Il contributo mira a rilevare quale possa essere il ruolo di interventi d’Arte Urbana in processi integrati di rigenerazione urbana: a partire dagli anni Duemila, essi sono stati sempre più frequentemente impiegati per questi scopi, sull’onda del successo della logica di rigenerazione culture-led, nonché del forte interesse per l’idea di città creativa. Talvolta utilizzata dalle amministrazioni pubbliche come surrogato in assenza di più complesse politiche sociali, l’Arte Urbana è stata spesso accusata di essersi ridotta a mera decorazione, costituendo la via per una rigenerazione “facile”, di grande impatto visivo e basso costo. Attraverso l’analisi del caso Without Frontiers, festival organizzato dal 2016 a Lunetta (Mantova) dall’Associazione Caravan SetUp, si intende superare questa visione dell’Arte Urbana e mostrare come essa possa contribuire a ridare valore a spazi urbani degradati. Per ottenere questi risultati, è necessario da un lato sottolineare l’importanza di un’azione integrata, che unisca le competenze di attori diversi, dall’altro stabilire quale sia il ruolo dell’arte in questo processo. Si sostiene che l’arte non debba essere intesa come farmaco salvifico o apparato cosmetico per risolvere o camuffare problemi urbanistici e sociali, ma come strumento interpretativo che apra nuove prospettive sui luoghi e sulle loro funzioni. L’analisi del caso di studio ha messo in luce come l’inclusione dell’Arte Urbana in processi di rigenerazione duraturi e profondi, sebbene difficile, sia possibile: presupposti sono l’integrazione di saperi disciplinari diversi, il dialogo tra gli attori coinvolti e la consapevolezza del ruolo dell’arte in questi processi.
Maquillage o valore (sociale) per lo spazio pubblico urbano? Arte Urbana e rigenerazione nel caso del Festival Without Frontiers a Mantova
Irene Ruzzier
Primo
2023
Abstract
Il contributo mira a rilevare quale possa essere il ruolo di interventi d’Arte Urbana in processi integrati di rigenerazione urbana: a partire dagli anni Duemila, essi sono stati sempre più frequentemente impiegati per questi scopi, sull’onda del successo della logica di rigenerazione culture-led, nonché del forte interesse per l’idea di città creativa. Talvolta utilizzata dalle amministrazioni pubbliche come surrogato in assenza di più complesse politiche sociali, l’Arte Urbana è stata spesso accusata di essersi ridotta a mera decorazione, costituendo la via per una rigenerazione “facile”, di grande impatto visivo e basso costo. Attraverso l’analisi del caso Without Frontiers, festival organizzato dal 2016 a Lunetta (Mantova) dall’Associazione Caravan SetUp, si intende superare questa visione dell’Arte Urbana e mostrare come essa possa contribuire a ridare valore a spazi urbani degradati. Per ottenere questi risultati, è necessario da un lato sottolineare l’importanza di un’azione integrata, che unisca le competenze di attori diversi, dall’altro stabilire quale sia il ruolo dell’arte in questo processo. Si sostiene che l’arte non debba essere intesa come farmaco salvifico o apparato cosmetico per risolvere o camuffare problemi urbanistici e sociali, ma come strumento interpretativo che apra nuove prospettive sui luoghi e sulle loro funzioni. L’analisi del caso di studio ha messo in luce come l’inclusione dell’Arte Urbana in processi di rigenerazione duraturi e profondi, sebbene difficile, sia possibile: presupposti sono l’integrazione di saperi disciplinari diversi, il dialogo tra gli attori coinvolti e la consapevolezza del ruolo dell’arte in questi processi.File | Dimensione | Formato | |
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