Il saggio fa parte di un'ampia ricerca che è stata condotto sulla città di Forlì in occasione delle celebrazioni sul Melozzo. Sono stati condotti censimenti e rilievi (curati dall'autore) sul patrimonio edilizio diffuso in modo da recuperare tracce, memorie e documenti. Forlì è una città da evidenziare, da rintracciare e da ricostituire all'interno della città attuale, per riuscire a capire che ciò che viviamo tutti i giorni non è un improbabile e casuale disegno di lottizzazione, ma la resistente espressione di vicende, sogni e bisogni che, più di cinquecento anni fa, arrivarono a cristallizzare il cuore fortificato di un ambiente urbano, che è riuscito poi a mantenersi quasi inalterato per quattro secoli. Dall'altra parte, in un orizzonte sfuocato, c'è la città più antica, un luogo urbano medioevale, che comincia durante il XIII ed il XIV secolo a configurarsi e strutturarsi nelle gerarchie e negli assi di sviluppo, sul quale gli uomini dell'epoca del Melozzo compiranno le loro scelte, difenderanno ideali e infonderanno energie e sforzi per erigere e consolidare un articolato tessuto urbano. E' diventato quindi necessario procedere, assieme alla ricerca archivistica, ad una schedatura di tracce e di impronte che riproponga, attraverso opportune rappresentazioni la consistenza architettonica e la collocazione urbanistica degli elementi in gioco. La possibilità di riuscire a sovrapporre i modelli di lettura e di documentazione storica della città con le metodiche della prassi concessoria deriva, infatti, dall'utilizzazione dei medesimi linguaggi descrittivi. A questo proposito il tentativo prodotto in questo studio sulla città del Quattrocento, con un rilievo schematico ma meticoloso degli elementi e delle situazioni edilizie, facilmente riproducibile per schede allegabili agli elaborati cartografici a disposizione dei tecnici, potrebbe divenire un'auspicabile introduzione alla riscoperta sistematica della città, anche in altri periodi storici fondamentali per la sua trasformazione; ma, contemporaneamente, potrebbe anche innescare quel processo di autocoscienza e di scambio, che, al di là delle reciproche diffidenze, porterebbe alla ricostruzione fisicamente documentata di un disegno urbano in molti casi supposto ed ipotizzato.

Le tracce della Forlì del Quattrocento. Immagine e trasformazioni urbanistiche

BALZANI, Marcello
1994

Abstract

Il saggio fa parte di un'ampia ricerca che è stata condotto sulla città di Forlì in occasione delle celebrazioni sul Melozzo. Sono stati condotti censimenti e rilievi (curati dall'autore) sul patrimonio edilizio diffuso in modo da recuperare tracce, memorie e documenti. Forlì è una città da evidenziare, da rintracciare e da ricostituire all'interno della città attuale, per riuscire a capire che ciò che viviamo tutti i giorni non è un improbabile e casuale disegno di lottizzazione, ma la resistente espressione di vicende, sogni e bisogni che, più di cinquecento anni fa, arrivarono a cristallizzare il cuore fortificato di un ambiente urbano, che è riuscito poi a mantenersi quasi inalterato per quattro secoli. Dall'altra parte, in un orizzonte sfuocato, c'è la città più antica, un luogo urbano medioevale, che comincia durante il XIII ed il XIV secolo a configurarsi e strutturarsi nelle gerarchie e negli assi di sviluppo, sul quale gli uomini dell'epoca del Melozzo compiranno le loro scelte, difenderanno ideali e infonderanno energie e sforzi per erigere e consolidare un articolato tessuto urbano. E' diventato quindi necessario procedere, assieme alla ricerca archivistica, ad una schedatura di tracce e di impronte che riproponga, attraverso opportune rappresentazioni la consistenza architettonica e la collocazione urbanistica degli elementi in gioco. La possibilità di riuscire a sovrapporre i modelli di lettura e di documentazione storica della città con le metodiche della prassi concessoria deriva, infatti, dall'utilizzazione dei medesimi linguaggi descrittivi. A questo proposito il tentativo prodotto in questo studio sulla città del Quattrocento, con un rilievo schematico ma meticoloso degli elementi e delle situazioni edilizie, facilmente riproducibile per schede allegabili agli elaborati cartografici a disposizione dei tecnici, potrebbe divenire un'auspicabile introduzione alla riscoperta sistematica della città, anche in altri periodi storici fondamentali per la sua trasformazione; ma, contemporaneamente, potrebbe anche innescare quel processo di autocoscienza e di scambio, che, al di là delle reciproche diffidenze, porterebbe alla ricostruzione fisicamente documentata di un disegno urbano in molti casi supposto ed ipotizzato.
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