Nel 1587 venne pubblicata a Londra un'interessante raccolta di racconti, “The Tragicall Tales” di George Turberville. Il fatto che quest’opera sia presentata come una traduzione di novelle italiane, in particolare di Boccaccio e Bandello, sembra essere in netto contrasto con la sua forma: in essa, infatti, l’unico testo in prosa è una dedica scritta dall’autore al fratello. In questo contesto, la lettera in versi assume un ruolo non trascurabile: non solo all’interno delle singole novelle si assiste a frequenti scambi di epistole poetiche tra gli innamorati, ma una lunga lettera in versi, indirizzata da Turberville ai suoi lettori, è collocata esattamente in apertura dell’opera, con funzione paratestuale. Se l’espediente canonico dell’epistola in prosa al lettore viene spesso sfruttato per spiegare l’origine e la redazione dell'opera, per illustrarne i pregi e per difendersi da eventuali accuse, il caso dei “Tagical tales” sembra arricchirsi di ulteriori valenze. In questo saggio si analizzano le peculiarità della raccolta di Turberville alla luce dei suoi forti legami con la tradizione novellistica italiana, mettendo in relazione la scelta di adottare l’epistola in versi in contesto paratestuale con i modelli di lettera al lettore di epoca rinascimentale.
La lettera in versi come paratesto nel "Tragicall Tales" di George Turberville
Palma, Flavia
2020
Abstract
Nel 1587 venne pubblicata a Londra un'interessante raccolta di racconti, “The Tragicall Tales” di George Turberville. Il fatto che quest’opera sia presentata come una traduzione di novelle italiane, in particolare di Boccaccio e Bandello, sembra essere in netto contrasto con la sua forma: in essa, infatti, l’unico testo in prosa è una dedica scritta dall’autore al fratello. In questo contesto, la lettera in versi assume un ruolo non trascurabile: non solo all’interno delle singole novelle si assiste a frequenti scambi di epistole poetiche tra gli innamorati, ma una lunga lettera in versi, indirizzata da Turberville ai suoi lettori, è collocata esattamente in apertura dell’opera, con funzione paratestuale. Se l’espediente canonico dell’epistola in prosa al lettore viene spesso sfruttato per spiegare l’origine e la redazione dell'opera, per illustrarne i pregi e per difendersi da eventuali accuse, il caso dei “Tagical tales” sembra arricchirsi di ulteriori valenze. In questo saggio si analizzano le peculiarità della raccolta di Turberville alla luce dei suoi forti legami con la tradizione novellistica italiana, mettendo in relazione la scelta di adottare l’epistola in versi in contesto paratestuale con i modelli di lettera al lettore di epoca rinascimentale.I documenti in SFERA sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.