Partendo dall'illustrazione della sentenza con cui la Cassazione penale ha accolto un incidente d'esecuzione, dichiarando invalido il titolo esecutivo di una condanna detentiva in quanto ritenuta in violazione della CEDU dalla Corte EDU, l'articolo affronta la questione più generale dei rapporti tra ordinamento interno e sistema CEDU. Pur in assenza, infatti, di meccanismi di riapertura dei processi (penali) interni il cui svolgimento sia stato riconosciuto illegittimo da parte della Corte EDU, questo come altri casi mostrano la tendenza dei giudici comuni a "sottomettersi" al controllo della Corte EDU. Il fondamento testuale potrebbe rinvenirsi nella stessa CEDU (art. 46) che obbliga lo Stato (da intendersi comprensivo di tutti gli organi, giudici compresi) a dar seguito ai vincoli discendenti da una pronuncia di condanna della Corte EDU. Nell'assenza dell'intervento legislativo, i giudici adottano meccanismi "acceleratori" (o sanzionatori dell'inerzia del legislatore) assimilabili a quelli adottati in ambito comunitario (in presenza di direttive scadute non trasposte) ovvero costituzionale (decisioni additive "di principio" della Corte costituzionale).

IL CASO DORIGO: UNA PICCOLA RIVOLUZIONE NEI RAPPORTI TRA CEDU E ORDINAMENTO INTERNO?

GUAZZAROTTI, Andrea
2007

Abstract

Partendo dall'illustrazione della sentenza con cui la Cassazione penale ha accolto un incidente d'esecuzione, dichiarando invalido il titolo esecutivo di una condanna detentiva in quanto ritenuta in violazione della CEDU dalla Corte EDU, l'articolo affronta la questione più generale dei rapporti tra ordinamento interno e sistema CEDU. Pur in assenza, infatti, di meccanismi di riapertura dei processi (penali) interni il cui svolgimento sia stato riconosciuto illegittimo da parte della Corte EDU, questo come altri casi mostrano la tendenza dei giudici comuni a "sottomettersi" al controllo della Corte EDU. Il fondamento testuale potrebbe rinvenirsi nella stessa CEDU (art. 46) che obbliga lo Stato (da intendersi comprensivo di tutti gli organi, giudici compresi) a dar seguito ai vincoli discendenti da una pronuncia di condanna della Corte EDU. Nell'assenza dell'intervento legislativo, i giudici adottano meccanismi "acceleratori" (o sanzionatori dell'inerzia del legislatore) assimilabili a quelli adottati in ambito comunitario (in presenza di direttive scadute non trasposte) ovvero costituzionale (decisioni additive "di principio" della Corte costituzionale).
2007
Guazzarotti, Andrea
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