Lo sviluppo economico implica intrinsecamente un processo cumulativo di crescita, tuttavia, i miglioramenti economici si trovano condizionati da risorse finite e da limiti planetari che sono già stati ampiamente superati. Questa ricerca mira a riunire queste due esigenze, in particolare nei paesi in via di sviluppo. Il quadro teorico della ricerca è costruito a partire da un approccio strutturale all’economia, in particolare, dal modello proposto da un gruppo di studiosi italiani negli anni ’70 e ’80 che analizza un sistema economico con vincoli nella disponibilità di risorse. La loro intuizione sul ruolo dei residui nell’attivare traiettorie temporanee di rendimenti crescenti viene analizzata e ampliata attraverso la letteratura più recente sull’economia circolare e il contributo originale della tesi stessa, portando alla costituzione di una nuova teoria dei residui nella produzione. La ricerca fa uso di un caso di studio all'interno di un più ampio approccio di metodo di ricerca misto, che comprende anche dati e tecniche di analisi quantitativi. Il caso di studio della Thailandia ha un focus settoriale sulla bioeconomia principalmente per il suo potenziale di inclusività (in particolare nei paesi in via di sviluppo con ampia occupazione agricola), per le prospettive di crescita del settore, e per le desiderabili caratteristiche della bioeconomia nel processo di mutamento strutturale dell’economia, oltre al legame con principi di sostenibilità tipici delle attività nel settore della bioeconomia. Nonostante la Thailandia abbia adottato nel 2017 la strategia BCG (bio-circular-green) come principale strategia di sviluppo e sia tra i principali produttori mondiali di bioplastica, non vi sono rilevanti contributi sulla bioeconomia tailandese nella letteratura economica. Il metodo di ricerca misto adottato dalla tesi ha comportato l’utilizzo di una combinazione di fonti qualitative e quantitative, tra cui rapporti aziendali, database pubblici, letteratura secondaria, dati macroeconomici e settoriali provenienti da associazioni di produttori, organizzazioni internazionali e uffici governativi, oltre a quaranta interviste semi-strutturate con dirigenti d’impresa, alti funzionari governativi, associazioni rappresentative di agricoltori e produttori, università e centri di ricerca, e tre informatori individuali. I dati sono stati analizzati sia attraverso metodi qualitativi, compresi quelli tipici dei casi di studio come la descrizione densa, per fornire informazioni sul contesto e garantire la validità esterna della ricerca, sia attraverso tecniche quantitative come l’ampio uso di statistiche descrittive e analisi computerizzate dei dati testuali. La Thailandia è entrata con successo nel settore delle bioproduzioni ad alto valore aggiunto, dimostrando il potenziale che la biotecnologia può avere per una rapida transizione economica e tecnologica e per uno sviluppo sostenibile inclusivo. La ricerca mostra come la Thailandia sia entrata con successo nelle bioproduzioni ad alto valore aggiunto e il ruolo che ha avuto l’utilizzo dei residui attraverso pratiche circolari. Gli originali contributi teorici ed empirici della ricerca mettono in relazione l’utilizzo delle pratiche circolari e l’uso dei residui con lo sviluppo economico. Inoltre, la ricerca ha numerosi risvolti in termini di politiche pubbliche pro-crescita sia in termini di eco-innovazione che di circolarità. Tramite il quadro teorico e i risultati empirici della ricerca, vengono aperti percorsi di sviluppo che abbinano la sostenibilità ambientale, attraverso i principi dell’economia circolare e della bioeconomia, alla crescita economica, in particolare per i paesi in via di sviluppo.

Economic development inherently entails a cumulative process of growth, however, economic improvements find themselves conditioned by finite resources and by planetary boundaries which are already being vastly exceeded. This research aims to bring together these two needs, particularly in developing countries. The theoretical framework of the research is built starting from structuralist economics, particularly the model, put forward by an Italian group of scholars in the 1970s and 1980s, of an economic system under resource constraints. Their intuition on the role of residuals in unlocking temporary increasing returns paths is analysed and expanded through more recent circular economy literature and the thesis’ own original contribution, generating a novel theory of residuals in production. The research employs a critical case study within a broader mixed-methods approach which also relies on quantitative data and techniques of analysis. The case study of the Thai bioeconomy sector has a sectoral focus on the bioeconomy, primarily because of its inclusivity potential (especially in developing countries with large agricultural sectors), growth prospects, and desirable characteristics in terms of structural change, in addition to bioeconomy sustainability principles. Despite having adopted the pursuit of a bio-circular-green economy as its main development strategy in 2017, and being among the world’s top producers of bioplastics, Thailand’s bioeconomy is still neglected by economic research. The mixed-methods approach entails a combination of qualitative and quantitative sources, including company reports, publicly available databases, secondary literature, macroeconomic and sectoral data from producers’ associations, international organisations and government offices, and forty extensive semi-structured interviews with top executives, high-raking government officials, major farmers and producers’ associations, universities and research centres, and three key individual informants. Data was analysed both through qualitative methods, including those typical of case studies such as thick description, to provide contextual information and ensure external validity, and through quantitative techniques including ample use of descriptive statistics and quantitative text analysis. Thailand has successfully entered high value-added bioproductions, showing the potential that biotechnology holds for economic and technological leapfrogging and for inclusive sustainable development. The research shows how Thailand successfully entered high value-added bioproductions and the role that the use of residuals through circular practices has played. The novel theoretical and empirical contributions of the research, linking circular practices and residuals’ use with economic development, in addition to concrete policy implications in terms of eco-innovation and pro-growth circular policies, open viable development paths for low and middle-income countries which couple environmental sustainability through circular and bioeconomy principles with economic growth.

Economic Development through Circularity: A Theory of Residuals in Production and the Case of the Thai Bioeconomy Sector

TAGLIANI, GIOVANNI
2024

Abstract

Lo sviluppo economico implica intrinsecamente un processo cumulativo di crescita, tuttavia, i miglioramenti economici si trovano condizionati da risorse finite e da limiti planetari che sono già stati ampiamente superati. Questa ricerca mira a riunire queste due esigenze, in particolare nei paesi in via di sviluppo. Il quadro teorico della ricerca è costruito a partire da un approccio strutturale all’economia, in particolare, dal modello proposto da un gruppo di studiosi italiani negli anni ’70 e ’80 che analizza un sistema economico con vincoli nella disponibilità di risorse. La loro intuizione sul ruolo dei residui nell’attivare traiettorie temporanee di rendimenti crescenti viene analizzata e ampliata attraverso la letteratura più recente sull’economia circolare e il contributo originale della tesi stessa, portando alla costituzione di una nuova teoria dei residui nella produzione. La ricerca fa uso di un caso di studio all'interno di un più ampio approccio di metodo di ricerca misto, che comprende anche dati e tecniche di analisi quantitativi. Il caso di studio della Thailandia ha un focus settoriale sulla bioeconomia principalmente per il suo potenziale di inclusività (in particolare nei paesi in via di sviluppo con ampia occupazione agricola), per le prospettive di crescita del settore, e per le desiderabili caratteristiche della bioeconomia nel processo di mutamento strutturale dell’economia, oltre al legame con principi di sostenibilità tipici delle attività nel settore della bioeconomia. Nonostante la Thailandia abbia adottato nel 2017 la strategia BCG (bio-circular-green) come principale strategia di sviluppo e sia tra i principali produttori mondiali di bioplastica, non vi sono rilevanti contributi sulla bioeconomia tailandese nella letteratura economica. Il metodo di ricerca misto adottato dalla tesi ha comportato l’utilizzo di una combinazione di fonti qualitative e quantitative, tra cui rapporti aziendali, database pubblici, letteratura secondaria, dati macroeconomici e settoriali provenienti da associazioni di produttori, organizzazioni internazionali e uffici governativi, oltre a quaranta interviste semi-strutturate con dirigenti d’impresa, alti funzionari governativi, associazioni rappresentative di agricoltori e produttori, università e centri di ricerca, e tre informatori individuali. I dati sono stati analizzati sia attraverso metodi qualitativi, compresi quelli tipici dei casi di studio come la descrizione densa, per fornire informazioni sul contesto e garantire la validità esterna della ricerca, sia attraverso tecniche quantitative come l’ampio uso di statistiche descrittive e analisi computerizzate dei dati testuali. La Thailandia è entrata con successo nel settore delle bioproduzioni ad alto valore aggiunto, dimostrando il potenziale che la biotecnologia può avere per una rapida transizione economica e tecnologica e per uno sviluppo sostenibile inclusivo. La ricerca mostra come la Thailandia sia entrata con successo nelle bioproduzioni ad alto valore aggiunto e il ruolo che ha avuto l’utilizzo dei residui attraverso pratiche circolari. Gli originali contributi teorici ed empirici della ricerca mettono in relazione l’utilizzo delle pratiche circolari e l’uso dei residui con lo sviluppo economico. Inoltre, la ricerca ha numerosi risvolti in termini di politiche pubbliche pro-crescita sia in termini di eco-innovazione che di circolarità. Tramite il quadro teorico e i risultati empirici della ricerca, vengono aperti percorsi di sviluppo che abbinano la sostenibilità ambientale, attraverso i principi dell’economia circolare e della bioeconomia, alla crescita economica, in particolare per i paesi in via di sviluppo.
MANCINELLI, Susanna
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