Il progetto per il villino del Conte Aventi, da realizzarsi a Portomaggiore in provincia di Ferrara, è tra i primi riferibili alla documentazione dell’attività libero professionale di Carlo Savonuzzi. Sono assai scarse le notizie sulla genesi di questo progetto, databile attorno al 1929, come si evince dalla data apposta su una copia eliografica. Nel Fondo Archivistico Carlo Savonuzzi sono custoditi alcuni lucidi di studio, in cui i disegni sviluppano piante, sezioni e prospetti. Segni a matita connotano sia i lucidi che le copie eliografiche, testimoniando le modifiche e i ripensamenti. Mentre l’organizzazione planimetrica della villa sembra variare molto poco durante la fase progettuale, i fronti esterni vengono progressivamente semplificati: nel foglio contenente i prospetti e particolari del frontone, della mensola del tetto e del basamento, Savonuzzi traccia segni a matita che semplificano il sottostante disegno a china, sia per quanto riguarda il fregio che la pensilina d’ingresso; sempre a matita è tracciata anche una sorta di pergola sulla terrazza a sinistra dell’entrata. La necessità di caratterizzare il villino privato induce a sviluppare la definizione di alcuni dettagli architettonici e decorativi: le finestre bugnate con alternanza di elementi piatti e a diamante, le inferriate in ferro battuto e i serramenti esterni, articolati con ante pannellate e vetrate scompartite. La forte semplificazione attuata sul progetto iniziale ha modificato diversi di questi dettagli in senso decisamente più essenziale, come risulta dal confronto tra gli elaborati iniziali di progetto e le copie eliografiche del villino così come realizzato. Un foglietto, allegato a una eliografia con una versione dei prospetti esterni improntati a maggiore linearità, reca l’annotazione “Questa villa è già costruita”.
Villino del Conte Aventi
Marco Bussoli
2024
Abstract
Il progetto per il villino del Conte Aventi, da realizzarsi a Portomaggiore in provincia di Ferrara, è tra i primi riferibili alla documentazione dell’attività libero professionale di Carlo Savonuzzi. Sono assai scarse le notizie sulla genesi di questo progetto, databile attorno al 1929, come si evince dalla data apposta su una copia eliografica. Nel Fondo Archivistico Carlo Savonuzzi sono custoditi alcuni lucidi di studio, in cui i disegni sviluppano piante, sezioni e prospetti. Segni a matita connotano sia i lucidi che le copie eliografiche, testimoniando le modifiche e i ripensamenti. Mentre l’organizzazione planimetrica della villa sembra variare molto poco durante la fase progettuale, i fronti esterni vengono progressivamente semplificati: nel foglio contenente i prospetti e particolari del frontone, della mensola del tetto e del basamento, Savonuzzi traccia segni a matita che semplificano il sottostante disegno a china, sia per quanto riguarda il fregio che la pensilina d’ingresso; sempre a matita è tracciata anche una sorta di pergola sulla terrazza a sinistra dell’entrata. La necessità di caratterizzare il villino privato induce a sviluppare la definizione di alcuni dettagli architettonici e decorativi: le finestre bugnate con alternanza di elementi piatti e a diamante, le inferriate in ferro battuto e i serramenti esterni, articolati con ante pannellate e vetrate scompartite. La forte semplificazione attuata sul progetto iniziale ha modificato diversi di questi dettagli in senso decisamente più essenziale, come risulta dal confronto tra gli elaborati iniziali di progetto e le copie eliografiche del villino così come realizzato. Un foglietto, allegato a una eliografia con una versione dei prospetti esterni improntati a maggiore linearità, reca l’annotazione “Questa villa è già costruita”.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


