Il terremoto che ha colpito l’Emilia nel maggio 2012, provocando un danno stimato intorno ai 13 miliardi di euro, ha profondamente segnato il territorio delle province di Modena, Ferrara, Bologna e Reggio Emilia. A dieci anni dal quel tragico momento possiamo constatare la straordinaria capacità di reazione e trasformazione del sistema regionale, contraddistinta anche dalla volontà di renderla replicabile e applicabile in altre situazioni simili. Organismi regionali, nazionali e internazionali, professionisti, tecnici, università, enti di ricerca, rappresentanti del mondo imprenditoriale locale si sono confrontati non solo sul processo di ricostruzione ma, soprattutto, sulle trasformazioni e le innovazioni che hanno modificato il sistema istituzionale e produttivo. La razionalizzazione dei meccanismi decisionali, il coinvolgimento dei principali portatori di interesse e l’incremento del livello di partecipazione costituiscono forse i principali parametri di valutazione per qualificare l’incremento di resilienza che alcune innovative trasformazioni nella governance locale hanno contribuito a conferire al sistema regionale. Con specifico riferimento alla conservazione del patrimonio culturale costruito, il coinvolgimento diretto del mondo della ricerca e in particolare delle strutture universitarie, con sede all’interno del cratere, ha consentito di raggiungere importanti risultati sia sotto il profilo scientifico sia nell’ambito dell’alta formazione tecnica, all'interno della didattica del corso di studi in Architettura e nella formazione post-laurea.
Fare didattica dopo gli eventi sismici in risposta alle necessità dei territori colpiti: nuove proposte per l'offerta formativa tra laurea e post-laurea
Fabbri Rita
2024
Abstract
Il terremoto che ha colpito l’Emilia nel maggio 2012, provocando un danno stimato intorno ai 13 miliardi di euro, ha profondamente segnato il territorio delle province di Modena, Ferrara, Bologna e Reggio Emilia. A dieci anni dal quel tragico momento possiamo constatare la straordinaria capacità di reazione e trasformazione del sistema regionale, contraddistinta anche dalla volontà di renderla replicabile e applicabile in altre situazioni simili. Organismi regionali, nazionali e internazionali, professionisti, tecnici, università, enti di ricerca, rappresentanti del mondo imprenditoriale locale si sono confrontati non solo sul processo di ricostruzione ma, soprattutto, sulle trasformazioni e le innovazioni che hanno modificato il sistema istituzionale e produttivo. La razionalizzazione dei meccanismi decisionali, il coinvolgimento dei principali portatori di interesse e l’incremento del livello di partecipazione costituiscono forse i principali parametri di valutazione per qualificare l’incremento di resilienza che alcune innovative trasformazioni nella governance locale hanno contribuito a conferire al sistema regionale. Con specifico riferimento alla conservazione del patrimonio culturale costruito, il coinvolgimento diretto del mondo della ricerca e in particolare delle strutture universitarie, con sede all’interno del cratere, ha consentito di raggiungere importanti risultati sia sotto il profilo scientifico sia nell’ambito dell’alta formazione tecnica, all'interno della didattica del corso di studi in Architettura e nella formazione post-laurea.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.