Il commento analizza la sentenza Commissione c. Malta, con la quale la Corte di giustizia ha riconosciuto che Malta ha violato gli artt. 4, par. 3, TUE e 20 TFEU tramite il programma di acquisto della cittadinanza dietro investimenti. Dopo aver ricostruito la “lunga incubazione” della pronuncia e il ragionamento della Corte di giustizia, il contributo si sofferma sulla sua portata innovativa. In particolare, si sostiene che il controllo del diritto dell’Unione sulle condizioni di acquisto della cittadinanza nazionale (dalla quale dipende quella europea) sia un dato desumibile già dalla giurisprudenza precedente. Invece, l’elemento davvero innovativo andrebbe individuato nel percorso logico utilizzato dalla Corte di giustizia per affermare tale assunto, ovverosia l’obbligo per gli Stati membri, pur nell’esercizio di loro competenze esclusive, di rispettare l’identità dell’Unione europea, di cui la cittadinanza è parte integrante. In questo senso la pronuncia in commento si colloca nella giurisprudenza della Corte di giustizia che da anni sta offrendo una risposta alla “crisi dei valori” negli Stati membri.

La cittadinanza dell’Unione come parte della sua identità: la sentenza Commissione c. Malta. Corte di giustizia, 29 aprile 2025, C-181/23, Commissione c. Malta

Samuele Barbieri
2025

Abstract

Il commento analizza la sentenza Commissione c. Malta, con la quale la Corte di giustizia ha riconosciuto che Malta ha violato gli artt. 4, par. 3, TUE e 20 TFEU tramite il programma di acquisto della cittadinanza dietro investimenti. Dopo aver ricostruito la “lunga incubazione” della pronuncia e il ragionamento della Corte di giustizia, il contributo si sofferma sulla sua portata innovativa. In particolare, si sostiene che il controllo del diritto dell’Unione sulle condizioni di acquisto della cittadinanza nazionale (dalla quale dipende quella europea) sia un dato desumibile già dalla giurisprudenza precedente. Invece, l’elemento davvero innovativo andrebbe individuato nel percorso logico utilizzato dalla Corte di giustizia per affermare tale assunto, ovverosia l’obbligo per gli Stati membri, pur nell’esercizio di loro competenze esclusive, di rispettare l’identità dell’Unione europea, di cui la cittadinanza è parte integrante. In questo senso la pronuncia in commento si colloca nella giurisprudenza della Corte di giustizia che da anni sta offrendo una risposta alla “crisi dei valori” negli Stati membri.
2025
Cittadinanza, Unione europea, identità europea, procedura di infrazione
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