Si studiano gli aspetti poetico-strutturali dei mutamenti formali intervenuti nell'opera italiana fra Otto e Novecento. Sulla base di categorie interpretative messe a punto in passato (anche da chi scrive: dualità di “testo-libretto”/”testo verbale in partitura”; “parziale prefigurazione librettistica di forme musicali”, ecc.), vengono grosso modo distinte tre fasi storiche. Una prima ove già nelle verseggiature s’afferma l’esigenza di sfuggire alle “solite forme” abusate e al fraseggio musicale periodico (ca.1870-1893). Una seconda ove ci si affranca in massimo grado da ogni schema standard e dallo stesso “numero chiuso”, cosicché i libretti in versi fanno a meno di isometrie prolungate e regolarità strofiche in favore piuttosto di soluzioni a prefigurazione formale molto meno cogente, reversibile anche del tutto da parte del compositore (ca. 1890-1912). Una terza infine ove vari fattori hanno via via sminuito, nella percezione comune, la rilevanza del fattore verseggiatura quale possibile propellente dell’invenzione musicale (ca. 1912-1925). Il tutto viene argomentato ricorrendo soprattutto ad analisi strutturali di brani librettistici (a raffronto con le partiture) e a passi significativi dagli epistolari di poeti e compositori.
La prefigurazione librettistica fra tardo Ottocento e “fine del melodramma”: spigolature sui processi di modificazione
ROCCATAGLIATI, Alessandro
2006
Abstract
Si studiano gli aspetti poetico-strutturali dei mutamenti formali intervenuti nell'opera italiana fra Otto e Novecento. Sulla base di categorie interpretative messe a punto in passato (anche da chi scrive: dualità di “testo-libretto”/”testo verbale in partitura”; “parziale prefigurazione librettistica di forme musicali”, ecc.), vengono grosso modo distinte tre fasi storiche. Una prima ove già nelle verseggiature s’afferma l’esigenza di sfuggire alle “solite forme” abusate e al fraseggio musicale periodico (ca.1870-1893). Una seconda ove ci si affranca in massimo grado da ogni schema standard e dallo stesso “numero chiuso”, cosicché i libretti in versi fanno a meno di isometrie prolungate e regolarità strofiche in favore piuttosto di soluzioni a prefigurazione formale molto meno cogente, reversibile anche del tutto da parte del compositore (ca. 1890-1912). Una terza infine ove vari fattori hanno via via sminuito, nella percezione comune, la rilevanza del fattore verseggiatura quale possibile propellente dell’invenzione musicale (ca. 1912-1925). Il tutto viene argomentato ricorrendo soprattutto ad analisi strutturali di brani librettistici (a raffronto con le partiture) e a passi significativi dagli epistolari di poeti e compositori.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.