Il contributo analizza criticamente le ultime novità normative (d.lgs. 30 ottobre 2022, n. 150) sempre più inclini ad una giustizia amministrata a mezzo di interfacce elettroniche, evidenziando le lacune e i difetti della disciplina da ultimo approntata (artt. 133-bis e 133-ter c.p.p.), e mettendo ancor prima in guardia dalle insidie connaturate al livello crescente di assuefazione alla perdita del contatto fisico nelle aule giudiziarie. La risultante di questa tendenza viene infatti rinvenuta in un assetto caratterizzato da insanabili contrasti con il modello processuale delineato dalla Costituzione, e in particolare con il principio del contraddittorio nella formazione della prova scolpito nell’art. 111 Cost., letto nella sua accezione ortodossa, esito cui non sembra poter rimediare la strategia degli estensori della riforma nell’avere avviato per gradi – anche servendosi del consenso dell’imputato – una rottura programmata con il passato, che, in nome dell’efficienza, si prefigge di trasfigurare la fisionomia del rito celebrato alla compresenza delle parti.
Atti e udienze “a distanza”: risvolti inquisitori di una transizione maldestra alla giustizia digitale
daniele negri
Primo
2023
Abstract
Il contributo analizza criticamente le ultime novità normative (d.lgs. 30 ottobre 2022, n. 150) sempre più inclini ad una giustizia amministrata a mezzo di interfacce elettroniche, evidenziando le lacune e i difetti della disciplina da ultimo approntata (artt. 133-bis e 133-ter c.p.p.), e mettendo ancor prima in guardia dalle insidie connaturate al livello crescente di assuefazione alla perdita del contatto fisico nelle aule giudiziarie. La risultante di questa tendenza viene infatti rinvenuta in un assetto caratterizzato da insanabili contrasti con il modello processuale delineato dalla Costituzione, e in particolare con il principio del contraddittorio nella formazione della prova scolpito nell’art. 111 Cost., letto nella sua accezione ortodossa, esito cui non sembra poter rimediare la strategia degli estensori della riforma nell’avere avviato per gradi – anche servendosi del consenso dell’imputato – una rottura programmata con il passato, che, in nome dell’efficienza, si prefigge di trasfigurare la fisionomia del rito celebrato alla compresenza delle parti.File | Dimensione | Formato | |
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