Il progressivo aumento dei rischi connessi alla navigazione marittima ha determinato, a livello internazionale, una tendenza espansiva della responsabilità civile in tale settore, la cui complessità ha imposto l’elaborazione di soluzioni in grado di comporre, in un sistema tendenzialmente unitario, l’esigenza di mitigazione dell’esposizione debitoria degli operatori marittimi con le istanze di tutela risarcitoria dei danneggiati. In tale prospettiva, il rapporto tra responsabilità civile e assicurazione del rischio nell’ambito del diritto della navigazione ha assunto una nuova veste, portando ad una rivisitazione dei tradizionali criteri di imputazione della responsabilità a favore di una sempre più marcata affermazione di ipotesi di responsabilità oggettiva (o quasi oggettiva), accompagnata dall’introduzione di obblighi assicurativi ex lege, in un processo di osmosi con la disciplina della navigazione aerea. In siffatto contesto si inserisce l’elaborazione, a livello internazionale, di sistemi di assicurazione o garanzia finanziaria obbligatoria, che, partendo dalla valorizzazione delle esigenze di tutela dell’ambiente marino, hanno esteso la propria logica espansiva ad ulteriori aspetti (quali la tutela dei passeggeri e la protezione dei lavoratori marittimi), nel processo di composizione del conflitto tra danneggiante e danneggiato. Il quadro normativo che ne è derivato risulta contraddistinto dalla inevitabile interazione tra aspetti privatistici e pubblicistici, aspetti questi ultimi che si rendono evidenti nella fase di certificazione della copertura assicurativa, in un impianto di norme che insieme concorrono a definire la portata degli obblighi degli Stati a vario titolo coinvolti, nella loro qualifica di Port State o di Stati emittenti i certificati. A questo ultimo proposito, in particolare, come si vedrà nel corso della trattazione, ai fini dell’osservanza degli obblighi assicurativi, la disciplina di diritto uniforme oggetto di analisi contiene un espresso riferimento all’intervento di certificazione degli Stati contraenti, i quali sono tenuti (previe opportune verifiche) al rilascio di appositi certificati attestanti l’esistenza della copertura assicurativa o di una garanzia finanziaria alternativa conforme a quanto prescritto a livello internazionale. Partendo da queste premesse, l’indagine mira a ricostruire, in una prospettiva sistemica, i regimi di assicurazione o garanzia finanziaria obbligatoria introdotti dalle Convenzioni di diritto marittimo in vigore a livello internazionale, analizzando altresì, nell’ambito della normativa eurounitaria, i profili assicurativi della responsabilità armatoriale per i crediti marittimi, al fine di individuarne specificità ed elementi di continuità. Più nello specifico, la trattazione muove dall’analisi comparativa tra i regimi di certificazione della copertura assicurativa introdotti dalle fonti pattizie, per poi spostarsi sulla ricostruzione delle linee di tendenza riscontrabili nella prassi assicurativa internazionale e verificarne l’impatto sul diritto positivo. Il presente studio è volto innanzitutto a chiarire – nel contesto delle Convenzioni che prevedono un intervento certificativo statale – la portata dell’attività demandata alle autorità ed agli enti competenti ad emettere (per conto degli Stati contraenti) i certificati attestanti la copertura assicurativa a seguito della presentazione delle c.d. blue cards emesse dagli assicuratori (ovvero, nella maggior parte dei casi, dai Protection & Indemnity (P&I) Clubs). Uno dei principali obiettivi della ricerca concerne, poi, l’inquadramento dogmatico dell’attività di certificazione svolta da Consap S.p.A. per conto dello Stato italiano, per rintracciare i profili di riconducibilità della stessa alle forme di esercizio del potere certificativo tradizionalmente inteso nel diritto amministrativo, in un’analisi che consenta di chiarire la portata dei controlli e gli effetti di siffatto intervento certificativo.
Le assicurazioni marittime obbligatorie. Blue cards e attività di certificazione
anna montesano
2023
Abstract
Il progressivo aumento dei rischi connessi alla navigazione marittima ha determinato, a livello internazionale, una tendenza espansiva della responsabilità civile in tale settore, la cui complessità ha imposto l’elaborazione di soluzioni in grado di comporre, in un sistema tendenzialmente unitario, l’esigenza di mitigazione dell’esposizione debitoria degli operatori marittimi con le istanze di tutela risarcitoria dei danneggiati. In tale prospettiva, il rapporto tra responsabilità civile e assicurazione del rischio nell’ambito del diritto della navigazione ha assunto una nuova veste, portando ad una rivisitazione dei tradizionali criteri di imputazione della responsabilità a favore di una sempre più marcata affermazione di ipotesi di responsabilità oggettiva (o quasi oggettiva), accompagnata dall’introduzione di obblighi assicurativi ex lege, in un processo di osmosi con la disciplina della navigazione aerea. In siffatto contesto si inserisce l’elaborazione, a livello internazionale, di sistemi di assicurazione o garanzia finanziaria obbligatoria, che, partendo dalla valorizzazione delle esigenze di tutela dell’ambiente marino, hanno esteso la propria logica espansiva ad ulteriori aspetti (quali la tutela dei passeggeri e la protezione dei lavoratori marittimi), nel processo di composizione del conflitto tra danneggiante e danneggiato. Il quadro normativo che ne è derivato risulta contraddistinto dalla inevitabile interazione tra aspetti privatistici e pubblicistici, aspetti questi ultimi che si rendono evidenti nella fase di certificazione della copertura assicurativa, in un impianto di norme che insieme concorrono a definire la portata degli obblighi degli Stati a vario titolo coinvolti, nella loro qualifica di Port State o di Stati emittenti i certificati. A questo ultimo proposito, in particolare, come si vedrà nel corso della trattazione, ai fini dell’osservanza degli obblighi assicurativi, la disciplina di diritto uniforme oggetto di analisi contiene un espresso riferimento all’intervento di certificazione degli Stati contraenti, i quali sono tenuti (previe opportune verifiche) al rilascio di appositi certificati attestanti l’esistenza della copertura assicurativa o di una garanzia finanziaria alternativa conforme a quanto prescritto a livello internazionale. Partendo da queste premesse, l’indagine mira a ricostruire, in una prospettiva sistemica, i regimi di assicurazione o garanzia finanziaria obbligatoria introdotti dalle Convenzioni di diritto marittimo in vigore a livello internazionale, analizzando altresì, nell’ambito della normativa eurounitaria, i profili assicurativi della responsabilità armatoriale per i crediti marittimi, al fine di individuarne specificità ed elementi di continuità. Più nello specifico, la trattazione muove dall’analisi comparativa tra i regimi di certificazione della copertura assicurativa introdotti dalle fonti pattizie, per poi spostarsi sulla ricostruzione delle linee di tendenza riscontrabili nella prassi assicurativa internazionale e verificarne l’impatto sul diritto positivo. Il presente studio è volto innanzitutto a chiarire – nel contesto delle Convenzioni che prevedono un intervento certificativo statale – la portata dell’attività demandata alle autorità ed agli enti competenti ad emettere (per conto degli Stati contraenti) i certificati attestanti la copertura assicurativa a seguito della presentazione delle c.d. blue cards emesse dagli assicuratori (ovvero, nella maggior parte dei casi, dai Protection & Indemnity (P&I) Clubs). Uno dei principali obiettivi della ricerca concerne, poi, l’inquadramento dogmatico dell’attività di certificazione svolta da Consap S.p.A. per conto dello Stato italiano, per rintracciare i profili di riconducibilità della stessa alle forme di esercizio del potere certificativo tradizionalmente inteso nel diritto amministrativo, in un’analisi che consenta di chiarire la portata dei controlli e gli effetti di siffatto intervento certificativo.File | Dimensione | Formato | |
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