Quando si parla di cosmovisione maya, tenendo conto delle indicazioni specifiche del Popol Vuh129, vi è sempre un riferimento sia all’ambiente naturale che spirituale, che richiede di vivere in armonia con i tre mondi: il cielo, la terra e l’inframondo130. La concezione olistica dell’armonia prevede di progredire attraverso la condivisione “naturale” di elementi provenienti da ognuno di questi mondi. La spiritualità, per questo popolo, implica l’esistenza di un mondo divino parallelo all’umano e la coesistenza permanente con gli dèi è caratteristica peculiare di quella civiltà. La nostra razionalità ci suggerisce questo, ma l’impiego della ragione presso i maya è diverso e il caracol si presta ad approfondire la prospettiva della differenza. Intanto, per loro, è prezioso il materiale che la compone e plurimo il suo utilizzo strategico. Un chiarimento si rende necessario: il caracol non è la lumaca, ma è una chiocciola di mare, quindi un mollusco di dimensioni più o meno ampie, caratterizzato da un disegno inequivocabile: la spirale, che si presterà a ragionamenti filosofici e scientifici complessi. I simboli testimoniano la loro abilità matematica, l'attenzione all'astronomia e la comprensione complessa del tempo e dei cicli cosmici. Si può dunque affermare che nel sistema numerico dei Maya, lo zero non è semplicemente un vuoto, è il punto da cui tutto cominciava a prendere forma così come nella conchiglia si ravvisa un simbolo in cui giace l'intero potenziale del nulla, il punto di partenza per ogni creazione, non solo matematica. Il guscio vuoto dei Maya rappresentava un mondo di possibilità, dove nulla e tutto si intrecciavano in una danza numerica.

Il caracol nell’immaginario maya: tra sacro e profano

Poletti G
Primo
2023

Abstract

Quando si parla di cosmovisione maya, tenendo conto delle indicazioni specifiche del Popol Vuh129, vi è sempre un riferimento sia all’ambiente naturale che spirituale, che richiede di vivere in armonia con i tre mondi: il cielo, la terra e l’inframondo130. La concezione olistica dell’armonia prevede di progredire attraverso la condivisione “naturale” di elementi provenienti da ognuno di questi mondi. La spiritualità, per questo popolo, implica l’esistenza di un mondo divino parallelo all’umano e la coesistenza permanente con gli dèi è caratteristica peculiare di quella civiltà. La nostra razionalità ci suggerisce questo, ma l’impiego della ragione presso i maya è diverso e il caracol si presta ad approfondire la prospettiva della differenza. Intanto, per loro, è prezioso il materiale che la compone e plurimo il suo utilizzo strategico. Un chiarimento si rende necessario: il caracol non è la lumaca, ma è una chiocciola di mare, quindi un mollusco di dimensioni più o meno ampie, caratterizzato da un disegno inequivocabile: la spirale, che si presterà a ragionamenti filosofici e scientifici complessi. I simboli testimoniano la loro abilità matematica, l'attenzione all'astronomia e la comprensione complessa del tempo e dei cicli cosmici. Si può dunque affermare che nel sistema numerico dei Maya, lo zero non è semplicemente un vuoto, è il punto da cui tutto cominciava a prendere forma così come nella conchiglia si ravvisa un simbolo in cui giace l'intero potenziale del nulla, il punto di partenza per ogni creazione, non solo matematica. Il guscio vuoto dei Maya rappresentava un mondo di possibilità, dove nulla e tutto si intrecciavano in una danza numerica.
2023
978-88-99302-64-1
Simbologia matematica, etnografia, mitologia, formazione
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Immaginario e formazione interculturale parte Giorgio Polettii Il Caracol da pag. 109 a 136 (2).pdf

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