SOMMARIO. Premessa. — 2. L’attuale problematicità di uno sviluppo disarmonico delle politiche criminali dei Paesi UE. — 3. Le molteplici ragioni sottese ad un reciproco ravvicinamento dei sistemi sanzionatori europei. — 3.1. Le ragioni d’ordine pratico. — 3.2. Le ragioni a carattere simbolico. — 3.3. Le ragioni di tipo strettamente giuridico. — 4. Le difficoltà connesse ad un processo di penetrante armonizzazione sanzionatoria all’interno dell’Unione europea. — 4.1. Le difficoltà di derivazione “nazionale”. — 4.1.1. La persistenza di concezioni politico-ideologiche improntate all’autarchia nazionalista in materia penale. — 4.1.2. Le distanze di tipo socio-culturale tra i Paesi UE. — 4.1.3. Le differenze riscontrabili all’interno dei sistemi sanzionatori interni. — 4.2. Le difficoltà di derivazione “europea”. — 4.2.1. La carenza di sovranità dell’Unione. — 4.2.2. La carente legittimazione democratica della normativa europea. — 4.2.3. L’assenza di una base legale attributiva di una esplicita competenza penale dell’Unione. — 5. I principali meccanismi di armonizzazione sanzionatoria attualmente utilizzati in ambito europeo. — 5.1. Le sanzioni amministrative comunitarie e la loro attitudine all’unificazione/armonizzazione settoriale dei sistemi punitivi nazionali. — 5.1.1. Gli attuali, deludenti sviluppi della normativa concernente le sanzioni comunitarie. — 5.1.2. Il contributo dei giudici di Lussemburgo all’evoluzione della disciplina delle sanzioni comunitarie. — 5.1.3. I possibili vantaggi correlati ad una migliore valorizzazione delle sanzioni comunitarie. — 5.2. L’armonizzazione penale incentrata sul diritto comunitario e le sue diverse manifestazioni. Nota preliminare. — 5.2.1. L’obbligo di interpretazione conforme e i suoi effetti sul piano del ravvicinamento interstatuale dei precetti penali. — 5.2.2. L’integrazione della normativa comunitaria nel precetto penale. Sue forme e suo ruolo nel ravvicinamento interstatuale delle norme incriminatrici. — 5.2.3. La disapplicazione della fattispecie penale in caso di illegittimità comunitaria. Sua efficacia nella prospettiva di una “armonizzazione in negativo” dei sistemi penali nazionali. — 5.2.4. La progressiva armonizzazione delle scelte sanzionatorie nazionali finalizzate alla tutela di norme comunitarie. — 5.3. Il terzo pilastro dell’Unione europea come luogo di formazione di una politica criminale comune. — 5.3.1. Le tipologie di atti normativi utilizzati nell’ambito del III pilastro e la loro progressiva evoluzione. — 5.3.2. Il mutamento dei contenuti propri degli atti normativi utilizzati nell’ambito del III pilastro. — 5.3.3. Il ruolo della giurisprudenza della Corte di giustizia nella “valorizzazione” degli atti del terzo pilastro. 5.3.4. L’incerto futuro del terzo pilastro, tra nuovi ostacoli frapposti alla politica criminale dell’Unione e prospettive di unificazione delle fonti normative europee.

POLITICHE DI ARMONIZZAZIONE E SISTEMA SANZIONATORIO PENALE

BERNARDI, Alessandro
2007

Abstract

SOMMARIO. Premessa. — 2. L’attuale problematicità di uno sviluppo disarmonico delle politiche criminali dei Paesi UE. — 3. Le molteplici ragioni sottese ad un reciproco ravvicinamento dei sistemi sanzionatori europei. — 3.1. Le ragioni d’ordine pratico. — 3.2. Le ragioni a carattere simbolico. — 3.3. Le ragioni di tipo strettamente giuridico. — 4. Le difficoltà connesse ad un processo di penetrante armonizzazione sanzionatoria all’interno dell’Unione europea. — 4.1. Le difficoltà di derivazione “nazionale”. — 4.1.1. La persistenza di concezioni politico-ideologiche improntate all’autarchia nazionalista in materia penale. — 4.1.2. Le distanze di tipo socio-culturale tra i Paesi UE. — 4.1.3. Le differenze riscontrabili all’interno dei sistemi sanzionatori interni. — 4.2. Le difficoltà di derivazione “europea”. — 4.2.1. La carenza di sovranità dell’Unione. — 4.2.2. La carente legittimazione democratica della normativa europea. — 4.2.3. L’assenza di una base legale attributiva di una esplicita competenza penale dell’Unione. — 5. I principali meccanismi di armonizzazione sanzionatoria attualmente utilizzati in ambito europeo. — 5.1. Le sanzioni amministrative comunitarie e la loro attitudine all’unificazione/armonizzazione settoriale dei sistemi punitivi nazionali. — 5.1.1. Gli attuali, deludenti sviluppi della normativa concernente le sanzioni comunitarie. — 5.1.2. Il contributo dei giudici di Lussemburgo all’evoluzione della disciplina delle sanzioni comunitarie. — 5.1.3. I possibili vantaggi correlati ad una migliore valorizzazione delle sanzioni comunitarie. — 5.2. L’armonizzazione penale incentrata sul diritto comunitario e le sue diverse manifestazioni. Nota preliminare. — 5.2.1. L’obbligo di interpretazione conforme e i suoi effetti sul piano del ravvicinamento interstatuale dei precetti penali. — 5.2.2. L’integrazione della normativa comunitaria nel precetto penale. Sue forme e suo ruolo nel ravvicinamento interstatuale delle norme incriminatrici. — 5.2.3. La disapplicazione della fattispecie penale in caso di illegittimità comunitaria. Sua efficacia nella prospettiva di una “armonizzazione in negativo” dei sistemi penali nazionali. — 5.2.4. La progressiva armonizzazione delle scelte sanzionatorie nazionali finalizzate alla tutela di norme comunitarie. — 5.3. Il terzo pilastro dell’Unione europea come luogo di formazione di una politica criminale comune. — 5.3.1. Le tipologie di atti normativi utilizzati nell’ambito del III pilastro e la loro progressiva evoluzione. — 5.3.2. Il mutamento dei contenuti propri degli atti normativi utilizzati nell’ambito del III pilastro. — 5.3.3. Il ruolo della giurisprudenza della Corte di giustizia nella “valorizzazione” degli atti del terzo pilastro. 5.3.4. L’incerto futuro del terzo pilastro, tra nuovi ostacoli frapposti alla politica criminale dell’Unione e prospettive di unificazione delle fonti normative europee.
2007
9788814134494
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