Oggetto d’analisi è l’introduzione nel codice di rito penale dell’art. 66-bis c.p.p., disposizione funzionale alla conoscenza dei “precedenti giudiziari” dell’imputato, come conseguenza della sua identificazione. Si pone in luce, al riguardo, come la disposizione sia concepita con riguardo ad un ben determinato tipo d’autore, in linea con le altre misure di contrasto al terrorismo internazionale adottate dal medesimo provvedimento legislativo: si assume a situazione a situazione emblematica quella del cittadino straniero che, clandestino nel territorio dello Stato e privo di documento d’identità attendibile, non dichiari le proprie esatte generalità agli organi giudiziari ed anzi, fornisca falsi nomi volta a volta diversi (cosiddetti alias) nei molteplici procedimenti penali a suo carico. Particolare attenzione il saggio dedica ai rapporti problematici tra l’obbligo di informare l’autorità giudiziaria competente, se il soggetto sottoposto a procedimento risulta già segnalato quale autore di un reato, e la disciplina del segreto investigativo. Non facile appare, inoltre, l’individuazione degli organi tenuti a comunicare l’emersione di ulteriori procedimenti penali a carico del medesimo soggetto. Si segnalano infine i possibili rischi che si annidano dietro la finalità normativa dell’adempimento (servire all’”applicazione della legge penale”): l’art. 66-bis c.p.p. sembra inserirsi a pieno titolo, rinserrandolo, dentro il disegno di politica criminale perseguito dalle più recenti riforme legislative del sistema penale, vale a dire quello di riservare un trattamento differenziato in senso deteriore ad alcuni tipi d’autore, con speciale riguardo a chi ricada nel delitto, sui versanti sostanziale, processuale e dell’esecuzione della pena.
La circolazione del “curriculum criminale” tra i procedimenti penali
NEGRI, Daniele
2006
Abstract
Oggetto d’analisi è l’introduzione nel codice di rito penale dell’art. 66-bis c.p.p., disposizione funzionale alla conoscenza dei “precedenti giudiziari” dell’imputato, come conseguenza della sua identificazione. Si pone in luce, al riguardo, come la disposizione sia concepita con riguardo ad un ben determinato tipo d’autore, in linea con le altre misure di contrasto al terrorismo internazionale adottate dal medesimo provvedimento legislativo: si assume a situazione a situazione emblematica quella del cittadino straniero che, clandestino nel territorio dello Stato e privo di documento d’identità attendibile, non dichiari le proprie esatte generalità agli organi giudiziari ed anzi, fornisca falsi nomi volta a volta diversi (cosiddetti alias) nei molteplici procedimenti penali a suo carico. Particolare attenzione il saggio dedica ai rapporti problematici tra l’obbligo di informare l’autorità giudiziaria competente, se il soggetto sottoposto a procedimento risulta già segnalato quale autore di un reato, e la disciplina del segreto investigativo. Non facile appare, inoltre, l’individuazione degli organi tenuti a comunicare l’emersione di ulteriori procedimenti penali a carico del medesimo soggetto. Si segnalano infine i possibili rischi che si annidano dietro la finalità normativa dell’adempimento (servire all’”applicazione della legge penale”): l’art. 66-bis c.p.p. sembra inserirsi a pieno titolo, rinserrandolo, dentro il disegno di politica criminale perseguito dalle più recenti riforme legislative del sistema penale, vale a dire quello di riservare un trattamento differenziato in senso deteriore ad alcuni tipi d’autore, con speciale riguardo a chi ricada nel delitto, sui versanti sostanziale, processuale e dell’esecuzione della pena.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
