Si riflette sul valore dell’archetipo in cinque esercizi progettuali e una chiesa realizzata. I cinque esercizi, sono i risultati sperimentali del laboratorio di progettazione di primo anno a Ferrara, che affronta il tema dalla residenza unifamiliare “luogo in cui l'allievo rivela l'attitudine al fare e l'energia creativa”, secondo P. Culotta. Progetti sviluppati presso il Parco Storico dell’addizione erculea di Ferrara, cinque esercizi in cui si interpretano gli archetipi di corte, recinto, muro, insieme al tempo e geometrie astratte, alcuni rintracciabili nel Complesso parrocchiale ad Oppido Lucano. Giorgia Campeotto traduce la domus, invertendo il ruolo del recinto per fondere l'area privata con il paesaggio e conciliare due stili di vita attraverso l'elevazione di piani. Rebecca Di Palermo introduce recinti per definire spazi organici e fluidi che uniscono le unità abitative. Anna Bogliolo con un muro ordinatore e di divisione crea una residenza introversa e aperta sul verde. Filippo Catalfamo elabora una metafora del tempo. Maria Gaia Convento interpreta l'archetipo con geometrie astratte. L'archetipo diventa sacro nel labirinto del Complesso Parrocchiale a Oppido Lucano, dove il muro svolge una funzione fisica e simbolica, creando un percorso di intimità crescente verso lo spazio sacro.
La riscoperta dell’archetipo, cinque Esercizi e un progetto di Fede
Valentina Radi
2023
Abstract
Si riflette sul valore dell’archetipo in cinque esercizi progettuali e una chiesa realizzata. I cinque esercizi, sono i risultati sperimentali del laboratorio di progettazione di primo anno a Ferrara, che affronta il tema dalla residenza unifamiliare “luogo in cui l'allievo rivela l'attitudine al fare e l'energia creativa”, secondo P. Culotta. Progetti sviluppati presso il Parco Storico dell’addizione erculea di Ferrara, cinque esercizi in cui si interpretano gli archetipi di corte, recinto, muro, insieme al tempo e geometrie astratte, alcuni rintracciabili nel Complesso parrocchiale ad Oppido Lucano. Giorgia Campeotto traduce la domus, invertendo il ruolo del recinto per fondere l'area privata con il paesaggio e conciliare due stili di vita attraverso l'elevazione di piani. Rebecca Di Palermo introduce recinti per definire spazi organici e fluidi che uniscono le unità abitative. Anna Bogliolo con un muro ordinatore e di divisione crea una residenza introversa e aperta sul verde. Filippo Catalfamo elabora una metafora del tempo. Maria Gaia Convento interpreta l'archetipo con geometrie astratte. L'archetipo diventa sacro nel labirinto del Complesso Parrocchiale a Oppido Lucano, dove il muro svolge una funzione fisica e simbolica, creando un percorso di intimità crescente verso lo spazio sacro.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


