Il libro affronta la questione delle richieste di riconoscimento, presenti nelle nostre società, e intende riflettere sui presupposti di una convivenza civile orientata ad un’equa inclusione delle diverse molteplici identità. Il problema, ineludibile per le democrazie liberali contemporanee, rinvia agli assetti sociali e giuridico-istituzionali mediante i quali si incorporano le differenze, assegnando ad esse una presenza nello spazio pubblico. Il volume si articola lungo tre assi tematici. Il primo riguarda la relazione tra la riconcettualizzazione odierna del pluralismo, da intendere come pluralismo di culture e appartenenze collettive (etniche, di genere, religiose, etiche, ecc.), e il riconoscimento, connesso alla rivendicazione di un’esistenza pubblica non soggetta a umiliazioni e discriminazioni, che si caratterizza come cifra dell’interazione sociale, segnata dalla reciprocità. Assume un ruolo centrale qui la prestazione integrativa svolta dal diritto, che è chiamato a coordinare le diversità e a proteggere i beni essenziali per la vita degli individui e i canali della comunicazione intersoggettiva, senza che si sia sradicati dalle proprie appartenenze, uscendo dalla logica delle identità chiuse e assolutizzate, foriere di sopraffazioni e di violenze. Il secondo ambito tematico tratta della nozione di “fiducia” come risorsa a rischio, fragile, ma indispensabile per “riannodare” costantemente quel legame sociale che definisce il terreno comune e il punto di coesione di una moltitudine di persone in termini di condivisione di princìpi, all’interno di dinamiche cooperative e conflittuali. L’analisi verte sui modi di costruzione e di funzionamento delle istituzioni che garantiscono il coordinamento delle azioni tra soggetti estranei nel segno della legalità, della certezza, della prevedibilità, della salvaguardia delle aspettative legittime, della visibilità, della tutela dei diritti: elementi tutti riconducibili alla formula e al modello dello Stato di diritto. Sono esaminati, al riguardo, i nessi concettuali e gli intrecci che intercorrono tra la nozione di fiducia, di interazione sociale e di Stato di diritto. Il terzo tema concerne l’idea di solidarietà, nel suo operare come criterio normativo delle relazioni sociali, oggi sottoposto a tensioni di vario tipo. La riflessione si concentra sulla valenza giuridica del principio di solidarietà, che rinvia al rispetto paritario, alla mutua considerazione, alla partecipazione alla comune condizione esistenziale. Entrano in gioco, a questo proposito, i diritti fondamentali, prioritariamente quelli sociali, in quanto dispositivi elaborati in sede ordinamentale per correggere (compensare, rimuovere) le situazioni di svantaggio moralmente arbitrarie, di subalternità e di esclusione, al fine di realizzare assetti di convivenza tra soggetti diversi, per nascita, identità, tradizioni e forme di vita, ma riconosciuti come eguali nella loro dignità. Interpretare in termini di eguaglianza le richieste di valorizzazione delle identità e delle differenze implica che sia riconfigurato il rapporto tra giustizia e pluralismo, pensando la cittadinanza come processo inclusivo aperto nei confronti delle varie ragioni, voci e lealtà che popolano il mondo sociale.
Pluralismo, fiducia, solidarietà. Questioni di filosofia del diritto
PASTORE, Baldassare
2007
Abstract
Il libro affronta la questione delle richieste di riconoscimento, presenti nelle nostre società, e intende riflettere sui presupposti di una convivenza civile orientata ad un’equa inclusione delle diverse molteplici identità. Il problema, ineludibile per le democrazie liberali contemporanee, rinvia agli assetti sociali e giuridico-istituzionali mediante i quali si incorporano le differenze, assegnando ad esse una presenza nello spazio pubblico. Il volume si articola lungo tre assi tematici. Il primo riguarda la relazione tra la riconcettualizzazione odierna del pluralismo, da intendere come pluralismo di culture e appartenenze collettive (etniche, di genere, religiose, etiche, ecc.), e il riconoscimento, connesso alla rivendicazione di un’esistenza pubblica non soggetta a umiliazioni e discriminazioni, che si caratterizza come cifra dell’interazione sociale, segnata dalla reciprocità. Assume un ruolo centrale qui la prestazione integrativa svolta dal diritto, che è chiamato a coordinare le diversità e a proteggere i beni essenziali per la vita degli individui e i canali della comunicazione intersoggettiva, senza che si sia sradicati dalle proprie appartenenze, uscendo dalla logica delle identità chiuse e assolutizzate, foriere di sopraffazioni e di violenze. Il secondo ambito tematico tratta della nozione di “fiducia” come risorsa a rischio, fragile, ma indispensabile per “riannodare” costantemente quel legame sociale che definisce il terreno comune e il punto di coesione di una moltitudine di persone in termini di condivisione di princìpi, all’interno di dinamiche cooperative e conflittuali. L’analisi verte sui modi di costruzione e di funzionamento delle istituzioni che garantiscono il coordinamento delle azioni tra soggetti estranei nel segno della legalità, della certezza, della prevedibilità, della salvaguardia delle aspettative legittime, della visibilità, della tutela dei diritti: elementi tutti riconducibili alla formula e al modello dello Stato di diritto. Sono esaminati, al riguardo, i nessi concettuali e gli intrecci che intercorrono tra la nozione di fiducia, di interazione sociale e di Stato di diritto. Il terzo tema concerne l’idea di solidarietà, nel suo operare come criterio normativo delle relazioni sociali, oggi sottoposto a tensioni di vario tipo. La riflessione si concentra sulla valenza giuridica del principio di solidarietà, che rinvia al rispetto paritario, alla mutua considerazione, alla partecipazione alla comune condizione esistenziale. Entrano in gioco, a questo proposito, i diritti fondamentali, prioritariamente quelli sociali, in quanto dispositivi elaborati in sede ordinamentale per correggere (compensare, rimuovere) le situazioni di svantaggio moralmente arbitrarie, di subalternità e di esclusione, al fine di realizzare assetti di convivenza tra soggetti diversi, per nascita, identità, tradizioni e forme di vita, ma riconosciuti come eguali nella loro dignità. Interpretare in termini di eguaglianza le richieste di valorizzazione delle identità e delle differenze implica che sia riconfigurato il rapporto tra giustizia e pluralismo, pensando la cittadinanza come processo inclusivo aperto nei confronti delle varie ragioni, voci e lealtà che popolano il mondo sociale.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.