La tesi discute il tema fondamentale della relazione tra sviluppo locale, comunità indigene e sostenibilità attraverso l’analisi del turismo nei Chittagong Hill Tracts (CHT) del Bangladesh. Sulla base dei parametri economici, il turismo viene spesso propagato come un canale prospettico e alternativo per alleviare la povertà e la disuguaglianza in Bangladesh. A proposito, l’indagine si è fondata sulla messa a fuoco di talune questioni critiche riguardanti la nozione di governamentalità, i rapporti di potere diseguali e l’accesso sproporzionato alle risorse che alimentano lo sviluppo del turismo a sua volta generatore di una nuova possibile realtà socio-economica per le comunità indigene svantaggiate nello specifico contesto d’indagine. La tesi è l’esito articolato di un caso studio condotto con la metodologia etnografica realizzata nell’arco di nove mesi sul campo in tre differenti ambienti multietnici nei CHT. Il lavoro di tesi ha affrontato criticamente alcuni enigmi teorici per cogliere la realtà in discussione in riferimento agli obiettivi: come la nozione di "eco-governamentalità" genera una falsa idea di sostenibilità; perché e come il turismo è approvato come una scelta di sviluppo socio-economico; come l’egemone ‘sguardo turistico bengalese’ costruisce una ‘superiorità’ ‘bengalese’ su una ‘alterità’ indigena ‘inferiore’ attraverso una precisa volontà politica della rappresentanza all’interno delle dinamiche di decision making. Al fine di delineare il quadro delle problematiche sono state rilevate le opinioni dei tre citati attori principali direttamente e indirettamente coinvolti nelle politiche di promozione del turismo in CHT. Nella prospettiva statale, si trovano due programmi latenti per lo sviluppo del turismo in CHT. Il primo è quello di distrarre la mentalità della lunga lotta storica delle comunità indigene per la loro auto-autonomia e il riconoscimento dell'identità. La seconda intenzione è quella di avviare un'economia capitalista neoliberista attraverso lo sviluppo del turismo. Dal punto di vista indigeno, il turismo è percepito come una nuova forma di sfruttamento e di reinstallazione dell'eredità coloniale. Il turismo come mezzo di sostentamento alternativo determina, conseguentemente, una relazione socio-culturale tra le imprese turistiche e le comunità indigene improntata esclusivamente su una logica estrattivista e di sfruttamento che costringe i nativi a negoziare i comportamenti tradizionali all’interno di una visione economicista del turismo. Si èconstatato che il turismo porta a drastici cambiamenti nei contenuti estetici della cultura indigena per cui le comunità indigene risultano essere chiamati ad essere agenti attivi nel campo estetico-artistico a causa delle crescenti richieste di una esotismo turistico che accelerano la mercificazione della comunità e della cultura in CHT. Inoltre, la tesi focalizza l’atteggiamento dei turisti riguardo alla costruzione delle comunità indigene Pahari come ‘altri esotici’. I risultati della ricerca implicano che la mercificazione nel turismo non solo rompe costantemente i tessuti culturali, dove le vere cerimonie rituali si trasformano in spettacoli turistici, e l'intera società in CHT diventa un nero ‘palcoscenico’, ma porta anche ai cambiamenti nella vita quotidiana degli indigeni dove sono economicamente costretti a fingere di essere ‘altri indigeni turistici’. Sullo sfondo, la tesi si pone un ulteriore domanda: il turismo come impresa di sviluppo alternativa prescritta dallo stato e dai suoi attori stabilisce la sostenibilità o produce una nuova forma di governamentalità in nome del benessere della comunità? La mercificazione dell'etnia, della cultura e della natura attraverso la rappresentazione da parte dello stato, dei media e dei turisti contribuisce alla re-emarginazione o a una dinamica di inclusione?

The thesis deals with the fundamental concern of politics of willingness to pay attention to enable local development and sustainability through tourism in the Chittagong Hill Tracts (CHT) of Bangladesh. Based on the inadequate economic parameters about its success, tourism is often propagated as a prospective and alternative channel to alleviate poverty and inequality in Bangladesh. It rather inflames some critical issues regarding notions of governmentality, unequal power relations, and disproportionate access to resources surrounding tourism development that breeds a new socio-economic reality for the underprivileged indigenous communities in CHT. Therefore, this thesis develops an interpretation of how eco-cultural practices in tourism as a tool rather than a barrier are fundamental to achieving community well-being and sustainability goals, and an understanding of the politics of negligence as well as representation by the state and its actors. However, this thesis is an ethnographic account based on nine months of ethnographic field research carried out in the multi-ethnic settings of three locations in the Chittagong Hill Tracts of Bangladesh between 2021 and 2022. Besides, the thesis has critically dealt with some theoretical puzzles to grasp the ground reality: how the indigenous people perceive the notion of sustainability and development; how the notion of ‘eco-governmentality’ generates a false dream of sustainability; why and how tourism is endorsed as a development choice; and how ‘Bengali tourist gaze’ constructs a ‘superior’ ‘Bengali-ness’ over an ‘inferior’ indigenous ‘otherness’ through the politics of representation. I have framed the findings mainly through the views of the three main actors (the state and its agencies, tourists and tour operators, and the indigenous locals) involved in tourism in CHT. From the state perspective, it is found two latent agendas for tourism development in CHT. The first is to distract the mindset of the long-standing historical struggle of indigenous communities for their self-autonomy and identity recognition. The second intention is to initiate a neoliberal capitalist economy through tourism development. From an indigenous point of view, tourism is perceived as a new form of exploitation and the reinstallation of colonial legacy. Tourism as an alternative livelihood thus develops a socio-cultural relationship between tourism corporates and indigenous communities for economic gain that forces natives to negotiate the customary behaviors as tourism demands. It is found that tourism leads to drastic changes in the aesthetic contents of indigenous culture in which indigenous people become active agents as touristic performers that speed up the commodification of community and culture in CHT. Through the tourist perspective, the thesis elucidates the tourists’ state of mind regarding the construction of Pahari indigenous communities as ‘exotic others’. The research findings imply that commodification in tourism steadily not only breaks the cultural fabrics, where the real ritualistic ceremonies are transformed into touristic performances, and the entire society in CHT becomes a ‘stage’ to the locals but also leads to the changes in everyday lives of indigenous people where they are economically forced to pretend to be ‘touristic indigenous others’. Against the background, the thesis brings the question on board: Does tourism as an alternative development venture prescribed by the state and its actors establish sustainability or manufacture a new form of governmentality in the name of community well-being? Does the commoditization of ethnicity, culture, and nature through the representation by the state, media, and tourists contribute to the remarginalization or revitalization? The thesis addresses these questions through an intensive investigation of facts, figures, and realities of the CHT.

Dealing with Tourism: Development, Sustainability, and Commodification. The Case of Chittagong Hill Tracts, Bangladesh

SAJIB, S M Sadat Al
2023

Abstract

La tesi discute il tema fondamentale della relazione tra sviluppo locale, comunità indigene e sostenibilità attraverso l’analisi del turismo nei Chittagong Hill Tracts (CHT) del Bangladesh. Sulla base dei parametri economici, il turismo viene spesso propagato come un canale prospettico e alternativo per alleviare la povertà e la disuguaglianza in Bangladesh. A proposito, l’indagine si è fondata sulla messa a fuoco di talune questioni critiche riguardanti la nozione di governamentalità, i rapporti di potere diseguali e l’accesso sproporzionato alle risorse che alimentano lo sviluppo del turismo a sua volta generatore di una nuova possibile realtà socio-economica per le comunità indigene svantaggiate nello specifico contesto d’indagine. La tesi è l’esito articolato di un caso studio condotto con la metodologia etnografica realizzata nell’arco di nove mesi sul campo in tre differenti ambienti multietnici nei CHT. Il lavoro di tesi ha affrontato criticamente alcuni enigmi teorici per cogliere la realtà in discussione in riferimento agli obiettivi: come la nozione di "eco-governamentalità" genera una falsa idea di sostenibilità; perché e come il turismo è approvato come una scelta di sviluppo socio-economico; come l’egemone ‘sguardo turistico bengalese’ costruisce una ‘superiorità’ ‘bengalese’ su una ‘alterità’ indigena ‘inferiore’ attraverso una precisa volontà politica della rappresentanza all’interno delle dinamiche di decision making. Al fine di delineare il quadro delle problematiche sono state rilevate le opinioni dei tre citati attori principali direttamente e indirettamente coinvolti nelle politiche di promozione del turismo in CHT. Nella prospettiva statale, si trovano due programmi latenti per lo sviluppo del turismo in CHT. Il primo è quello di distrarre la mentalità della lunga lotta storica delle comunità indigene per la loro auto-autonomia e il riconoscimento dell'identità. La seconda intenzione è quella di avviare un'economia capitalista neoliberista attraverso lo sviluppo del turismo. Dal punto di vista indigeno, il turismo è percepito come una nuova forma di sfruttamento e di reinstallazione dell'eredità coloniale. Il turismo come mezzo di sostentamento alternativo determina, conseguentemente, una relazione socio-culturale tra le imprese turistiche e le comunità indigene improntata esclusivamente su una logica estrattivista e di sfruttamento che costringe i nativi a negoziare i comportamenti tradizionali all’interno di una visione economicista del turismo. Si èconstatato che il turismo porta a drastici cambiamenti nei contenuti estetici della cultura indigena per cui le comunità indigene risultano essere chiamati ad essere agenti attivi nel campo estetico-artistico a causa delle crescenti richieste di una esotismo turistico che accelerano la mercificazione della comunità e della cultura in CHT. Inoltre, la tesi focalizza l’atteggiamento dei turisti riguardo alla costruzione delle comunità indigene Pahari come ‘altri esotici’. I risultati della ricerca implicano che la mercificazione nel turismo non solo rompe costantemente i tessuti culturali, dove le vere cerimonie rituali si trasformano in spettacoli turistici, e l'intera società in CHT diventa un nero ‘palcoscenico’, ma porta anche ai cambiamenti nella vita quotidiana degli indigeni dove sono economicamente costretti a fingere di essere ‘altri indigeni turistici’. Sullo sfondo, la tesi si pone un ulteriore domanda: il turismo come impresa di sviluppo alternativa prescritta dallo stato e dai suoi attori stabilisce la sostenibilità o produce una nuova forma di governamentalità in nome del benessere della comunità? La mercificazione dell'etnia, della cultura e della natura attraverso la rappresentazione da parte dello stato, dei media e dei turisti contribuisce alla re-emarginazione o a una dinamica di inclusione?
ALIETTI, Alfredo
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Descrizione: Doctoral Thesis_S M SADAT AL SAJIB_Unife_35
Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11392/2529293
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