Il lavoro prende in esame la nuova architettura “verde” della disciplina della PAC destinata ad operare nel periodo 2023 – 2027 allo scopo di verificare se la nuova normativa sia effettivamente corrispondente alle dichiarazioni provenienti dalle istituzioni dell’UE secondo cui la politica agricola comune è sempre più rivolta ad obiettivi di sostenibilità ambientale, anche alla luce del Green Deal. Alla tripartizione degli strumenti di cui alla PAC 2014-2020 (condizionalità, greening e misure agro-climatico-ambientali) si sostituisce una nuova tripartizione (condizionalità c.d. rafforzata – ecoschemi, misure ambientali del 2^ pilastro). Lo sforzo del legislatore europeo è stato quello di meglio coordinarli (in ciò agevolato dal fatto che sono ora tutti disciplinati da un unico regolamento, quale il reg. UE 2021/2115) onde evitare sovrapposizioni e che a fronte di uguali pratiche il beneficiario possa percepire aiuti distinti e di far sì che possa essere “misurato” il loro concreto impatto sugli obiettivi dichiarati. Al di là dell’analisi della normativa, occorrerà in ogni caso verificare come si svilupperanno in concreto i rapporti tra UE e Stati membri, alla luce dell’ampio ricorso al principio di sussidiarietà e dei più ampi margini di manovra che la nuova disciplina lascia agli Stati membri. Resta il fatto che le due ambiziose strategie elaborate dalla Commissione, l’una dedicata alla tutela della biodiversità per il 2030 e l’altra sul ripensamento dell’intera filiera “from farm to fork”, di cui alle Comunicazioni della Commissione al PE e al Consiglio del 20 maggio 2020 (COM (2020) 380 e 381) sono ancora inattuate e necessitante della necessaria implementazione giuridica. Strategie che rischiano, peraltro, una brusca sospensione alla luce delle perturbazioni sui mercati agricoli (e non solo) conseguenti alla guerra in Ucraina, che hanno indotto le Istituzioni europee a sospendere per il corrente anno alcune delle misure ambientali attualmente vigenti per consentire, tra l’altro, un aumento della produzione agricola europea utilizzando superfici che avrebbero, invece, dovuto restare a riposo, e per ampliare le maglie degli aiuti di Stato.
Le "nuove" misure agroambientali della PAC 2023-27: quali novità?
Luigi Russo
Primo
2022
Abstract
Il lavoro prende in esame la nuova architettura “verde” della disciplina della PAC destinata ad operare nel periodo 2023 – 2027 allo scopo di verificare se la nuova normativa sia effettivamente corrispondente alle dichiarazioni provenienti dalle istituzioni dell’UE secondo cui la politica agricola comune è sempre più rivolta ad obiettivi di sostenibilità ambientale, anche alla luce del Green Deal. Alla tripartizione degli strumenti di cui alla PAC 2014-2020 (condizionalità, greening e misure agro-climatico-ambientali) si sostituisce una nuova tripartizione (condizionalità c.d. rafforzata – ecoschemi, misure ambientali del 2^ pilastro). Lo sforzo del legislatore europeo è stato quello di meglio coordinarli (in ciò agevolato dal fatto che sono ora tutti disciplinati da un unico regolamento, quale il reg. UE 2021/2115) onde evitare sovrapposizioni e che a fronte di uguali pratiche il beneficiario possa percepire aiuti distinti e di far sì che possa essere “misurato” il loro concreto impatto sugli obiettivi dichiarati. Al di là dell’analisi della normativa, occorrerà in ogni caso verificare come si svilupperanno in concreto i rapporti tra UE e Stati membri, alla luce dell’ampio ricorso al principio di sussidiarietà e dei più ampi margini di manovra che la nuova disciplina lascia agli Stati membri. Resta il fatto che le due ambiziose strategie elaborate dalla Commissione, l’una dedicata alla tutela della biodiversità per il 2030 e l’altra sul ripensamento dell’intera filiera “from farm to fork”, di cui alle Comunicazioni della Commissione al PE e al Consiglio del 20 maggio 2020 (COM (2020) 380 e 381) sono ancora inattuate e necessitante della necessaria implementazione giuridica. Strategie che rischiano, peraltro, una brusca sospensione alla luce delle perturbazioni sui mercati agricoli (e non solo) conseguenti alla guerra in Ucraina, che hanno indotto le Istituzioni europee a sospendere per il corrente anno alcune delle misure ambientali attualmente vigenti per consentire, tra l’altro, un aumento della produzione agricola europea utilizzando superfici che avrebbero, invece, dovuto restare a riposo, e per ampliare le maglie degli aiuti di Stato.File | Dimensione | Formato | |
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