi generazionali [Feltham et al., 2005]. L’imprenditore nelle piccole imprese spesso risulta essere la fonte principale delle competenze, capacità e conoscenze su cui è stato costruito il vantaggio competitivo, e la sua sostituzione può causare una perdita di tali elementi intangibili [Wong e Aspinwall, 2004]. Malinen [2001], ad esempio, evidenza come uno dei maggiori ostacoli da affrontare nei ricambio generazionali è proprio nella difficoltà di conservare, sviluppare e trasferire la conoscenza dall’imprenditore al successore. Gli imprenditori, grazie alla loro permanenza prolungata all’interno dell’impresa [McConaughty, 2000], svolgono un ruolo determinante nella creazione della cultura aziendale [Schein, 1983]. Nonostante la rilevanza riconosciuta dalle statistiche e dalla letteratura alle risorse e competenze distintive delle imprese familiari ed al tema del ricambio generazionale, risultano esserci ampi spazi di sviluppo teorico [Sharma, 2004], particolarmente nel caso delle piccole imprese familiari [Venter et al., 2005]. L’obiettivo del presente lavoro è quello di sviluppare un modello concettuale per la gestione della conoscenza nei processi di ricambio generazionale, informato dalla letteratura relativa al Capitale Intellettuale [CI] ed alla gestione della conoscenza. In particolare, si adotterà l’impostazione proposta da Mouritsen [2004], secondo il quale gestire il CI implica la capacità di comprendere i processi di creazione e trasferimento della conoscenza e della sua gestione all’interno dell’economia delle aziende. Il lavoro sarà strutturato come segue: il secondo e terzo paragrafo presentano rispettivamente un’analisi della letteratura relativa al ricambio generazionale nelle imprese familiari ed al CI nelle piccole imprese. Il quarto paragrafo presenta la costruzione concettuale del modello, per procedere alla presentazione delle note metodologiche e dei risultati empirici preliminari. Infine, talune riflessioni sulle implicazioni teoriche e pratiche dell’analisi sono proposte.
Il ricambio generazionale nelle piccole imprese familiari e gestione della conoscenza
BRACCI, Enrico;VAGNONI, Emidia
2008
Abstract
Le piccole imprese rappresentano una delle modalità di manifestazione aziendale più diffuse a livello nazionale ed internazionale. In Europa, la piccola impresa costituisce circa il 98% del totale delle imprese e contribuisce al 60-70% dell’occupazione complessiva. Un carattere delle piccole imprese è la presenza di un forte ruolo della famiglia che affianca nella proprietà e nella gestione l’imprenditore. Considerando l’assetto proprietario delle imprese italiane, infatti, si evidenzia come il 78,8% delle imprese, con meno di 50 addetti, abbia una forma proprietaria assoluta o familiare [Esetra2, 2003]. La letteratura evidenzia come solo il 30% delle imprese familiari sopravvive nel passaggio tra la prima e la seconda generazionale, mentre solo il 15% sopravvive nel passaggio alla terza [Kets de Vries, 1993]. Il tasso si sopravvivenza si riduce sostanzialmente nel caso in cui l’impresa familiare sia di piccole dimensioni [Perricone et al., 2001]. La centralità dell’imprenditore è considerata una delle maggiori cause di cessazione e fallimento dei passaggi generazionali [Feltham et al., 2005]. L’imprenditore nelle piccole imprese spesso risulta essere la fonte principale delle competenze, capacità e conoscenze su cui è stato costruito il vantaggio competitivo, e la sua sostituzione può causare una perdita di tali elementi intangibili [Wong e Aspinwall, 2004]. Malinen [2001], ad esempio, evidenza come uno dei maggiori ostacoli da affrontare nei ricambio generazionali è proprio nella difficoltà di conservare, sviluppare e trasferire la conoscenza dall’imprenditore al successore. Gli imprenditori, grazie alla loro permanenza prolungata all’interno dell’impresa [McConaughty, 2000], svolgono un ruolo determinante nella creazione della cultura aziendale [Schein, 1983]. Nonostante la rilevanza riconosciuta dalle statistiche e dalla letteratura alle risorse e competenze distintive delle imprese familiari ed al tema del ricambio generazionale, risultano esserci ampi spazi di sviluppo teorico [Sharma, 2004], particolarmente nel caso delle piccole imprese familiari [Venter et al., 2005]. L’obiettivo del presente lavoro è quello di sviluppare un modello concettuale per la gestione della conoscenza nei processi di ricambio generazionale, informato dalla letteratura relativa al Capitale Intellettuale [CI] ed alla gestione della conoscenza. In particolare, si adotterà l’impostazione proposta da Mouritsen [2004], secondo il quale gestire il CI implica la capacità di comprendere i processi di creazione e trasferimento della conoscenza e della sua gestione all’interno dell’economia delle aziende. Il lavoro sarà strutturato come segue: il secondo e terzo paragrafo presentano rispettivamente un’analisi della letteratura relativa al ricambio generazionale nelle imprese familiari ed al CI nelle piccole imprese. Il quarto paragrafo presenta la costruzione concettuale del modello, per procedere alla presentazione delle note metodologiche e dei risultati empirici preliminari. Infine, talune riflessioni sulle implicazioni teoriche e pratiche dell’analisi sono proposte.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.