L’oggetto d’indagine di questo capitolo è rappresentato dalla contratta-zione di secondo livello nelle imprese industriali di Reggio Emilia nelle due fasi contrattuali successive al 1993, la prima sino al 1997 compreso, la seconda dal 1998 al 2002. Gli obiettivi principali sono tre: a) analisi delle forme di flessibilità negoziate tra rappresentanze e direzioni aziendali, di-stinguendo tra flessibilità interna all’impresa e flessibilità esterna di merca-to; b) esame delle modalità dei premi variabili al fine di coglierne la natura di incentivazione, suddivisione del rischio, partecipazione; c) individua-zione delle interazioni tra forme di flessibilità negoziate, meccanismi retri-butivi premianti (MRP) e propensione ad innovare delle imprese. Si cercherà di rilevare se la contrattazione di secondo livello, attraverso gli strumenti ora richiamati, sia stata sviluppata adottando un approccio alle relazioni industriali maggiormente partecipativo rispetto al recente passato. Si ritiene che l’utilizzo dei premi variabili, quando volti ad accrescere la par-tecipazione dei lavoratori ai processi decisionali d’impresa, congiuntamente a modalità negoziali che favoriscono l’implementazione di altre forme di flessibilità non-retributiva, possano promuovere la competitività delle im-prese. Potrebbe così innescarsi un meccanismo che promuova l’affermarsi della cosiddetta flessibilità innovativa (Killick,1995) basata sulla capacità delle imprese di competere su percorsi non tradizionali, fondati principal-mente sul cambiamento organizzativo, sulla innovazione dei processi pro-duttivi e nella qualità dei prodotti, sulla valorizzazione del lavoro come fat-tore di sviluppo anche attraverso l’adozione di nuovi sistemi di gestione del-le risorse umane di cui gli MRP sono una componente rilevante. La condi-zione perché ciò avvenga è costituita dalla capacità delle parti sociali di co-niugare, con procedure negoziate, le modalità dei premi variabili con le for-me di flessibilità non-retributive, quali numerica, temporale, funzionale, or-ganizzativa. Il capitolo è strutturato come segue. Nel primo paragrafo viene descritta la struttura del dataset utilizzato e quindi esaminata l’estensione della con-trattazione formalizzata nelle imprese industriali con almeno 50 addetti. Nel secondo è presentata l’analisi sulle forme di flessibilità negoziate. Il paragrafo successivo è centrato sulle diverse modalità dei meccanismi re-tributivi premianti. Il quarto paragrafo mira ad individuare le relazioni tra forme di flessibilità negoziate, meccanismi premianti ed intensità innovati-va, anche attraverso l’utilizzo della cluster analysis. Infine, una valutazio-ne di sintesi conclude il capitolo.

Contrattazione aziendale, premi variabili e flessibilità negoziate

PINI, Paolo;NOSVELLI, Mario;
2004

Abstract

L’oggetto d’indagine di questo capitolo è rappresentato dalla contratta-zione di secondo livello nelle imprese industriali di Reggio Emilia nelle due fasi contrattuali successive al 1993, la prima sino al 1997 compreso, la seconda dal 1998 al 2002. Gli obiettivi principali sono tre: a) analisi delle forme di flessibilità negoziate tra rappresentanze e direzioni aziendali, di-stinguendo tra flessibilità interna all’impresa e flessibilità esterna di merca-to; b) esame delle modalità dei premi variabili al fine di coglierne la natura di incentivazione, suddivisione del rischio, partecipazione; c) individua-zione delle interazioni tra forme di flessibilità negoziate, meccanismi retri-butivi premianti (MRP) e propensione ad innovare delle imprese. Si cercherà di rilevare se la contrattazione di secondo livello, attraverso gli strumenti ora richiamati, sia stata sviluppata adottando un approccio alle relazioni industriali maggiormente partecipativo rispetto al recente passato. Si ritiene che l’utilizzo dei premi variabili, quando volti ad accrescere la par-tecipazione dei lavoratori ai processi decisionali d’impresa, congiuntamente a modalità negoziali che favoriscono l’implementazione di altre forme di flessibilità non-retributiva, possano promuovere la competitività delle im-prese. Potrebbe così innescarsi un meccanismo che promuova l’affermarsi della cosiddetta flessibilità innovativa (Killick,1995) basata sulla capacità delle imprese di competere su percorsi non tradizionali, fondati principal-mente sul cambiamento organizzativo, sulla innovazione dei processi pro-duttivi e nella qualità dei prodotti, sulla valorizzazione del lavoro come fat-tore di sviluppo anche attraverso l’adozione di nuovi sistemi di gestione del-le risorse umane di cui gli MRP sono una componente rilevante. La condi-zione perché ciò avvenga è costituita dalla capacità delle parti sociali di co-niugare, con procedure negoziate, le modalità dei premi variabili con le for-me di flessibilità non-retributive, quali numerica, temporale, funzionale, or-ganizzativa. Il capitolo è strutturato come segue. Nel primo paragrafo viene descritta la struttura del dataset utilizzato e quindi esaminata l’estensione della con-trattazione formalizzata nelle imprese industriali con almeno 50 addetti. Nel secondo è presentata l’analisi sulle forme di flessibilità negoziate. Il paragrafo successivo è centrato sulle diverse modalità dei meccanismi re-tributivi premianti. Il quarto paragrafo mira ad individuare le relazioni tra forme di flessibilità negoziate, meccanismi premianti ed intensità innovati-va, anche attraverso l’utilizzo della cluster analysis. Infine, una valutazio-ne di sintesi conclude il capitolo.
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