Il saggio “Didattica radicale. Il sistema espositivo come spazio catalizzatore di energia educativa”, parte della seconda sezione del volume “Un museo, una città, un progetto”, è il risultato delle ricerche d’archivio condotte con l’obiettivo di delineare la concezione esplicitamente didattica del fare cultura che caratterizzò il mandato dirigenziale di Franco Farina alle Civiche Gallerie d’Arte Moderna di Ferrara. Determinante nello stabilire tale orientamento la ridiscussione, operata da Farina sin dai tempi in cui era maestro di scuola elementare, della relazione educativa tradizionalmente intesa. Nell’ottica di Farina il discente ha sempre rivestito un ruolo centrale, primario e condizionante, e non passivo e subordinato come volevano le consuetudini: lo stesso sarebbe valso per il pubblico del sistema espositivo ferrarese, attorno al quale è stato costruito il senso dell’attività culturale proposta, con rassegne dirette ad acuire la sensibilità critica dell’utenza rispetto a tematiche d’interesse socioculturale, educativo, oltreché eminentemente artistico, organizzate in numerose occasioni in collaborazione con l’ambiente scolastico, i centri culturali e di produzione artigianale del luogo, e in dialogo con la Regione Emilia-Romagna al fine di promuovere una più stretta connessione tra i centri cittadini e le periferie.
Didattica radicale: il sistema espositivo come spazio catalizzatore di energia educativa
Tatiana Basso
Primo
2023
Abstract
Il saggio “Didattica radicale. Il sistema espositivo come spazio catalizzatore di energia educativa”, parte della seconda sezione del volume “Un museo, una città, un progetto”, è il risultato delle ricerche d’archivio condotte con l’obiettivo di delineare la concezione esplicitamente didattica del fare cultura che caratterizzò il mandato dirigenziale di Franco Farina alle Civiche Gallerie d’Arte Moderna di Ferrara. Determinante nello stabilire tale orientamento la ridiscussione, operata da Farina sin dai tempi in cui era maestro di scuola elementare, della relazione educativa tradizionalmente intesa. Nell’ottica di Farina il discente ha sempre rivestito un ruolo centrale, primario e condizionante, e non passivo e subordinato come volevano le consuetudini: lo stesso sarebbe valso per il pubblico del sistema espositivo ferrarese, attorno al quale è stato costruito il senso dell’attività culturale proposta, con rassegne dirette ad acuire la sensibilità critica dell’utenza rispetto a tematiche d’interesse socioculturale, educativo, oltreché eminentemente artistico, organizzate in numerose occasioni in collaborazione con l’ambiente scolastico, i centri culturali e di produzione artigianale del luogo, e in dialogo con la Regione Emilia-Romagna al fine di promuovere una più stretta connessione tra i centri cittadini e le periferie.File | Dimensione | Formato | |
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