Si ricostruisce il dibattito giurisprudenziale relativo all'interpretazione dei beneficia principalia. Giavoleno, svelando la sua adesione alla politica domizianea e alla divinizzazione della figura imperiale, esortava i giuristi a interpretarli 'quam plenissime'. Nerazio, in età adrianea, li considerava con diffidenza e riteneva che essi si sottraessero ai canoni dell'interpretatio giurisprudenziale. Sfruttando questo parere neraziano, Celso figlio finiva per affrancare il potere imperiale dal rispetto dei criteri di quest'ultima: il principe diveniva l'unico interprete dei privilegi da lui concessi.

I "beneficia principalia" in un dibattito fra primo e secondo secolo

SCARANO USSANI, Vincenzo
1981

Abstract

Si ricostruisce il dibattito giurisprudenziale relativo all'interpretazione dei beneficia principalia. Giavoleno, svelando la sua adesione alla politica domizianea e alla divinizzazione della figura imperiale, esortava i giuristi a interpretarli 'quam plenissime'. Nerazio, in età adrianea, li considerava con diffidenza e riteneva che essi si sottraessero ai canoni dell'interpretatio giurisprudenziale. Sfruttando questo parere neraziano, Celso figlio finiva per affrancare il potere imperiale dal rispetto dei criteri di quest'ultima: il principe diveniva l'unico interprete dei privilegi da lui concessi.
1981
SCARANO USSANI, Vincenzo
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